32. Parte Seconda

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"A quanto pare sei riuscito finalmente ad arrivare a scuola." Parlai rivolgendomi a Rayan, cercando di alleggerire quella situazione alquanto pesante, inutilmente. Forse non era il momento per scherzare, che fosse così arrabbiato?

Alex capendo la situazione, si limitò a dirmi: "Quando avrai finito di leggere il libro, dimmelo che lo prenderò io. Salutami Mr e Mrs Williams, ci si vede in giro Payton?" Mi chiese avvicinandosi alla mia guancia, per lasciare un bacio veloce su di essa.

"Oh va bene, ci si vede in giro." Confermai spaesata sia per il suo bacio nella mia guancia, sia per come se ne stava andando, lasciandomi da sola ad affrontare un Rayan al quando arrabbiato. "Senti.." Mormorai rivolgendomi a quest'ultimo. "Non essere arrabbiato con me." Parlai con voce bassa, mentre passavo una mano nell'altra, lo facevo sempre quando ero nervosa.

Lui sospirò, passandosi una vano sul volto. "Perché non mi hai svegliato?" Chiese diretto.

"Dormivi così bene, che non ho avuto cuore di svegliarti. Dopo tutte le lacrime che hai versato ieri sera, avevi bisogno di riposo." Gli risposi, in parte era vero.

Scosse la testa, come se quel gesto potesse calmarlo. "E perché eri con Conor, abbracciata a lui tra l'altro?" Domandò con un pizzico di rabbia, sul tono della voce.

Prima di tutto non gli dovevo alcuna spiegazione, erano affari miei con chi ero o meno, ma per non farlo arrabbiare ancor più decisi di rispondergli: "L'ho incontrato in biblioteca, abbiamo parlato e quando il discorso è andato a parare su mio nonno, mi sono rattristata. Mi ha solo dato un abbraccio di consolazione, tutto qui. Perché tante domande Ray?" Gli chiesi a mia volta.

"Perché non mi fido di lui." Si limitò a rispondere, stringendosi nelle spalle larghe e muscolose. Ah, quindi solamente perché non si fidava di Alex non poteva abbracciarmi. Che comportamento era?

"È cambiato." Dissi. Alex era davvero cambiato dagli anni precedenti, le nostre conversazioni erano diventate più piacevoli, e non consistevano solo nelle sue prese in giro come da piccoli. Nonostante avessi ancora qualche dubbio, doveva ancora dirmi cosa voleva in cambio da me per il suo silenzio, ma ormai tutti in quella scuola sapevano che ero la moglie di Rayan. Quindi, tecnicamente, non gli dovevo nulla.

"Uhm-..mm non lo so, io continuo della mia idea di non fidarmi." Rispose incrociando ancora una volta, le braccia al petto.

"Anche tu sei cambiato e nonostante ciò, mi fido di te. Cosa cambia?" Gli chiesi, gesticolando con una mano.

Sembrò pensarci su, ma non trovando una risposta alla mia domanda, si limitò a dirmi: "Due a zero per te, Mrs Johnson." Rispose in fine, anche se oramai ero avantaggiata di molti punti rispetto a lui. Appoggiò successivamente una mano sopra alla pancia e muoverla sopra ad essa, in senso antiorario. "Mi accompagneresti alla mensa? Ho fatto talmente in fretta per venire qui, che non potuto fare colazione." Mi chiese.

E dopo aver annuito, lo seguii.

La mensa come al solito era piena di studenti, e ogni tavolo era diviso in gruppetti: quelli intellettuali, che indossavano sempre un maglione fatto a mano, un paio di occhiali e tenevano legati in una coda alta i capelli, almeno le femmine. C'erano i neri, non venivano chiamati così per il loro colore di pelle, ma per il modo in cui si vestivano e soprattutto come si truccavano. Stile dark. Che fossero ragazzi o ragazze, avevano tutti loro eye-liner e matita abbondante nel loro volto, facevano talmente paura, che avrebbero potuto vincere un premio per la presenza scenica più spaventosa. C'erano le Cheerledears, che indossavano una divisa più corta rispetto l'anno scorso, ma grazie al loro fisico stavano benissimo. Con loro si aggregavano sempre i giocatori sportivi della scuola: Ruby, Hockey e Pallacanestro. Tutte le squadre indossavano la loro uniforme sportiva, e come le Cheerledears il colore era sempre arancione e nero, come lo stemma della scuola. "Vieni con me?" Mi chiese Rayan con un vassoio in mano, indicando i loro amici ad un tavolo, più chiassosi che mai.

