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Al suono della campanella, che segnava il termine della terza ora delle lezioni, uscii dalla classe - stringendo alcuni appunti fra le mani - insieme a Laris, che intanto mi raccontava delle sue lunghissime giornate a casa con la febbre, facendomi sbellicare dalle risate a causa del suo tragico modo di raccontare. "Mai più il thè caldo con la febbre, mi ha fatto sudare come un pollo dentro al forno, nel giorno del Ringraziamento." Mormorò la mia amica, con le ciocche dei capelli ormai viola-celeste, facendomi ridere per la millesima volta in quei dieci minuti.

"L'importante è che ora tu stia bene, le ore di Storia senza le tue battutine dirette al professore-lecca-i-baffi-ripieni-di-mucco mi erano mancate." Dissi aprendo il mio armadietto, per depositare i libri pesanti e scambiarli con quelli che avrei dovuto usare nelle ore successive.

"Ecco, palla di mucco non mi è mancato affatto, quell'uomo è illegale per la sua schifezza." Annunciò Laris appoggiandosi con le spalle contro un armadietto, di fianco al mio.

"Invece a me fa morire dalle risate, è l'unico professore che ricorderò con affetto dopo la Laurea." Risposi stringendomi nelle spalle, per poi chiudere l'armadietto e dirigermi - insieme a lei - alla mensa, che come ogni volta era piena di studenti.

"Ti aspetto seduta in quel tavolo laggiù, appena finisci di fare la fila raggiungimi. Va bene?" Mi chiese la mia amica dirigendosi al tavolo, senza nemmeno aspettare la mia risposta, mi limitai quindi ad annuire per poi girarmi ed affrontare quella che sarebbe stata una lunga manciata di minuti.

Raggiunsi la fila chilometrica che si trovava davanti a me e dopo vaer aspettato quindici minuti buoni, riuscii ad ordinare qualcosa da mangiare: "Un panino e una bottiglietta d'acqua naturale, grazie." Chiesi ad una delle Signore che lavoravano alla mensa, come ogni giorno indossavano una tuta azzurra - quasi uguale a quelli degli infermieri - con tanto di capello chilometrico - tipo chef - in testa e un sorriso affettuoso in volto. "Oh, niente cetriolini per piacere." Aggiunsi. Odiavo il retrogusto aspro dei cetriolini nel panino.

"A quanto pare sei sempre la solita fan sfegatata per i cetriolini, ah?" Domandò Alex comparendo al mio fianco, accompagnato da una leggera risata, e non potei fare a meno di notare come il suo sorriso fosse diventato bellissimo dopo aver usato, per alcuni anni , l'apparecchio da piccolo.

Mi chiesi mentalmente da dove fosse saltato fuori, Alex e le sue strane apparizioni. Avrei dovuto preoccuparmi di ciò?

"E a chi piacciono quei cosi rotondi, verdi e poco invitanti?" Domandai a mia volta con un espressione schifata in volto, facendolo ridere ancora una volta.

"Ti cercavo per il libro, che mi hai fregato in biblioteca, ma non ti ho più vista in giro." Parlò incrociando le mani al petto, mentre si appoggiava - con le spalle - alla vetrata dei porta brioche.

Con quello che era successo ultimamente fra me e Rayan, pensava davvero che lo avrei cercato per restituirgli il libro? Non volevo rispondergli così naturalmente, ma non era chiaro che Ray era diventato il centro del mio mondo, tanto da non farmi ricordare nessun altra cosa? Che poi di che libro stava parlando? L'incidente in palestra di qualche giorno fa, l'amore incondizionato per mio marito e tutto ciò che riguardava lui, non riusciva a farmi pensare a nient'altro. Incredibile. "Mi dispiace." Risposi. "Te lo riporterò domani, quindi fatti vedere in Biblioteca al pomeriggio." Mi limitai ad aggiungere, prendendo in mano il vassoio che la signora aveva appena riempito.

"Bottiglietta d'acqua naturale e panino, senza cetriolini." Annunciò la donna precisando, con un sorriso in volto.

"La ringrazio." Le risposi ricambiando il sorriso, per poi girarmi - salutando Alex con un cenno del capo - e dirigermi in direzione del tavolo su cui era seduta Laris da un po'. "Ehi, eccomi." Dissi alla mia amica, per poi sedermi su una delle quattro sedie.

Schiava Di Un MiliardarioWhere stories live. Discover now