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Ero rimasta a parlare con Laris e Jacob fino al suono della campanella, che segnava l'inizio dei corsi pomeridiani. E la mia voglia di andarci, era pari a zero.

Dopo aver salutato Jake, io e la mia amica ci incaminammo in direzione della nostra classe. L'argomento su Alex non ne avevamo piú parlato, nonostante continuassi a pensare che lei non doveva - assolutamente - fissarsi o addirittura innamorarsi di quel ragazzo. Non mi fidavo di lui. Pensavo fosse cambiato, ma dopo quelle parole 'ogni cosa a suo tempo' quando voleva qualcosa in cambio, mi ero fatta due idee e non erano per nulla positive. Da quel giorno non lo avevo piú incontrato, meglio cosí, un problema in meno.

L'ora di Inglese era passata più veloce del previsto, e dopo aver appoggiato la borsa in una spalla, mi incamminai in direzione della palestra. Dove mi aspettavano due lunghissime ore di corse, sforzi e sudore. Non ero una fan accanita dello sport, l'unico sport - se potevo chiamarlo così - che praticavo solitamente, era alzarmi dal divano per andare in cucina a prendere il vasetto di nutella e tornare indietro.

Presi il cambio dall'armadietto nello spogliatoio, e dopo aver indossato la divisa strimizzita: pantaloncini neri, maglietta senza maniche arancione e bianca, e le scarpe da ginnastica. Andai in palestra insieme a Laris, che come me, si stringeva con le braccia al petto a causa della temperatura fredda. "Ma paghiamo cento dollari al mese per cosa? Dove stanno i riscaldamenti?" Si lamentò la mia amica, agrottando la fronte mentre ci sedevamo in cerchio ad aspettare il professore. Non potei fare a meno di tonarebi soliti sguardi, che si posavano sulla pelle della mia migliore amica, che - nel mentre che camminava - metteva in mostra l'arte che sua madre le aveva dipinto addosso. L'aria era un concentrato di disegni e colori, che mi affascinava ogni volta.

"Me lo chiedo anch'io." Risposi sfregando una mano nell'altra, con l'intenzione di scaldarle un po, inutilmente.

"Eccomi ragazzi ." Annunciò il professore una volta arrivato, inziando a scrivere le assenze nel registro di classe. "Bene, inziamo con alcuni giri di corsa come riscaldamento e poi ci divideremo in due squadre per una partita a pallavolo. Forza!" Aggiunse, battendo le mani per informarci di iniziare a correre.

A malavoglia iniziai a correre in cerchio - insieme ai miei compagni - per metà della palestra, dato che dall'altra parte erano presenti altre classi.
Odiavo fare educazione fisica insieme agli altri, perché mi sentivo abbastanza osservata, ed ogni volta mi trattenevo dal non mostrare a tutti quanti il mio dito medio.

"Aveva detto alcuni giri, e non di superare Usain Bolt." Disse Laris, raggiungendomi al mio fianco.

Cercai di non scoppiare a ridere, altrimenti mi sarei beccata altri dieci giri dal professore ed io, ero stanca già dal terzo giro. "Okay, basta così." Urlò il professore, per poi chiederci di raggiungerlo e con i piedi che strusciavano a terra, andai in sua direzione. "Ragazze, dividetevi in due squadre per una partita a pallavolo. Mentre voi ragazzi, andate a prendere un pallone per giocare a calcio!" Annunciò, fischiando nel suo fischietto giallo, che portava intorno al collo.

Nella pallavolo andavo piuttosto bene, avevo praticato questo sport quand'ero ancora piccola e per molto tempo, ma a causa di un infortunio al polso mi era stato impedito di continuare. "Ah, Payton!" Mi richiamò il professore, facendomi girare in sua direzione.

"Si, prof?" Chiesi, cercando di sistemarmi i pantaloncini.

"Senti, non sforzarti troppo a Pallavolo. Fai quel che riesci a fare." Mi informò il professore, sapendo ovviamente le mie condizioni.

"Va bene, grazie." Risposi con un cenno del capo, raggiungendo poi la mia amica Laris che aspettava di essere chiamata in una delle due squadre, che alcune compagne stavano formando.

Schiava Di Un MiliardarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora