43. Parte Seconda

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Le mie gambe non riuscivano a muoversi da dove erano, le mie mani non si staccavano dalla mia bocca e le lacrime che trattenevo agli occhi, erano ormai scese. Potevo sentirle dal loro calore, che erano in contrasto con le mie guance fredde.

Tutti coloro che - come me - erano rimasti seduti a guardare la partita, in quel momento erano in piedi a guardare la terribile visione davanti a loro. Alcuni giocatori insieme al coach, si avvicinarono per vedere se qualcuno si fosse ferito, impedendo alla sottoscritta di poter vedere qualcosa.

Non riuscivo a vedere se qualcuno si fosse fatto del male, per la precisione, se Rayan si fosse fatto male. "Per la miseria, spostatevi!" Avrei voluto urlare, ma la voce non riusciva ad uscire dalla mia bocca, a causa dello shock di alcuni secondi prima.

A distrarmi completamente fu: il rumore fastidioso di due tacchi che saltellavano sul parquet della palestra, una tutina rosa che ondeggiava i fianchi a destra e sinistra, verso i giocatori. O meglio, verso il mio di giocatore. "Rayan, tesoro. Tutto bene?" Erano state parole pronunciate dal confetto rosa.

Restai a guardare la scena per un paio di secondi, per poi accorgermi solamente dopo delle mani di quest'ultima, attorno al collo di mio marito.

Ma che cavolo ci faceva Miley attaccata a Rayan, quando ci dovrei essere io al suo fianco? A proposito. "Stacca le tue mani da mio marito, subito!" Furono le parole che - finalmente - uscirono dalle mie labbra, mentre le mie gambe camminavano automaticamente in direzione del mio uomo e del confetto-rosa-ti-spedisco-in-Kenya.

Quando fui abbastanza vicina ai giocatori, vidi quest'ultimi aprire un varco per farmi passare, almeno non avrei perso tempo con le spintonate in mezzo a quegli ammassi di muscoli, da un metro e novanta.

"Vorrei vedere come sta mio marito." Parlai una volta davanti a Miley, che continuava ad abbracciare Rayan.

"Non vedi che sono occupata a prendermi cura di lui?" Rispose lei, guardandomi e riservandomi un occhiataccia.

"La mia non era una richiesta Miley, staccati immediatamente dal mio uomo. Ci penso io a prendermi cura di lui." Risposi a mia volta, per poi: vederla alzarsi da terra, guardarmi - ancora una volta - male e andarsene via con quei rumorosi tacchi. Ma io mi chiedo, chi mai verrebbe in una palestra ad una partita di Basket con un paio di tacchi?

Scossi la testa - come se quel gesto potesse mandare via i miei pensieri - e rivolgendo nuovamente lo sguardo alla mia sinistra, lo guardai.

Rayan si trovava seduto sul parquet con la faccia preoccupata e gli occhi impauriti. Si era procurato due graffi sul volto, ma per il resto stava bene.

Sta bene. Continuavo a ripeterlo mentalmente, mentre le lacrime tornavano a impossessarsi dei miei occhi e iniziavano a tracciare righe imperfette sul mio viso. "Oh grazie al cielo, stai bene." Mormorai tra un singhiozzo e l'altro, una volta inginocchiata al suo fianco. Appoggiai le mie braccia attorno alle sue, mentre la sua testa si appoggiava - automaticamente - sul mio seno.

"Mrs. Johnson." La sua voce insieme al suo respiro caldo, riempirono il mio cuore di gioia. Stava bene. "Va tutto bene, sto bene." Sussurrò alzando la testa, guardandomi poi dritta negli occhi.

Occhi azzurri perfetti, contro quelli verdi e sporchi di mascara. In quel momento dovevo sembrare un panda, e per di più c'era la gente intorno a noi che ci guardava. Ma poco mi importava, mio marito stava bene ed io ero immensamente felice. "Non piangere, piccola." Cercava di rassicurarmi parole dolci, mentre accarezzava e mandava via le lacrime con le dita delle sue mani.

"Ho pensato che-.." singhiozzai.

"Sono qui, tranquilla." Completò la frase che non riuscì a terminare stringendomi a sè.

Schiava Di Un MiliardarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora