34. Parte Seconda

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Era passata da poco un ora, da quando ci eravamo seduti sul divano e da quando Rayan mi aveva mostrato - ancora una volta - il suo lato vulnerabile, che tanto cercava di nascondere e che tanto amavo.

Ora la sua testa era appoggiata sulle mie gambe, mentre le mie mani accarezzavano i suoi capelli rasati. Teneva le palpebre chiuse e mi chiesi se si fosse addormentato. "Perché fai questo?" mi chiese con voce bassa, a malapena riuscii a sentirlo.
A quanto pare no, non si era addormentato.

"Questo cosa?" gli chiesi a mia volta, e mi accorsi che stavo prendendo la sua strana abitudine di rispondere alle domande, con altre.

"Mi ascolti, cerchi di comprendere il mio passato che ho cercato - a tutti i costi - di tenerti alla larga, e poi mi coccoli così. Perché?" domandò girando la testa e alzando gli occhi nei miei.

Non so perché lo stessi facendo - ma quando si comportava così - mi ricordava tanto il ragazzino, che un tempo, definivo il mio migliore amico. "Perché mi è sempre piaciuto prendermi cura di te." mi limitai a rispondere, stringendomi nelle spalle. "Solo che, negli ultimi anni, non mi hai più dato la possibilità di farlo. Mi hai allontanata, mi hai tenuta in disparte."

"Allora non farlo come se fosse un obbligo, non voglio essere un peso per nessuno. Negli ultimi anni hai sopportato abbastanza." disse aggrottando la fronte, per poi coprirsi il volto con un braccio. Davvero si sentiva così? Forse dopo la morte di Samuel, nessuno si era più preso cura di Rayan. O forse non lo aveva permesso a nessuno.

Sorrisi, ecco il Rayan orgoglioso. "Ehi." sussurrai, togliendogli il braccio dal volto per guardargli gli occhi. "Lasciare che mi prenda cura di te, non è assolutamente un obbligo ma una mia scelta. E se mai tu fossi un peso, non ti avrei mai sposato. Le donne non portano pesi con loro, ricordatelo." risposi, facendo spuntare sulle sue labbra un sorriso bianchissimo e perfetto.

"Hai appena detto di volerti prendere cura di me e poi dici che non mi avresti mai sposato, ti stai contraddicendo da sola Payton?" mi chiese ridacchiando, mentre scuoteva la testa provocandomi il solletico sulle gambe scoperte.

"Il tuo sorriso mi confonde, Rayan." Annunciai mettendo il broncio. Lui poteva usare quella mossa contro di me e rendermi vulnerabile soltanto con un sorriso?

"Mi dispiace." rispose, nonostante il suo sorriso dicesse tutt'altro. "Me lo dai un bacio?" chiese tornando a guardarmi, wow ora si usava anche chiedere un bacio?

"Fammici pensare.." lo provocai, passandomi le dita sul mento come se ci stessi pensando su.

"Tempo scaduto, me lo prendo io il mio bacio." Rispose ridendo, per poi alzare la testa e far combaciare le sue labbra sulle mie.

"Non ti avevo ancora risposto." lo rimproverai, una volta staccatosi dalle mie labbra, appoggiando - di nuovo - la testa sulle mie gambe.

"Avresti avuto davvero il coraggio di negarmi un bacio? Che mostro sei?" chiese, facendomi ridere.

Sembrava tutto così bello, che avevo quasi paura. Avevo paura che tutto questo si potesse spezzare, o non lo so. Non volevo crederlo, ma sappiamo tutti che dopo il bello viene il brutto e così via. È una routine continua, ma sperai che questi momenti di pura felicità non scomparissero mai.

"E tu, tutto bene?" mi chiese Rayan, interrompendo i miei pensieri.

"Si Ray, sto bene." annuii sorridendogli, non poteva andare meglio.

"Senti per caso.. Non so, dolori per ieri?" mormorò, grattandosi la nuca.

Arrossì, che domande erano? Mi chiesi mentalmente, nonostante sapessi che fosse soltanto preoccupato per me. "Un po, ma passerà. Spero." Dissi guardandolo.

"Lo sai, quando ci siamo sposati non avrei mai immaginato di poterti renderti completamente mia. Speravo soltanto di riavvicinarmi a te, dopo tutti quegli anni, pensavo solo a farmi perdonare. È stato così difficile.." parlò "Sei la donna più testarda che abbia mai conosciuto e non sei cambiata affatto da quando eri piccola, hai una lingua biforcuta e poi non ti sfugge mai nulla." parlò guardando verso il soffitto.

"Wow, Ray, quanti complimenti." ironizzai, inarcando un sopracciglio. Alquanto sorpresa per l'inizio del suo discorso improvviso.

"Lasciami finire." Mi rimproverò. "Ma..hai anche mille lati meravigliosi che mi hanno fatto innamorare di te, perché si, sono innamorato di te. Mi sono accorto appena alzato di non avertelo detto ieri, ma non ti ho trovata a letto, ultimamente non ti trovo mai." aggiunse guardandomi di sottecchi, facendomi mordere il labbro inferiore per placcare la voglia di parlare. Le sue parole stavano mandando a mille il mio cuore, insomma, aveva appena ammesso di essere innamorato di me. Datemi un pizzicotto, e ditemi che non sto sognando? "Sei sempre sorridente, non ti tiri mai indietro e non l'hai nemmeno fatto quando ti ho chiesto di sposarmi, hai sempre cercato di mettermi al primo posto nonostante io non lo facessi, ti ho ferito stando con Miley quando dovevo starti vicino, dovrei chiederti più spesso come stai e non lo faccio, sono un marito che nessuna moglie vorrebbe accanto, ma stranamente hai deciso di ricominciare da capo. Sei sincera, forse anche troppo, dici le cose che pensi in faccia e non te ne frega niente, sei spontanea, ti arrabbi facilmente, ma quando inizi a ridere non ti fermi più. Osservarti, è diventato ormai il mio passatempo preferito. Forse non avrai capito nulla di quello che ti ho detto.." disse tutto velocemente sorridendo, per poi alzare lo sguardo sul mio. "Ma questo lo devi capire, perché te lo dirò soltanto una volta Payton." continuò, chiudendo le palpebre, impedendomi di guardare le sue iridi azzurre.

"Forse non sono solo innamorato di te, credo di amarti."

Eh?

Schiava Di Un MiliardarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora