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Sherek
"Ti ho trattato male,
perché sei ancora qui?"

Ciuchino
"Perché gli amici fanno così."


"Come procedono i preparativi?" Mi domandò Jacob, mentre uscivamo dalla palestra, avevamo appena subito un ora con il Mister che non si era minimamente preoccupato di farci prendere fiato negli ultimi quarantacinque minuti, e nell'ora successiva ci avrebbe dato del filo da torcere, mi chiedevo perché proprio a noi doveva capitare di fare Educazione Fisica per due ore di fila. Non mi cambiai nemmeno, e quindi uscì con i pantaloncini, la maglietta senza maniche della Jordan e le scarpe sportive con i calzini fino al ginocchio.

"Preparativi? Di quale preparativi stai parlando?" gli chiesi, mentre facevo uno chignon poco elegante in testa, con tutti gli esercizi che avevo fatto, i miei capelli non avevano pensato due volte di avere il libero arbitrio di gonfiarsi.

Jacob mi guardò per un arco di secondo, studiando bene la mia domanda come se sperasse che stessi scherzando. Ma io non stavo scherzando, anzi, non capivo nemmeno di che preparativi stesse parlando. "Non ti dice niente la parola 'Matrimonio'?" chiese inarcando un sopracciglio, mentre si fermava davanti a me, bloccando la mia camminata fra i corridoi della scuola.

"Ah, quello" dissi. "Credimi se ti dico che è l'ultimo del miei pensieri, voglio solo godermi i miei 23 giorni di libertà, insomma concedimi almeno questo" risposi stringendomi nelle spalle.

"Vuoi che non tocco l'argomento?" mi chiese sorridendomi affetuosamente, quella situazione la stavo evitando come la peste. Non volevo pensarci a cosa sarebbe accaduto fra meno di un mese, volevo solo godermi questi momenti di spensieratezza, divertirmi e sperare che quel giorno tardasse il più possibile.

Annuii, per poi circondargli le mie mani sul suo braccio muscoloso. Se fosse stato etero, credo che mi sarei innamorata di Jacob ormai da tempo, è estremamente bello - non posso negarlo - e la sua dolcezza conquisterebbe chiunque ragazza così come conquista anche i ragazzi. Mi ritengo fortunata ad averlo come amico, non oso nemmeno pensare come farei senza, è il fratello maggiore che non mai avuto e lui si è dimostrato tale. Capì le mie ragioni e mi sorrise.

Ci incamminamo in direzione della mensa, avevamo una fame la lupi e se non avessi messo qualcosa di buono nello stomaco, avrei sbranato chiuque fosse stato nei dintorni.

Anche quel giorno la mensa era piena di studenti, ma fortunatamente la coda fu più breve del previsto. "Vado a prendere un tavolo, ti aspetto là" mi avvisò Jake facendomi l'occhiolino, annuii e ripresi a fare i piccoli passi man mano che avanzavo per ordinare.

"Attento Rayan!" urlai mentre il bambino dalla bassa statura, cercava di salire sull'albero dopo aver accettato una scommessa da parte di Alex Conor, un ragazzino più grande di noi di due anni, sempre pronto ad attaccare briga.

"So quello che faccio!" urlò di risposta. "Fidati di me piccola Marie" aggiunse sorridendomi affetuosamente, mentre annuiva con un ceno del capo e coraggiosamente si decideva a salire su quell'albero.

Quel piccolo corpo, saliva in una velocità a me sconosciuta, mi chiedevo se non avesse guardato troppi film, insomma, era più bravo di Cesare di 'L'alba del pianeta delle scimmie'. Mentre si arrampicava, io mi coprivo gli occhi con le mie piccole manine, avevo paura. Avevo paura che cadesse e si facesse male, non poteva succedere dato che non sarei stata in grado di aiutarlo. Non ero in grado di fare molto per lui e questo mi faceva stare male, mi sentivo una bambina inutile, chi mai avrebbe voluto una persona così insignificante come amica? Decisamente ero la prima a non volerlo.

Schiava Di Un MiliardarioWhere stories live. Discover now