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"A chi sa apprezzare
le piccole cose,
che in realtà se le guardi bene,
non sono né piccole
ne tantomeno cose."

 
Ero comodamente seduta nel sedile al lato del conducente, nella grande Jeep nera di Jacob mentre mi massaggiavo la mano destra dopo aver dato il 'famoso' schiaffo a Rayan, perché mi ero fatta più male io, che la vittima. Pensare a quest'ultimo, mi fece rabbrividire, per il semplice fatto che mi ricordai del suo sguardo arrabbiato dopo avergli tirato quella sberla. Arrabbiato o meno, ben gli stava, se lo era altamente meritato.

A distrarmi dai pensieri, fu il suono del cellulare che segnava l'arrivo di una notifica. Lo estrassi quindi dalla borsa e accesi lo schermo, sobbalzai non appena lessi le parole del messaggio che mi era arrivato: <<Se non torni per cena, ti vengo a cercare. E credimi Mrs Johnson, non sto scherzando. (19.12)>> da Rayan.

"E' Rayan?" mi domandò Jake, mentre cambiava la marcia del cambio manuale della macchina. Mi limitai ad annuire, mentre tenevo ancora lo sguardo sullo schermo del cellulare. "Quel ragazzo, in fondo, ci tiene a te." aggiunse, tirando su con il naso, un gesto che trovai adorabile, ma la sua affermazione - non aveva nulla - di adorabile. Rayan non ci teneva a me, perché mai avrebbe dovuto? Era fidanzato con un altra e aveva dimostrato che di me non gliene importava, quello stesso pomeriggio. Quindi, perché illudersi?

"Cazzate." risposi rimettendo il cellulare nella borsa, ignorando completamente il messaggio di Rayan. Non sapeva dove stessi andando - non lo sapevo nemmeno io, dettagli - e non mi avrebbe mai - almeno così speravo - trovata.

Dopo un quarto d'ora, mi ritrovavo in piedi e davanti a due grandi vecchi cancelli, che circondavano una Villa a dir poco enorme. "Non mi avevi detto che mi trascinavi a casa del tuo ragazzo?" chiesi rivolgendomi a Jacob, quest'ultimo era intento a suonare il campanello a forma di leone dorato, mentre controllava il cellulare.

"Infatti, è quel che ho detto." rispose, stringendosi nelle spalle. Quindi voleva dirmi che questa costruzione mostruosa era la casa di Steven?

"Prego, entri pure, Signorino Jake." parlò una voce femminile al citofono, dove qualche secondo prima, aveva suonato Jacob.

"Grazie, Katherine." rispose il mio amico, aspettando che i grandi cancelli si aprissero davanti a noi.

"Chi è Katherine?" chiesi - curiosa - mentre varcavamo la soglia, immergendoci in quella proprietà esageratamente grande.

"La governante, la adoro." ammise.

Camminavamo ormai da tre minuti buoni, il sentiero che collegava i cancelli alla villa, era un percorso lunghissimo. Potei notare che ai lati, vi era un vastissimo prato verde perfettamente tagliato, ma non riuscii a vedere altro data la penombra della notte che ci avvolgeva. "Il Signorino, lo aspetta nella Sala da Pranzo." annunciò una donna, una volta entrati nella grande villa. Capii che aveva la stessa voce che alcuni minuti prima aveva echeggiato al citofono. Era davvero una bella donna: alta, mora sia di capelli sia i colori che circondavano i suoi occhi, e semplice. "Oh, benvenuta." aggiunse rivolgendosi a me, con un sorriso educato e cordiale.

"Salve." mormorai in un sussurro.

"Una amica, Payton Johnson. Lei, è Miss Katherine." parlò Jake togliendosi il giacca, mentre ci presentava l'una all'altra.

"Mrs Johnson." rispose la donna, che doveva avere più o meno la mia età e non oltre, porgendomi la mano.

"Payton, la prego." dissi, ricambiando una leggera stretta di mano.

Sorrise, e rivolgendosi ad entrambi disse: "Seguitemi."

Feci quel che mi viene detto, e subito dopo Jake, li seguii.

Schiava Di Un MiliardarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora