13.

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"Perché ti sei allontanato da me? Perché cerchi di evitarmi ogni volta che mi vedi? Spiegami, davvero non capisco!" urlai, in mezzo al maciarpiede. In quel momento ringraziai al cielo per il fatto che nei dintorni non ci fosse stato nessuno, altrimenti avrei fatto la figura della bambina capricciosa, beh, poco importava, volevo solamente sapere perché Rayan, il mio migliore amico - se lo era ancora - mi stava trattando come se fossi una sconosciuta, quando avevamo condiviso così tanto insieme.

"Lasciami in pace, smettila, non voglio avere nulla a che fare con te!" mi urlò a sua volta, alzando lo sguardo in mia direzione e mi resi conto solo in quel momento che quel ragazzo di sedici anni che si trovava davanti a me, non era davvero il mio migliore amico, o almeno non volevo crederci. Che fine avevano fatto quei due occhi azzurri come il mare, che tanto adoravo perdermici dentro? Che fine aveva fatto il ragazzo che mi riteneva indispensabile nella sua vita, ma che ora mi stava cacciando via senza darmi spiegazioni precise? Esisteva per caso un tasto per farlo tornare ad un anno fa? No, perché non riesco a trovarlo, insomma, rivorrei indietro il mio migliore amico, lo vorrei davvero.

"Voglio indietro il mio migliore amico, rivoglio Michael!" dissi a gran voce, mentre stringevo le mani in due forti pugni e la mia voce si faceva prendere da un singhiozzo. Pronunciai il suo secondo nome per far in modo che tornasse in sé, era l'unico modo che conoscevo.

"Non pronunciare mai più quel nome, tu non sei nessuno, e ora togliti dai piedi" rispose guardandomi con una carica d'odio, per poi passarmi affianco dandomi una spinta con la spalla.

Caddi con le ginocchia a terra, ma non mi preoccupai del dolore che sentivo in quel momento, perché il mio cuore era ridotto peggio. Non riuscivo a respirare, mi mancava l'aria fra i polmoni. "Mic-.." cercai di parlare, ma ne uscì fuori soltanto un sussurro. "Michael, ti prego aiutami" conclusi in fine e prima di perdere i sensi, sentii soltanto due mani afferrarmi per la vita e attirarmi a sé, forse era la nausea o la mancanza d'aria, ma ci avrei giurato che quelle mani e quel profumo di acqua di colonia fosse proprio il suo.

"Payton" mi sussurrò qualcuno all'orecchio, ma la sua voce sembrava così lontana, come se fosse irraggiungibile. "Ehy, svegliati" aggiunse scuotendomi leggermente con una mano.

Aprii gli occhi in una fessura, Dio! Per fortuna era stato soltanto un altro incubo, mi avrebbero mai lasciata in pace? Pensai, mentre passavo una mano sui capelli umidi. "Che succede?" chiesi a Rayan, che mi stava guardando preoccupato.

"Hai ancora gli incubi?" mi chiese a sua volta, cosa voleva dire con ancora?

"Non ha importanza. Dove siamo?" risposi, volevo cercare di cambiare argomento, dato che i miei incubi non erano fra i miei argomenti preferiti.

"Fra due minuti saremo arrivati" disse sospirando, per poi appoggiarsi allo schienale nella comoda poltroncina dell'aereo. Annuii per poi guardare fuori dal finestrino, non ci potevo credere, stavamo volando sopra alle spiagge di Copacabana. Ero a casa, finalmente.

"Preghiamo i Signori passeggeri di allacciarsi le cinture di sicurezza, atterreremo fra poco. Vi ringraziamo per aver scelto la nostra compagnia, buon proseguimento." ci comunicò una voce femminile al microfono, che echeggiò ovunque, distraendomi dalla bellissima vista che avevo da quassù.

Guardai Rayan seduto al mio fianco, e mi chiesi come potesse sembrare così bello anche con i capelli scompigliati e l'apparizione della barba gli dava un aria così sexy. Aspetta, cosa? No!
Con la testa ancora appoggiata alla poltroncina, aprì gli occhi e mi guardò di sottecchi, passando dallo sguardo impassibile a quello severo. "Che c'è?" gli chiesi, agrottando la fronte.

Schiava Di Un MiliardarioWhere stories live. Discover now