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Entrai all'interno delle grandi mura della Biblioteca scolastica dell'Università, silenziosa e circondata da scaffali - pieni di libri di ogni tipo - ovunque. Nell'aria gironzolava sempre il solito profumo delle pagine vecchie delle raccolte storiche, che mi davano una sensazione di essere a casa. Oltre alle braccia di mio marito, questo era il secondo luogo in cui avrei passato ore interminabili.

Superai la bibliotecaria, salutandola cortesemente e scambiandoci qualche parola, mi informò - entusiasta - sui nuovi arrivi di alcuni Romanzi e Biografie. Le promisi che sarei tornata da lei per dare uno sguardo al grande catalogo, che conteneva ogni titolo di ogni libro presente. Alcuni scafali più tardi, trovai Alex con la testa china su un grande libro - che non avrà avuto meno di trecento pagine - mentre si passava le dita sul mento. Indossava una camicia bianca, un paio di jeans strappati un po dappertutto - decisamente fuori moda, pensai - con le Huarache nere ai piedi, carino, ma decisamente non il mio tipo.

Non so per quale motivo, ma ogni volta che dovevo parlare di Alex mi venivano in mente solo commenti poco positivi. Non mi aveva mai fatto niente, tranne i dispetti quand'ero piccola, ma la preoccupazione negli occhi di Rayan mi erano rimasti impressi. Ma già da qualche tempo avevo dei dubbi su di lui, nonostante Laris mi dicesse quanto fosse una brava persona. Non ero venuta qui per decidere se dovessi o meno fidarmi di Alex Connor, ma per studiare e svolgere insieme un compito.

Speravo, solamente, che durasse poco.

Quando fui vicina al tavolo, sembrò notare la mia presenza, alzando quindi la testa e lo sguardo in mia direzione. Assottigliò gli occhi squadrandomi da capo a piedi - senza preoccuparsi minimamente di essere scoperto - mentre un sorriso - poco compromettente - gli si affiorava sulle labbra. "Alla buon ora." Parlò degnandosi di riportare gli occhi nei miei e non al mio corpo.

"Scusami, ero con mio marito." Mi limitai a rispondere, spegnendo immediatamente il sorriso sulle sue labbra.

Spostai la sedia, sedendomi comodamente su quest'ultima, avvicinandomi - senza far rumore - al tavolo. Appoggiai delle bozze che avevo scritto, mettendogliele sotto agli occhi, prima iniziavamo e prima me ne andavo. "Allora, come sta Rayan?" Mi chiese, non preoccupandosi di dare nemmeno uno sguardo ai miei fogli.

Decisi di tagliare corto. "Alla grande. Forte e in salute." Risposi abbassando le spalle.

Mi sembrò di vedere una piccola ombra passare nei suoi occhi, ma poi pensai di essermelo immaginato. "Mi fa piacere." Mormorò.

Decisi che quello era il momento perfetto per iniziare il nostro lavoro, incominciai quindi a spiegargli quello che avevo scritto, aggiungendo dei commenti personali e sarcastici per rendere la relazione più leggera. "Dato che entrambi ci conoscevamo già prima di entrare in questa Università, possiamo citare il fatto che vedere una faccia "amica" ci ha aiutato ad affrontare la timidezza dei primi giorni scolastici, che ne pensi?" Proposi alzando lo sguardo impassibile per guardarlo, incontrando i suoi occhi pronti ad incrociarsi con i miei.

"Mi pare una buona idea." Rispose annuendo per più volte, mentre leggeva le parole che trascrivevo al suo computer per poi stampare i fogli. "Parlerai anche di tuo marito? Insomma, vi siete sposati così giovani, credo sia una buona idea parlarne del vostro percorso nei termini scolastici." Disse, nonostante il suo discorso non facesse davvero una piega.

Era da quando ero arrivata, che sembrava interessato a parlare di Rayan. E mi ritrovai a chiedere come mai di quell'interesse, insomma, non erano nemmeno amici e non avevano tutti questi rapporti. Tutte quelle domande mi sembrano alquanto insolite. "Alex, dobbiamo parlare del nostro percorso scolastico e lavorativo che abbiamo trascorso qui dentro, e non della mia vita sentimentale con mio marito." Dissi con tono serio. "Ma se sei così interessato, posso dirti che non mi pento affatto di essermi sposata così giovane con Rayan, anzi, quell'uomo mi dà così tanta soddisfazione che potrei esplodere da un momento all'altro di gioia." Aggiunsi, vedendolo aggrottare la fronte. "Allora, ti basta come risposta?" Aggiunsi inarcando un sopracciglio, cercando di non sembrare irritata ma gentile.

Schiava Di Un MiliardarioWhere stories live. Discover now