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Mi stropicciai violentemente gli occhi con i palmi delle mani, subito dopo aver sentito il suono - insopportabile - della sveglia. E dopo aver allungato una mano in direzione di quest'ultima, la spensi. "Ray, svegliati." Sussurrai piano, avvicinandomi lentamente al corpo muscoloso steso al mio fianco. Teneva le braccia attorno al cuscino e la testa appoggiata sopra ad esso: ti proteggerò Payton, erano le parole che continuava a mormorare mentre dormiva. Non potei fare a meno di sorridere, pretendeva proteggermi anche dormendo? Per quanto avesse cercato in tutti questi anni di farlo, non capiva che doveva essere lui quello da proteggere e questo compito ormai era mio, mi sarei presa cura io di Rayan.
Ero sua moglie, dovevo farlo.
Anzi, volevo iniziare a prendermi cura di lui, come aveva - anche se in un modo contorto - cercato di prendersi cura di me durante gli anni.

Nonostante avessi cercato di svegliarlo più volte, non ci riuscii e non sapendo che altro fare, decisi di alzarmi e di dirigermi al bagno per svolgere la solita routine mattutina e poi avevo un urgente bisogno di andare al vaso sanitario. Mi lavai i denti, cercando di ricordarmi di comprare un dentifricio nuovo, pettinai i riccioli per poi raccoglierli in una coda alta e mi sciacquai la faccia, cercando di alleviare le occhiaie sotto agli occhi e lo strano rossore che avevo sulle guance. Tornata in camera, indossai: una camicia rosa opaco, una gonna nera - a vita alta - con la fantasia a scacchi, accompagnata dalle calze lievemente nere, le parigine e ai piedi le fedeli Dr. Martins. Più che una ventiquattrenne pronta a diplomarsi fra qualche mese, sembravo un adorabile bambina delle elementari, ma cercai di non farci molto caso.

Dopo essere uscita dalla cabina armadio, sorrisi vedendo Rayan ancora disteso nel letto, ma continuai ancora dell'idea di lasciarlo dormire. Semmai si fosse svegliato, avrebbe capito che ormai ero a scuola a ridermela di gusto per il ritardo che avrebbe fatto. Appoggiai la borsa, con tutto il necessario per affrontare la giornata a scuola, sulle spalle. Staccai il cellulare dal caricabatterie e nel mentre che uscivo dalla camera, visualizzavo le notifiche che mi erano arrivate nei social durante la notte. Strabuzzai gli occhi trovando nel blog del giornalino della scuola, una foto di me e Rayan a parlare durante la pausa pranzo alla mensa scolastica. Avevano appiccicato un paio di stickers con i cuori, intitolandoci la nuova miglior coppia dell'anno.

Alzai la testa, solo quando mi accorsi della stanza che chiamavo proibita. Decisi di non entrare e proseguire dritto. Scesi le scale con attenzione, essendo piuttosto maldestra, temevo di scivolare e strappare le calze  che - per una rara e buona volta - avevo deciso di indossare.

Una volta arrivata in cucina, trovai Rose intenta a sfornare una torta dal profumo alquanto invitante, che provocò diversi brontolii nel mio stomaco. E come se avesse appena uscito il rumore, si girò in mia direzione con la torta alle mele appoggiata - cautamente - in entrambe le mani. "Buongiorno, signora." Mi salutò sempre cordiale, con un sorriso affettuoso sulle labbra sottili, mettendo in evidenza le guance paffutello.

"Buongiorno Rose, sempre così mattiniera!" Annunciai accomodandomi sullo sgabello dell'angolo dell'isola, appoggiando la borsa al mio fianco, strappandole una risatina.

Annuì, prima di tagliare una gran fetta, appoggiandola successivamente su un piattino floreale, davanti alla mia visuale. "Gradisce?"

"Ha l'aria di essere buonissima." Mormorai prendendo in mano, la forchetta che mi porse gentilmente, aspettando che la assaggiassi. "E lo è!" Dichiarai, portandomi un pezzettino in bocca, ottenendo un sorriso di apprezzamento da parte sua.

"Il signorino non scende per la colazione?"  Mi domandò prendendo un panno umido e un prodotto per le pulizie, iniziando a strofinare il ripiano della cucina.

Schiava Di Un MiliardarioWhere stories live. Discover now