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Ero davanti alla porta della 'stanza proibita' ormai da sei minuti esatti - sto controllando nel Casio d'oro, che porto al polso - e nonostante avessi appoggiato la mano sulla maniglia più volte, non riuscivo ad abbassarla, aprire la porta per poi entrare. Come se ci fosse qualcosa che mi bloccasse, o come se qualcuno mi stesse guardando. Mi diedi mentalmente della stupida, chi mai starebbe a guardarmi? Dovevo semplicemente entrare e scoprire cosa mi nascondeva Rayan, ci ero stata due volte in quella stanza e non avevo trovato nulla di così sospettoso, tranne la macchina fotografica che la scorsa volta non era più presente. Mi venne in mente l'immagine in cui mi ero soffermata a guardare, lui insieme ad un altro ragazzino. Chi era? Si collegava forse a ciò che Rayan non voleva dirmi? E poi, che cosa non voleva dirmi? Dio, tutte quelle domande mi stavano dando alla testa e in quel momento avrei soltanto voluto un Sherlock Holmes per risolvere questo 'mistero'.

Quando finalmente fui sicura ad abbassare la maniglia, una voce rauca rieccheggiò nel corridoio, facendomi sobbalzare e staccare la mano, portandomela al cuore. "Che cosa volevi fare, Payton?" parlò Rayan, in piedi alle mie spalle. Potevo vedere la sua ombra, che i lampadari del  corridoio riflettevano.

Mi girai in sua direzione sospirando, per poi sforzare un sorriso. "Stavo cercando la Biblioteca." mentii cercando di guardarlo. Indossava i pantaloni del pigiama, erano lunghi e blu, per coprire le sue spalle muscolose aveva su un maglione bianco e ai piedi non calzava nulla, semplicemente perché le sue pantofole le avevo rubate io, dato che - come al solito - non trovavo le mie.

"Ah, ma davvero?" chiese inarcando un sopracciglio, facendomi annuire. "Lo sai, sei sempre stata una pessima bugiarda." aggiunse, avanzando di qualche passo in mia direzione.

"Io, una bugiarda?" risposi agrottando la fronte, come se mi fossi offesa alla sua affermazione.

"La Biblioteca si trova nell'ala Ovest della Villa, e tu lo sai molto bene." parlò. "Quindi, che volevi fare davanti davanti alla stanza, che guarda caso ti ho detto di stare lontana?" continuò, incrociando le braccia muscolose al petto.

"Te l'ho detto..s-..stavo cercando la bibli-.." sussurrai per non so quale motivo, praticamente balbettando, e grazie a ciò fui interrotta da Rayan.

"Non mentirmi." disse con voce severa, avvicinando le sue grandi mani al mio viso, per poi incastrare le sue iridi azzurre sui miei occhi.

"Perché? Anche tu lo stai facendo." risposi, cercando di ribattere alle sue parole, nonostante il suo sguardo stesse abbattendo le barriere del mio coraggio per affrontarlo.

"Come?" chiese lui, agrottando la fronte confuso, ovviamente non arrivandoci.

"Anche tu Rayan, mi stai mentendo. Tu e il nonno, voglio saperlo." mi lamentai, la mia voce era diventata quasi come quella di una bambina di cinque anni, cercando di fargli intendere il succo del discorso.

"Perché sei così testarda? Perché lo vuoi sapere? Uhm?" rispose, sussurrando a poca distanza dal mio viso, potevo benissimo sentire il calore del suo respiro circondare il mio collo, provocandomi brividi su tutta la schiena.

"Perché non mi piace quando mi si nascondono le cose, mi sento messa da parte, e tu questo lo fai sempre" annunciai. "Mi metti sempre da parte, e per quanto cerchi di fregarmene, non ci riesc-.." cercai di parlare, ma fui nuovamente interrotta e ciò stava accadendo molto spesso. Ma questa volta, a farmi tacere, furono il tocco delle sue labbra sulle mie.

Per quanto volessi annullare quell'improvviso contatto, non ci riuscì. Le sue labbra erano ferme sulle mie e mi trasmettevano una strana sensazione di calore per quanto erano morbide. "Zitta" sussurrò, una volta che si ebbe staccato leggermente. "Parli troppo, Signora Johnson." aggiunse, riavvicinandosi alle mie labbra.

Schiava Di Un MiliardarioWhere stories live. Discover now