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Il Rosso era il colore che segnava nel semaforo ormai da ben cinque minuti, e in tutto quest'arco di tempo ero rimasta a tintinellare l'indice sul volante.

Pensavo, esattamente pensavo a come staccare la testa a mio marito, senza sembrare un omicidio colposo. Quanti anni di galera avrei preso?

Ero arrabbiata, anzi, furiosa con Rayan! Gli avevo detto che avrei pagato da sola il costo della riparazione del mio maggiolino e lui invece che diamine aveva fatto? Era riuscito a pagare ben cinque minuti prima della sottoscritta. Ma come aveva fatto? Anzi, perché lo aveva fatto?

Riuscirà mai a fare ciò che gli si viene detto?

Non so cosa gli avrei detto di preciso, ma ero certa che avrei trovato le parole giuste al momento.

Pensai, mentre il semaforo era ancora rosso, a come la situazione si fosse capovolta. Solo due giorni prima, avevo passato i momenti più belli della mia vita e un minuto dopo volevo ucciderlo con le mie stesse mani. Credo di amarti erano state le sue parole mentre aveva chiuso le palpebre, per non farmi vedere le sue bellissime iridi azzurre, ed io non lo avevo creduto. E come avrei potuto farlo? Non ero davvero sicura di provare dei sentimenti così forti per Rayan, come lui diceva di provare per me. Ma non poteva nemmeno costringermi a credergli e per di più si era pure arrabbiato e mi aveva acusato di tradirlo, con l'autista? Scherzava?

Dio, avevo perso la mia verginità con Rayan e non con José! Che gli passava per la testa?

Per fortuna il colore verde si era acceso, e dopo aver cambiato marcia e aver schiacciato il piede sull'acceleratore, mi incamminai all'Università sperando di non arrivare in ritardo.

^~^

Era ormai da due ore che il professore spiegava alla lavagna e per tutte le due le ore, non avevo fatto altro che pensare a tutt'altro.

Nonostante avessi girato in ogni angolo della scuola alla ricerca di Rayan, non lo avevo trovato. E dopo il suono della campanella - che segnava l'inizio delle lezioni - mi ero incamminata in classe, per non rischiare di ricevere un richiamo.

Pensai per un secondo, che stesse scappando da me. Ma sapeva benissimo che lo avrei trovato, quando mi arrabbiavo ero in grado di trovare le persone meglio di google maps o del gps.

Ero arrabbiata con lui per vari motivi: per avermi dato della traditrice e per aver pagato il mio maggiolino. Dovevo fargli capire che nonostante lui avesse le possibilità economiche per aiutarmi e i soldi, non si doveva permettere di interferirsi nella mia indipendenza. Non poteva fare così ogni volta che voleva e poi doveva imparare ad ascoltarmi quando parlavl. Quando dico no, per la miseria, è no e fine della questione.

Il suono della campanella, mi fece scuotere la testa per tornare al mondo reale, il mondo in cui avrei dovuto scovare mio marito negli angoli più remoti della scuola. "Che cosa ti prende?" mi chiese Laris, avvicinandosi al mio banco con un sopracciglio inarcato.

"Dovrei avere qualcosa?" le chiesi buttando dentro alla mia borsa, il materiale che avevo messo sopra al banco per prendere appunti e per seguire la lezione. Cosa che non avevo minimamente fatto.

"Sembri arrabbiata, ci sono arrivata vicino?" Rispose gesticolando con le mani, mentre si sedeva sulla mia sedia.

"Sono furiosa!" mormorai alzando di gradi la voce e ringraziai in quel momento, che i compagni fossero già usciti dalla classe.

"Motivazione?" chiese appoggiando i gomiti sul banco e il viso sulle mani, okay, la sua posa era della serie: 'sono pronta ad ascoltarti'.

"Rayan. Chi altro potrebbe mettere in subbuglio, la mia pazienza?" sbuffai, sedendomi sopra al banco davanti a lei. Rimanendo con le braccia appoggiata ai lati delle cosce e con le gambe a penzoloni, mentre il mio sguardo cadeva sulle scarpe.

Schiava Di Un MiliardarioDonde viven las historias. Descúbrelo ahora