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Quella notte non riuscivo a chiudere occhio, continuavo a rigirarmi nel letto, i ricordi di quella sera continuavano a comparire nella mia mente e nonostante li cacciassi via, ritornavano. Ore prima ero arrivata a casa, con gli occhi gonfi e il mascara collato sul viso, i piedi che mi dolevano e le forze che mi abbandonavano, inutile dire che non ci pensai due volte a correre in bagno e infilarmi sotto la doccia, avevo bisogno che l'acqua calmasse i miei muscoli contratti. Quello che feci dopo non me lo ricordai e non avevo la più pallida idea di come ero riuscita ad arrivare in camera mia, vestita con il mio adorato pigiama con gli unicorni. Più tempo impiegavo a ricordare, più il tempo passava. Erano oramai le cinque del mattino e fra meno di tre ore sarei dovuta tornare all'Università.

Decisi quindi di alzarmi, dato che non sarei riuscita a dormire. Mi alzai lentamente dal letto, misi le pantofole bianche e mi avviai verso la cucina, la sera precedente non avevo mangiato nulla e quindi ora mi ritrovavo con lo stomaco vuoto che urlava in cerca di qualcosa da mangiare.

Mentre imboccavo il corridoio per il salotto, qualcosa mi fece sussultare, c'era qualcuno seduto sul divano, non ne ero sicura, la sagoma scura che potevo a stento vedere a causa del buio mi impediva di riconoscere chi fosse.

Non sapevo che fare, e se fosse un ladro? O MIO DIO.

Tornai in camera mia a passo lento, se quello fosse stato davvero un ladro, non doveva sapere che in casa c'era qualcuno, altrimenti.. rabbrividii solo al pensiero.

Presi la mazza da golf che tenevo appesa dietro la porta e la strinsi fra le mani, mettendo pressione alla stretta. Mi incamminai quindi verso il salotto, notando che la figura fosse ancora lì. Avanzai e quando alzai le mani, la sagoma si mosse nell'immediato, afferrandomi per un braccio.
"Che diamine volevi fare con questa mazza?" Parlò quella voce rauca, con un filo di divertimento nella voce. Accesi quindi la luce della stanza, ritrovandomi davanti una cosa del tutto insolita.

"Rayan, che ci fai qui?" Chiesi abbassando le mani, nel mentre che lui prendeva la mazza da golf e l'appoggiava sulla poltrona di fianco a noi.

"Ieri sera quando ti ho riportata a casa sei scivolata nella doccia e hai perso i sensi. Non hai toccato cibo per tutta la durata della serata " Rispose. "Così sono rimasto per assicurarmi che fosse tutto apposto." Aggiunse risedendosi sul divano. Sbadigliò lievemente e non potei fare a meno di trovarlo adorabile.

"Sei rimasto sveglio tutta la notte per me?" Chiesi quasi in un sussurro, nel mentre che restavo ancora in piedi davanti a lui. Ripensando poi a come fossi scivolata nella doccia, forse era quella la spiegazione al dolore che sentivo al ginocchio.

"Per chi altro se no?" Rispose passandosi le mani sugli occhi, doveva essere distrutto dalla stanchezza.

Annuii sorridendogli. "Ti porto una tazza di tè." Annunciai avviandomi in cucina con non chalance. Accesi il fuoco e aspettai che l'acqua bollisse.
Un quarto d'ora dopo, tornai in salotto con un vassoio a fiori in mano, due tazze fumanti e un paio di biscotti al cioccolato fatto in casa giorni fa.

Restammo a lungo in un silenzio imbarazzante e non per il fatto che in quel momento indossassi il mio pigiama a unicorni, ma per la tranquillità che avvolgeva entrambi.
Negli ultimi anni ci eravamo abituati ad evitarci e se capitava di parlarci, finivamo con l'offenderci a vicenda. Ora era diverso, non sapevo nemmeno che dire, anni fa se fossi stata in questa situazione gli avrei tirato anche la televisione in piena faccia.

Al pensiero sorrisi.

"Ridi da sola, Williams?" Mi chiese Rayan, mettendo due cucchiaiate di zucchero sulla tazza.

"Cosa che tu non fai mai." Risposi sedendomi sulla poltrona dietro le mie spalle, tolsi le pantofole e mi ranicchiai con le ginocchia al petto.

"Stai insinuando che non rido?" Chiese inclinando la testa di lato, mentre agrottava lievemente la fronte.

Schiava Di Un MiliardarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora