24. Parte Seconda

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"Ragazzi miei." furono le parole di Mr. Williams - ossia, mio nonno - una volta varcati la soglia della porta d'entrata, di quella casa rossa.

"Nonno." lo salutai, fiondandomi su di lui a braccia aperte desiderando un suo abbraccio.

"Ei, figliola" sussurrò al mio orecchio, la sua voce era più rauca del solito. Che fosse a causa dei continui attacchi al cuore?

"Come stai?" gli chiesi, una volta staccata - svogliatamente - da lui.

"Sempre in forma" rispose, ma non potei fare a meno di dubitare ascoltando le sue parole. "E voi, come va la vostra vita coniugale?" chiese, lasciando ricadere le mani lungo i fianchi stretti nel suo solito completo nero.

"Mr. Williams" salutò Rayan al mio fianco, porgendogli la mano. "Tutto a meraviglia, dico bene piccola?" aggiunse, rivolgendosi a me con un sorriso smagliante. Mi limitai a ricambiare, stringendomi nelle spalle.

"Ne sono felice" ammise il più anziano fra i due uomini. "Vogliamo accomodarci?" La nonna è ancora alle prese con le pentole" aggiunse, indicando con una mano in direzione della cucina, era da lì che proveniva il profumo di qualche prelibatezza.

"Vado a salutarla" risposi, lasciando che entrambi se ne andassero in sala da pranzo. "Nonna!" esultai, avendo la figura della donna che avevo più amato al mondo, davanti a me, sciacquandosi le mani nel lavandino. La cucina - come tutto il resto della casa - era perfettamente riordinata e pulita, il profumo del pollo arrosto si diffondeva nella stanza e la mia pancia non poté fare a meno di brontolare.

"Tesoro" rispose girandosi in mia direzione, per poi cercare un panno ed asciugarsi le mani, con l'intenzione di stringermi in un forte abbraccio. "Come ti sei fatta bella!" aggiunse, guardandomi da capo a piedi. Me lo diceva ogni volta che mi vedeva, e dovevo ammetere che mi faceva sentire alquanto importante.

"Grazie nonna" mi limitai a rispondere. "Vuoi una mano con le portate?" le chiesi, indicando due ciotole in vetro contenente l'insalata.

"Mi faresti un favore, sono subito dietro di te con il piatto principale" rispose, tirando il pollo dal forno, facendomi venire immediatamente l'acqua in bocca.

Per andare in sala da pranzo, non ci volle molto, a distanziare le due stanze c'era solamente un minuscolo corridoio costruito in vetrate. Prima che metessi i piedi per varcare la soglia nella sala, dove erano presenti il nonno e Rayan intenti a conversare, mi fermai udendo le parole: "Potrebbe essere in pericolo, Mr Williams" parlò Rayan.

"L'hai sposata proprio per evitare questo inconveniente" gli rispose mio nonno. "Se lo squilibrato di tuo nonno, osa avvicinarsi a lei, lo faccio a pezzi. Mi hai capito, Rayan?" aggiunse, questa volta alzando di gradi la tonalità della voce.

"Non si avvicinerà a lei, glielo posso assicurare" rispose Rayan. "Non commetterò lo stesso errore, non di nuovo" concluse il discorso, in un sussurro. Ma di che cosa stavano parlando? Chi era in pericolo? Di quale errore parlava? Purtroppo le mie domande, da cui non avevo ricevuto alcuna risposta, furono interrotte dalla voce di mia nonna.

"Allora tesoro, non entri?" chiese gentilmente, affiancandomi.

Scossi leggermente la testa, forse me l'ero solo immaginato. "Certo" risposi.

"Signori" annunciò l'anziana donna, appoggiando le prelibatezze a tavola. E come se magicamente nulla fosse stato pronunciato due minuti prima, entrambi gli uomini ci guardarono sorridendo e parlarono di tutto senza accennare nulla. "A scuola come va?" chiese mio nonno, rivolgendosi a me e a Rayan - seduto al mio fianco - mentre si portava la forchetta in bocca.

"Sto aiutando Payton a recuperare le lezioni, dato che le aveva perse quando eravamo in luna di miele. Dico bene?" rispose, guardandomi con la testa inclinata da un lato.

Schiava Di Un MiliardarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora