3. Parker

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Flashback

2 anni prima

Mi lascio cadere sul divano facendo sobbalzare mia sorella intenta a leggere una vecchia rivista di moda, era così assorta che aveva arricciato il naso e gli occhiali le si erano scivolati appena più giù, ma di questo lei non se ne era neanche accorta.
"Non dovevi saltare l'università per me" scuoto la testa canzonatoria
"Andiamo, da un paio di giorni stai poco bene e mamma e papà stamattina erano a lavoro. Non mi andava di lasciarti da sola con quella peste" indica con fare divertito il più piccolo che anche oggi aveva saltato scuola con la scusa del mal di pancia
"Ora sto meglio, domani tornerò a scuola, credo sia stato un calo di zuccheri" la tranquillizzo scrollando le spalle e lei mi guarda con fare canzonatorio, è così bella che a guardarla mi si scalda il cuore
"Sette volte in meno di una settimana?" Alza un sopracciglio poco convinta

Il nostro discorso viene interrotto dalla porta d'ingresso che viene aperta. Ad entrare furono i nostri genitori completamente bagnati, fuori pioveva a dirotto e dai tuono che si sentivano da dentro casa intuivo che sarebbe solo peggiorato il tempo. Mamma e papà si sistemarono all'ingresso sfilando le scarpe e i cappotti bagnati
"Com'è andata il lavoro?" domando a gran voce guardando la televisione
"Non siete andati?" Domanda Jamiee voltandosi confusa
Mi soffermo a guardarli e noto che mio padre non indossava uno dei soliti maglioni e camicie che usava sotto il camice, e mia mamma non aveva il classico abito elegante a fasciarle il corpo, ma dei semplici jeans e una felpa rubata a Jamiee probabilmente.
"Tutto bene?" Domando curiosa "La pioggia deve avervi sconvolti" ridacchio
"Jason va in camera tua" ordina mio padre tranquillamente e il piccolo inizialmente sbuffa contrario, poi però afferra il suo libro e se ne torna in camera sua al piano di sopra
"Hey, tutto ok? Avete l'aria stanca" li osserva mia sorella attentamente raggiungendoli accanto l'ingresso
"Si tesoro, non siamo andati a lavoro. Questa mattina presto hanno chiamato tuo padre dicendo che i risultati di Olivia erano pronti così siamo passati a prenderli prima del lavoro..." inizia mia madre, ma aveva pianto? il suo bel viso era stanco, gli occhi lucidi e rossi e le labbra erano accompagnare da un tremore leggero
"E...?" Li incito a parlare "Se ti hanno prescritto delle vitamine posso prenderle all'arancia? Le preferisco" faccio una smorfia
"Hol" mio padre mi sorride debolmente e viene a sedersi accanto a me, adoravo la sua voce, era sempre calma e sicura, ma quella volte tremava appena ed era rauca "i risultati delle analisi sono usciti un po'.... diversi da come ci aspettavamo" mi informa e mi perdo nei suoi occhi che sono lo specchio dei miei
"Cos'ho?" domando tranquilla
"Piccola, vedi è come se il tuo sangue fosse caratterizzato dalla proliferazione neoplastica di una cellula staminale emopoietica che si traduce in un numero elevato di globuli bianchi anormali" prova a spiegarmi facendomi ridacchiare
"Che tradotto sarebbe?"
Osservo la mamma portarsi una mano davanti la bocca e singhiozzare appena, mio padre continua a guardare me e questo non mi tranquillizza più, al contrario voglio solo sapere cosa frulla nella sua testa, e chi aveva ridotto la mamma in quello stato
"Mamma, hey" Jamie le poggia una mano dietro la schiena e l'accarezza, poi guarda mio padre al mio fianco e si acciglia "così ci spaventate, insomma, cos'ha?"
"Si tratta di leucemia Hol" sospira mio padre "Hai un cancro al sangue, per ora lieve, ma va curato. Ripeteremo le analisi più volte per esserne sicuri" avverto che tutto ciò che vuole trasmettermi mio padre è una grande sicurezza, ma per la prima volta, non ci riesce affatto, al contrario sento un forte dolore al petto.
Jamiee spalanca gli occhi incredula, si copre le labbra con una mano e guarda mia madre come per chiedere conferma, ma la donna era stata sopraffatta dalle lacrime che non riusciva a fermare, e dei singhiozzi che mi spezzarono il cuore.

"Oh" furono le uniche parole che riesco a dire per poi calare nel più totale silenzio per qualche minuto "scusate vado-" indico il piano di sopra alzandomi dal divano
Sorrido forzatamente a mio padre che mi segue con lo sguardo distrutto, guardo Jamiee e la mamma per poi dirigermi in camera mia.
Chiudo il battente dietro di me e mi appoggio contro di esso facendomi scivolare sul pavimento, avrei voluto un po' di silenzio, ma subito il pianto di mia madre riempì la casa.
Non mi sembrava vero, insomma, io non posso essere malata, non ha senso.

In Another LifeTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang