31. Parte Terza

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▶️ Thausand year - Christina Perri

"Tranquillo, sono qui Ray." Erano le parole che continuavo a ripetere nelle orecchie di Rayan. Quest'ultimo teneva ancora la testa appoggiata ai miei seni e le braccia strette lungo il mio bacino, non voleva staccarsi e non sarei stata io a mandarlo via. Se in quel momento aveva bisogno di me, io ci sarei stata per lui.

Ora -  finalmente - avevo scoperto la verità, sapevo quale era stata la causa del suo allontanamento. Non era stato per suo volere, in parte sì, ma voleva soltanto proteggermi da tutto quel casino in cui si era cimentato in quella estate. Aveva affrontato il dolore di perdere qualcuno a cui teneva, e non voleva rischiare di perdere o far soffrire anche me, per questo mi aveva allontanata. Ma se me l'avesse detto ai quei tempi, io non me ne sarei andata, sarei rimasta con lui. Se me ne avesse parlato, avrebbe potuto evitare tutto il dolore che mi ha causato.
Oh Rayan..

Senza rendermene conto, le lacrime che fino a qualche minuto prima iniziavano a bussare fra i miei occhi, erano ormai scese lungo le mie guance senza nemmeno il mio permesso. Era troppo tardi. "Che fai, ora ti metti a piangere anche tu?" Mormorò ridacchiando con la bocca contro il mio seno, provocandomi un lieve solletichino.

"Idiota." Lo rimproverai, asciugando velocemente le mie lacrime. "Perché non me ne hai parlato? Avresti evitato molte cose..Ho sofferto così tanto Ray, non immagini quanto ho pianto quando mi hai detto che non volevi avere più a che fare con me. Sai quanto ci sono stata male? Iniziare il Liceo da sola è stato un incubo, e per di più ho passato tutti quegli anni in un inferno totale. Perché invece di parlarmene, continuavi a prendermi in giro con i tuoi amici? Avrei capito, ti sarei stata vicino. Perché non mi hai voluto con te? Ti ho odiato così tanto." Ammisi mentre le parole continuavano ad uscire dalla mia bocca, dovevo sfogarmi e finalmente era arrivato il momento in cui potevo farlo.

"Ho sbagliato tutto." Annunciò, alzando la testa e gli occhi in direzione dei miei. "Ero così ossessionato dall'intenzione di proteggerti, che ho finito col risultato opposto. Ti ho fatto soffrire, lo so benissimo. Le ho viste tutte quelle volte che sei corsa in bagno a piangere, ogni volta ero in piedi dall'altra parte della porta del bagno, ma non ho mai avuto il coraggio di bussare e chiederti come stavi, sapevo già la risposta e la causa delle tue lacrime. Mi dispiace Payton, sono stato un migliore amico di merda e sto ripetendo la situazione anche come marito. Volevo solo renderti felice..." Disse scuotendo la testa, rimproverando se stesso. Dio mio, la sensazione di sollievo che provavo in quel momento era talmente grande, da farmi svuotare tutto il dolore - che durante quegli anni in sua assenza - avevo accumulato. Finalmente ero a conoscenza della verità, Rayan non mi aveva abbandonata per sua volontà, in parte sì, ma era stato costretto a farlo.
Io..

"Rincominciamo?" Chiesi ad un tratto, non rendendomi nemmeno conto che le parole erano state pronunciate dalla sottoscritta. Ma era quello che volevo, perché rimpiangere a vita per il passato? Senza rendercene conto, stavamo distruggendo il nostro presente quando potevamo benissimo migliorarlo. Niente bugie, soltanto noi stessi.

"Che cosa vuoi dire?" Mi domandò, e non cosa mi trattenne dal tirargli una sberla, aveva ancora una volta risposto ad una mia domanda con un altra.

"Intendo dire, che forse, sarebbe meglio per tutti e due rincominciare da capo. Ray, abbiamo sbagliato entrambi, tu perché mi hai allontanato, ma è anche vero che non ho fatto niente per farti tornare da me. Non sei mai stato un migliore amico di merda, ci hai provato a rendermi felice, forse non è andata come speravi e allora perché non rincominciare?" Risposi, stringendomi nelle spalle. Ricevendo da parte sua un sorriso mozzafiato.

"Vorrà dire che cercherò di essere un marito migliore, rispetterò le mie promesse e cercherò di non commettere gli stessi sbagli." Annunciò sempre con un sorriso, che stranamente fece contagiare pure me. "Allora Mrs Johnson, mi vuoi?" Mi chiese, porgendo mi la sua grande mano in mia direzione.

