29.

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Rabbrividii. All'improvviso sentivo come se i due poli del mondo si fossero riuniti in questa stanza. Possibile che Rayan fosse davvero lì, o ero io che continuavo ad immaginarmelo? "Perché non mi rispondi alle chiamate? Ti avrò chiamato una ventina di volte, senza ottenere - però - alcuna risposta da parte tua. Ti ho lasciato anche dei messaggi, nella segreteria telefonica." parlò, rompendo il silenzio funebre e dandomi la certezza che lui fosse per davvero seduto lì. Ma come era possibile? Come aveva fatto ad entrare?

"Lo so, li ho notati. Semplicemente mi andava di ignorarti." mormorai, ricordandomi che fino a qualche ora fa ero arrabbiata con lui, aveva sbandierato il segreto e non gliela avrei fatta passare liscia.

"Sei ancora arrabbiata" disse, non sapevo se era una domanda oppure un affermazione, ma comunque si, ero arrabbiata. Tremendamente arrabbiata.

"Wow Rayan, che persona perspicace. Da cosa lo hai capito?" chiesi con una nota di irritazione nella voce, mentre continuavo a piegare i vestiti che avevo usato durante la giornata.

"Perché ne stai facendo un dramma?" chiese a sua volta, odiavo quando ad una mia domanda se ne usciva con un altra.

"Dramma? Io vorrei semplicemente staccarti la testa, Rayan." risposi, buttando con forza i vestiti nel letto. "Ti avevo chiesto gentilmente di non dirlo a nessuno, capisci? Gentilmente! E tu che fai? Lo hai urlato, sbandierando in faccia a tutti presenti sulla realtà del nostro matrimonio. Dio, me lo avevi promesso!" aggiunsi alzando sia i gradi della mia voce, che le braccia in alto.

Lo vidi alzarsi da terra, mettere le mani nelle tasche dei jeans e venire in mia direzione. "Non ti avvicinare!" dissi alzando una mano in sua direzione per fermarlo, inutilmente.

"Mi stai allontanando?" mi chiese inarcando un sopracciglio.

"Ci sto provando, dammi la possibilità di farlo. In questo momento sono talmente arrabbiata, che potrei dire cose di cui un domani me ne pentirei." dissi. "Quindi allontanati, ho bisogno di ragionare Rayan e avendoti vicino non mi è possibile." gli risposi, passandomi una mano sui capelli ricci.

"Perché? Non dirmelo..non è che ti stai innamorando di me, Mrs Johnson?" domandò lui con un sorriso sghembo sulle labbra, ma non ottenendo una mia risposta agrottò la fronte. E perché mai avrei dovuto negarglielo? Ero già nella merda a scuola, tanto vale completare il pacchetto.

"Non lo so se mi sono innamorata di te." annunciai, facendolo sgranare gli occhi. Che succede Rayan, la mia sincerità ti ha spiazzato? "Sta diventando tutto un beneamato casino, non ci capisco più niente. Lasciami stare, okay? Vattene." aggiunsi portando le mani ai lati della mia testa. E solo dopo, mi accorsi che nulla di quello che avevo detto, aveva avuto un senso. Tranne il fatto di avergli appena confessato, di provare qualcosa per lui. Dannazione.

"Vuoi che me ne vada?" chiese, facendomi scuotere la testa. "Cosa vuoi allora?" aggiunse in un sussurro.

Alzai la testa e gli occhi in sua direzione, guardai come i suoi occhi mi guardassero attentamente. Come le sue labbra prendevano forma ogni volta che pronunciava qualcosa o come la sua fronte si agrottava quando cercava di capirmi. Peccato che non ci riuscivo nemmeno io. "Sono assolutamente arrabbiatissima con te, ma non andartene." mi limitai a rispondere. "A proposito, come hai fatto ad entrare?" gli chiesi, inclinando la testa di lato.

Sorrise, mentre si grattava il capo rasato con le dita. "Dalla porta?" domandò sarcastico, ricevendo la parte mia un occhiataccia, ma non capiva che non ero in vena dei suoi scherzi? "Il tuo amico, com'è che si chiama? Jacob? Mi ha fatto entrare, con la sola condizione di non far saltare la casa del suo ragazzo, semmai tu mi avessi picchiato. Davvero sono fidanzati?" aggiunse, notando la mia poca voglia di sentire del sarcasmo.

Schiava Di Un MiliardarioWhere stories live. Discover now