15.

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Payton

Il giorno successivo mi svegliai davvero tardi, verso mezzogiorno o l'una,  odiavo perdere la mattinata dormendo. Mi sfiorai le palpebre con i palmi delle mani e dopo aver sbadigliato leggermente, mi alzai e andai al bagno a sciaquarmi la faccia e a lavarmi i denti - l'alito che sentivo quando mi svegliavo, avrebbe steso chiunque nei dintorni - per bene. Tornai in camera, rendendomi conto dell'assenza di Rayan, che fosse andato a mangiare senza di me? Insomma, chi mai avrebbe aspettato, avrà avuto fame e come dargli torto. Aprii la valigia e estrassi fuori da essa un vestito completamente bianco e abbastanza corto fa fare vedere metà coscia. Mentre toglievo i vestiti con cui ero andata a dormire la sera precedente, sentii la porta della suite aprirsi e il suono di alcuni passi avvicinarsi. "Rayan?" chiesi, ma la voce uscì come un sussurro.

"Sono andato a prenderti qualcosa da mangiare, dopo aver dormito così tanto, avrai sicuramente fame" mi disse entrando in camera, mise un paio di sacchetti sopra al tavolo e dopo aver alzato la testa in mia direzione, si fermò a guardarmi per poi sorridere beffardo.

"Non guardare!" Lo rimproverai aggrottando la fronte, lui come risposta scosse la testa e sorrise divertito, dandomi successivamente le spalle.

"Mettiti il costume che andiamo in spiaggia, cerca di muoverti dormigliona!" aggiunse, per poi chiudere la porta. Che prepotente! Mi sarei presa tutto il tempo necessario per vestirmi e mangiare, si sarebbe arrabbiato ma pazienza.

Mi ci volle una buona mezzora per fare tutto quanto, dovetti anche rifare il letto dato che Rayan non se ne era minimamente preoccupato, il solito pigro. Controllai nella borsa che ci fosse il necessario per affrontare la giornata in spiaggia: asciugamano, crema solare, soldi per il gelato e altre cose importanti, nonostante Rayan continuasse a dirmi che fossero inutili. Indossai il costume, una semplice fascia bianca e un paio di mutande nere con delle decorazioni bianche. Mi guardai un attimo allo specchio e dopo aver annuito all'immagine riflessa davanti ai miei occhi, rimisi il vestito e calzai un paio di havaianas ai piedi. "Dai Payton!" si lamentò Rayan, seduto sopra al tavolo che si trovava nell'ingresso della suite.

"Eccomi, eccomi!' risposi raggiungendolo, mi sistemai una ciocca ribelle dietro all'orecchio e dopo aver aspettato che chiudesse la porta, ce ne andammo.

Il panorama che avevo davanti era semplicemente bellissimo, un paradiso terrestre. La palla di fuoco si trovava nel punto più alto nel cielo, illuminando ogni angolo della spiaggia. L'aria calda passava tranquillamente ovunque quasi soffocandoci, la sabbia era morbida e calda sotto ai nostri piedi, molto calda, troppo calda, diamine, mi stava bruciavano i piedi. Guardai Rayan al mio fianco, mentre la sua espressione si stava trasformando in una smorfia, i suoi occhi incontrarono i miei e se prima eravamo fermi sopra alla sabbia, secondi dopo stavamo correndo come due ragazzini spensierati in direzione al mare.

"Sento come se qualcuno, mi stesse squarciando la pelle sotto i piedi" si lamentò lui, ed io ridacchiai divertita di rimando.

"Ahh" sospirai, una volta messo i piedi nell'acqua fresca del mare. Come se un camion dei pompieri avesse appena spento un incendio, la sensazione di sollievo che provavo in quel momento era molto soddisfacente.

"Che meraviglia!" Dichiarò Rayan al mio fianco, mettendosi le mani lungo i fianchi. E dopo esserci guardati per un paio di secondi, finimo in una risata fragorosa, attirando sguardi curiosi dai passanti o dalle persone che si trovavano lì. Più che una coppia sposata dell'Università, sembravamo due bambini di cinque anni delle elementari, questa situazione mi faceva tanto ricordare i vecchi tempi, i momenti in cui ridavamo come se non ci fosse mai stato un domani e mi sembrava passato un secolo da allora. Mi fermai a guardarlo: gli occhi azzurri come il mare sorridevano come le labbra carnose e rosee, potevo benissimo notare il sorriso bianco e perfetto, e notai solo in quel momento che i suoi muscoli si contraevano dalle risate, aveva tolto la maglietta che indossava pochi istanti fa, ed ora mi ritrovavo ad ammirarlo. Il corpo del bambino di nove anni, si era trasformato in un ammasso di muscoli asciutti e scolpiti, come se fossero stati fatti da un artista, altro che modello dell'Amber Crombie, qui era Rayan Michael Johnson in tutta la sua bellezza. "Ei Payton, stai facendo a gara con il sole sciogliendomi con gli sguardi?" mi chiese lui, inarcando un sopracciglio.

Schiava Di Un MiliardarioWhere stories live. Discover now