"Riuscirò mai a dirti di no?" Gli chiesi mordendomi il labbro, per poi stringergli la mano nella sua.

"Mia cara, non si risponde ad una domanda con un altra." Puntualizzò, facendomi ridere e alzare gli occhi al cielo. Aiutandomi a mettermi in piedi, finalmente, ero stanca del pavimento freddo.

"Certo che ti voglio, Mr Johnson." Annunciai per poi saltare come un Koala fra le sue braccia, che non esitarono un secondo a stringermi a sé con forza.

"Continuo a ripeterti che sei ingrassata." Mormorò ridacchiando, mentre si incamminava in direzione del letto.

"Ed io continuo a dirti, che nessuno qui ha chiesto il tuo parere." Risposi tirandogli una sberla leggera dietro alla nuca, e lui di rimando, mi buttò come un sacco di arance sopra al letto.

"La smetterai mai di picchiarmi?" Chiese massaggiandosi con le dita, il punto in cui gli avevo fatto male.

"Ne riparleremo quando smetterai di fare l'idiota." Dissi rivolgendogli una linguaccia, per poi gattonare in direzione del cuscino, che avevo lanciato per andare ad abbracciare Rayan minuti prima.

"So che ami questo lato di me."
Si, ti amo.
Rispose con aria altezzosa, cercando di non ridere mentre lanciava i pantaloni e la camicia in una direzione non definita della stanza, dopo essersi spogliato tranquillamente. "A quanto pare, nemmeno il mio corpo ti dispiace." Aggiunse, riferendosi al fatto per come lo stessi guardando. E come biasimarmi? Si era permesso di spogliarsi davanti alla mia visuale, e pretendeva che guardassi le dita nuda dei miei piedi, quando potevo ammirare ogni volta che i suoi muscoli si contraevano quando rideva per prendermi in giro?

"Ti ho sposato, e nel contratto non mi è stato vietato di poter guardare il fisico di mio marito, quindi poche storie Rayan." Risposi inarcando un sopracciglio.

"Uno a zero per te, Mrs Johnson." Disse regalandomi un sorriso, e dopo aver spento la luce nel suo abat-jour, mi raggiunse nel letto e non senza chiedermi il permesso di farlo mi trascinò contro il suo petto. La sua pelle era calda, nonostante la temperatura fosse fredda. Il suo cuore batteva regolarmente, e il suo respiro si faceva spazio nel mio collo provocandomi brividi lungo tutto il mio corpo. "Freddo?" Domandò.

"Solo un po'." Mentii, mica potevi dirgli che era stato lui a causarmi i brividi.

Qualche secondo più tardi, sentii solamente le sue labbra appoggiarsi nell'incavo del mio collo e baciarmi. Poi scese lungo la mia spalla e lasciò anche lì un altro bacio, ritornando verso il mio collo prese a baciarmi altre due volte, facendomi stranamente sospirare. "Ch-..che cosa stai facendo, Ray?" Gli chiesi girandomi lentamente in sua direzione, ritrovandoci faccia a faccia con l'altro.

"Ti stavo scaldando, avevi detto di avere freddo." Rispose, come se la sua risposta fosse la più naturale del mondo. Che cosa voleva dire ti stavo scaldando?

"Idiota. La gente non ci si scalda con i baci." Lo rimproverai, per poi scoppiare leggermente a ridere.

"Ah no? Hai ragione, forse erano troppo pochi." Disse guardandomi negli occhi. "Basta ridere." Mi rimproverò a sua volta, riallacciando le sue labbra sulle mie.

Questo era il suo metodo per farmi tacere? Se le cose stavano così, avrei riso fino a farmi male lo stomaco.

Mi morse il labbro, e in tempo record sentii la sua lingua chiedere accesso a qualcosa di più intenso, cosa che non negai. Aprii le mia labbra, per ricevere il contatto più stretto che voleva darmi, ritrovandomi ad accarezzargli la lingua che aveva ancora il gusto dello champagne e delle lacrime salate che aveva versato quella sera. Un mix meraviglioso. "Cosa stiamo facendo..?" Sussurrai, una volta staccata dalle sue labbra per riprendere fiato.

"Ci stiamo amando, Mrs Johnson." Rispose con tono basso, appoggiando la sua fronte sulla mia.

Schiava Di Un MiliardarioWhere stories live. Discover now