17. Parte Seconda

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"Dammi una ragione valida per non prenderti a schiaffi" mormorai chiudendo gli occhi,  rivolgendomi al corpo che era comodamente seduto dall'altra parte della vasca, mentre con la mano destra cercavo di coprirmi i seni e con l'altra mi avvolgevo con la schiuma bianca, creata con il bagnoschiuma alla vaniglia.

"È da più di mezz'ora che sei chiusa qui dentro, anche altre persone si lavano sai, e siccome non uscivi, sono entrato" rispose, come se la sua presenza dentro questa vasca fosse del tutto normale.

"Stai scherzando?!" Dissi a mia volta, alzando di gradi il tono della mia voce. Okay, ci avevo impiegato più tempo del previsto, ma questo non giustificava il fatto che lui si era intrufolato nel bagno ed era entrato in vasca. Dio, ero nuda! "Rayan, per l'amore del cielo!" Aggiunsi, ero davvero arrabbiata.

"Fai davvero?" Mormorò.  "Mi sto semplicemente lavando" aggiunse, mentre prendeva fra le mani una bottiglietta verde, inclinarla su un palmo della mano per poi alzare lo sguardo in mia direzione.

"Che c'è?" Gli chiesi sospirando, era inutile arrabbiarsi, tanto lui rimaneva con l'idea di restare seduto qui.

"Posso?" Chiese indicando il suo palmo, dove secondi prima aveva riempito con il sapone. Ma che voleva intendere con posso? Posso cosa?

"Sei serio?" Gli chiesi di risposta, una volta arrivata alle sue intenzioni. Voleva passare il sapone su di me, credeva davvero che glielo avrei lasciato fare? Potevo e ci riuscivo benissimo a lavarmi da sola.

Si limitò semplicemente a stringersi nelle spalle, larghe e muscolose, per poi inarcare un sopracciglio aspettandosi una risposta da parte mia. "Okay" confermai arrendendomi, andai poi a posizionarmi di spalle contro il suo petto, con le gambe stese e rivolte in avanti dove prima ero seduta io, lo stesso fece lui. "Ma adeguati ai limiti" aggiunsi, riferendomi alle zone limitate.

"Come vuole lei, Mrs Johnson" annunciò, e non potei fare a meno di notare che nella sua voce ci fosse stata una nota di divertimento.

Dopo alcuni secondi sentii due mani appoggiarsi sulla mia schiena, erano grandi e la sua pelle era morbida, la temperatura calda dell'acqua era in contrasto con quella fredda del sapone, facendomi rabbrividire. "Hai freddo?" Mi chiese Rayan alle mie spalle, potevo sentire il suo respiro sul mio collo. Era caldo e regolare, mi dava una sensazione di conforto, era rassicurante.

"Un po" risposi semplicemente, mentre le sue mani scendevano sulla mia schiena e le sue dita si facevano spazio sulla mia pancia, provocandomi il solletico.

"Ah, ma allora tu soffri il solletico" annunciò divertito, continuando a torturarmi la pancia con le sue dita.

Ridevo. Dio, stavo ridendo come una ragazzina di cinque anni, spensierata ed allegra. "Oh, ti p-..prego" provai a supplicarlo, cercando di ragruppare due parole, inutilmente.

"Ti prego, cosa?" Mi chiese, continuando a solleticare.

"Dai Ray, per favore!" Mi lamentai fra le risate, non riuscivo più a conternermi mentre mi muovevo nell'acqua facendo cadere qualche litro dalla vasca sul pavimento. Non riuscivo nemmeno a coprirmi moderatamente i seni, e solamente in quel momento mi ricordai di come fossi nuda insieme a lui! "Fermati!" Dissi alzando la voce di gradi, e senza esitare si fermò, lasciando che le sue mani si fermassero lungo i miei fianchi.

"Che ti prende?"

"Rayan, siamo nudi in una vasca da bagno" risposi, cercando di fargli capire quella situazione insolita. Possibile che non capisse il quanto fosse sbagliato?

"Davvero? Non l'avevo notato" rispose con sarcasmo, inarcando un sopracciglio.

"Non scherzare, tu non dovevi stare qui" aggiunsi sospirando.

"Esatto, non dovevo" disse. "Ma non mi hai neppure cacciato" aggiunse, ed aveva ragione. Non mi ero nemmeno sforzata a mandarlo mia, forse la sua presenza non mi dispiaceva più di tanto.

"In effetti avrei dovuto farlo" risposi a mia volta, passandomi una mano sul mento facendo finta di pensarci.

"Forza, usciamo di qui. Altrimenti prenderemo il raffreddore" disse alzandosi, non lo guardai fino a quando si avvolse l'aciugamano sulla vita. Dopo che si ebbe girato contro il muro, aspettando che uscissi, mi alzai dalla vasca e mi avvolsi con l'aciugamano. "Lascia fare a me" aggiunse, prendendo un piccolo asciugamano che tenevo fra le mani, per poi asciugare i miei lunghi capelli ricci fra il panno bianco, in un modo molto più delicato del mio.

Con le mani appoggiate al lavandino, lo guardavo mentre era intento ad asciugarmi i capelli attraverso lo specchio. E non potei fare a meno di notare ogni qual volta che i suoi muscoli di contraevano, quando le sue braccia si alzavano e ogni volta che respirava, i sui addominali sembravano stati scolpiti apposta per lui. "Che hai da guardare, Mrs Johnson?" Mi chiese, e quando alzai gli occhi incrociando il suo sguardo mi morsi il labbro alla sua faccia divertita, non potendo fare a meno di arrossire, insomma, ero stata colta nel fragrante.

"Mi piaciono il colore delle piastrelle" risposi inocente, stringendomi semplicemente nelle spalle.

"Farò finta di crederti" disse scuotendo leggermente la testa. "Ed ora, a letto" aggiunse, per poi prendermi fra le sue braccia, tipo sposa e portarmi in camera da letto e nel letto.

"Grazie Ray, è stata una settimana fantastica" dissi una volta sotto le lenzuola, dopo che lui ebbe spento le luci della suite, stendendosi poi al mio fianco nel letto.

"Davvero?" Chiese, per poi allungare le sue braccia lungo i miei fianchi, avvicinandomi al suo petto.

Annuii. "Certo, mi sono divertita tantissimo con te" suonò un po strano ammetterlo, ma era così. "È stato bello tornare in Brasile, e se non fosse stato per te, non ci sarei mai venuta. Quindi grazie, davvero" aggiunsi, accarezzandogli un braccio che mi teneva ben salda.

"Figurati" rispose. "Mi fa piacere che tu me lo dica" aggiunse. "E ora dormi, domani abbiamo l'aereo alle otto"

Sbuffai, mi sarei dovuta svegliare presto ed io odiavo svegliarmi alla mattina, quando avrei potuto benissimo dormire fino a tardo pomeriggio.

Schiava Di Un MiliardarioWhere stories live. Discover now