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"Non puoi pretendere
che un cane
non provi a morderti quando,
nella sua vita,
cercando una carezza,
ha ricevuto soltanto schiaffi.
Sta a te,
guadagnare la sua fiducia.
Stessa cosa
vale per le persone."

Eminem - Lose Yourself

Quella sera stessa fui gentilmente ospitata da Laris, che aveva costantemente insistito nel farmi rimanere a dormire da lei, nonostante mi fossi opposta svariate volte.
"Il vecchio - suo padre - non torna a casa da quasi una settimana, fermati pure a dormire." Mi informò arrivando il naso contornato dal Septum, appoggiando sopra al divano - mal curato e macchiato dal vino - un paio di lenzuola, una coperta e un cuscino.
Indossava una maglietta e un paio di pantaloncini a righe, lasciando esposte le braccia e le gambe avvolte dall'inchiostro indelebile dei suoi tatuaggi.

Sua madre - la Signora Collins - prima di morire, le ha cucito addosso - in tutti questi anni - il suo modo di esprimere il proprio amore. E da tatuatrice, quale modo migliore per dimostrarlo se non dipingere la propria arte, nel corpo della figlia che aveva sempre ritenuto il suo dipinto preferito.
"Scusami per la qualità della comodità, ma è il meglio che posso offrirti." Mormorò portandosi una mano dietro la testa, grattandosi - leggermente in imbarazzo - la nuca.

"È più che sufficiente." La rassicurai prendendo le sue mani fra le mie, stringendole in una stretta sicura. "Non so davvero come ringraziarti, amica mia." Parlai sincera, regalandole un sorriso affettuoso.

Mi aiutò a preparare il piccolo divano su cui avrei passato la notte, rendendomelo il più accogliente possibile. Mi preparò una deliziosa tazza fumante di Twinnings e mi diede la buonanotte prima di ritirarsi in camera sua. Dopotutto, aveva appena affrontato un turno più che pensate nel locale in cui lavorava ed era tremendamente a pezzi dalla stanchezza.

Mi lascia ricadere - dopo aver lavato la tazza - sul divano, mi coprii velomente con le coperte fino al collo e mi abbandonai al sonno, ad un sonno che - forse - non mi sarei voluta più svegliare, la realtà dei fatti era troppo brutta da sopportare e me ne rendevo conto solamente ora.


^~^

Aprii gli occhi in una piccola fessura, me li stropicciai per poi guardarmi intorno. Era ancora molto buio, saranno state ancora le due o le tre del mattino e sentivo che avrei passato così tutta la notte, i ricordi mi tormentavano anche quella sera ed era come se qualcosa, mi impedisse di mandarli via.

Scossi la testa facendo andar via i ricordi, mentre sentivo bussare leggermente alla porta. All'inizio sussultai domandandomi se non me lo fossi immaginata, ma poi il rumore si fece un po' più forte e quindi decisi di alzarmi controvoglia dal divano, un po' incerta se aprire o no la porta, infondo quella non era nemmeno casa mia. Fu inutile guardare dall'occhiolino magico, anche perché era scuro a causa delle luci spente del corridoio del condominio.

E se fosse stato un ladro? Mi domandai mentalmente. Il che era nettamente impossibile, i ladri sicuramente non busserebbero alla porta con un: "Ehi, scusami, sono venuto a rubare. Posso entrare?".
Decisamente no.

Presi velocemente una pentola dalla cucina, se fosse stato necessario avrei usato il metodo di Rapunzel. Tornai in salotto, aprii le tre serrature della porta e prima che potessi colpire il bersaglio, i miei occhi scruttarono per bene il soggetto per poi riconoscerlo.

Cosa?
Rayan?

"Che ci fai qui?" Sussurrai per non farmi sentire da Laris, che a quest'ora dormiva nel suo letto.

"Te ne sei andata, quindi sono venuto a cercarti." Rispose chiudendo lentamente la porta alle sue spalle. "Cosa vuoi fare con quella padella?" Domandò aggrottando la fronte, rendendosi conto di ciò che avevo in mano.

Schiava Di Un MiliardarioOnde as histórias ganham vida. Descobre agora