"Passo, sarà per un altra volta. Ho promesso a Laris che l'avrei raggiunta, quindi ci vediamo dopo. Okay?" Gli chiesi passandomi le dita sulla chioma dei riccioli, che mi ritrovavo in testa.

"Ti aspetto fuori da scuola, dopo le lezioni." Annunciò per poi salutarmi e dirigersi al tavolo dei suoi compagni.

Non volevo unirmi a loro, per il semplice fatto che non ero ne loro amica, né tanto meno una sportiva. Di cosa avrei mai potuto parlare, se non avevamo nulla in comune? Avrei passato sicuramente tutta l'ora di pranzo seduta come una statua, ed io odiavo le statue. Prive di personalità, non facevano niente di speciale se non a rimanere ferme, e facevano paura.

Mi accorsi in quel momento che forse avevo paura di troppe cose, ero peggio di una bambina! Dovevo regolarmi.

Guardandomi intorno vidi una manina sventolare in mia direzione, e accorgendomi che fosse Laris, la raggiunsi. "Scusami se ci ho messo tanto." Parlai, una volta seduta nella sedia davanti a lei.

"Quando entri in una biblioteca, non ne esci più." Mi rispose, alzando gli occhi al cielo.

"Ma questa volta non è stato questo il motivo, per cui ciò messo del tempo." La informai, rubandole una patatina fritta dal suo vassoio, dato che non avevo voglia di rialzarmi per andare ad ordinare qualcosa. E ricevetti pure un occhiataccia da parte sua.

"E allora cos'è successo?" Mi chiese spostando il vassoio più vicina a sé, impedendomi di rubarle altro. Uffa, ma io avevo fame!

"Ero con Alex Conor, non so se hai presente, e Rayan è arrivato proprio quando quest'ultimo mi ha abbracciata." Risposi incrociando le braccia, appoggiandole poi sopra al tavolino.

"Quel Conor? Lo studente che studia Economia all'ultimo anno dei 90?" Domandò sbattendo le palpebre dei suoi occhi, più volte di quanto non dovrebbe. "Cosa non gli farei." Aggiunse con occhi sognanti.

"Laris!" La rimproverai, ricevendo da parte sua una risata fragorosa, che fece ridere pure me. Quella ragazza non cambierà mai. "Comunque si, lui. E vedessi la faccia di Rayan, della serie: che sta succedendo qui? Sarei voluta scoppiare a ridere, ma ho evitato." Aggiunsi, dopo che le risate cessarono.

"Mi immagino la scena. A proposito, come va con Rayan?" Mi chiese, per poi bere un sorso dalla sua bottiglietta di acqua frizzante.

"Abbiamo deciso di ricominciare da capo.." Mormorai grattandomi la testa, mica potevo dirgli che mi aveva raccontato la verità.

"Quindi adesso state davvero provando ad essere marito e moglie?!" Disse praticamente urlando, attirando - come ogni volta - l'attenzione dei presenti, su di noi.

"Shhh." Cercai di zittirla, portandomi l'indice sulle labbra. "Non lo so chiaramente, ma stiamo provando ad andare d'accordo." Risposi alla sua domanda, riaccomodando mi sulla sedia, prendendo la sua bottiglietta in mano.

"Uhm uhm." Mormorò inarcando un sopracciglio.

"Che c'é?" Le chiesi aggrottando la fronte, per poi inclinare la testa all'indietro per bere l'acqua.

"Prevedo molti bambini, piccoli Johnson che girano per la casa. Non vedo l'ora di scegliere i nomi!" Esultò, facendomi versare sopra al tavolino ciò che avevo appena bevuto. Ma che film si creava in testa?

"Ma sei matta?" Le chiesi, puntandole la bottiglietta contro, ricevendo da parte sua soltanto una lunga risata.

Commenti alquanto inutili dell'autrice:

Per prima cosa vi volevo ringraziare per i commenti sempre molto incoraggianti, per i messaggi privati di sostegno, per votare la mia storia e per i vostri commenti. Li adoro e mi fanno ridere un sacco, siete delle lettrici spettacolari e in voi trovo amiche adorabili. Grazie ragazze.
Seconda cosa, ho notato come siamo cresciuti con le visualizzazioni e wow, 947k sono tante e quindi grazie ancora per  trovare il tempo di leggere ciò che scrivo. Spero di raggiungere 1M, magari riuscirò a farlo diventare cartaceo un giorno. Chissà.
E niente,
Fanny.

Schiava Di Un MiliardarioWhere stories live. Discover now