65. Parker

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"Così hai accettato" il suo tono di voce era così sorpreso
"Ho detto di avere una condizione" esclamai ricordandomi la conversazione avuta poco fa con mio padre nel suo studio
"E quale sarebbe?" domandò
"Se le cose dovessero mettersi male, male a tal punto che non ci sia più nulla da fare, dovranno dirmelo e interromperemo ogni cosa. Non voglio passare i miei ultimi giorni chiusa in un ospedale" spiegai sperando che possa capirmi, almeno lui
"Credo che tu abbia fatto veramente bene" sussurrò sorridendo debolmente "Come l'hai presa la storia di Clarke? Non avevi una promessa con lui?" domandò poi
"Clarke era convinto che non c'è l'avrebbe fatta a sopravvivere, la sua terapia di chemio era ben diversa dalla mia. Io ho un cancro, lui aveva un problema al cuore quindi erano diagnosi diverse. Eppure io sono qui mentre lui non c'è più, così come io gli avevo promesso che sarebbe andato tutto bene la mia famiglia lo sta promettendo a me, è come un dejavù" mormorai portando la gambe sotto il sedere sulla sedia così da stare più comoda
"Sei davvero convinta che abbiate in serbo lo stesso destino a quanto pare" osservò

"Come sta Lucas?" cambiai argomento
"Molto meglio, era abbastanza scosso ieri tornati dal tribunale ma ora sembra essere tornato il Lucas solare di una volta" sorrise
"Quel ragazzo è pura vita" sussurrai con un sorriso dolce e sincero
"Concordo, nessuno è come lui" affermò alzandosi "Ma tornando al vero motivo della tua visita Hol, eri venuta per dirmi che hai finalmente accettato?" Chiese
"Sono venuta per dirti questo e anche perchè in questo periodo odio davvero tanto starmene a casa" ammisi stiracchiandomi
"Non puoi evitarla per sempre" sorrise comprensivo
"Ma posso rimandare" scrollai le spalle
"Come va a casa?"
"Mia madre sembra un fascio di nervi, io e Jamiee non ci parliamo ma sto evitando di attaccarla per ogni minima cosa. Mio padre invece sembra un falco, lo prenderei volentieri a schiaffi o peggio potrei davvero ammazzarlo. L'unico normale è Jay che però non smette di assillarmi con la questione di mandare via di casa il fratello di Madison" sbuffai "Perché è tutto così tragicamente uno schifo?" domandai poi
"Bella domanda" mi indicò
"Sai Michael come psicologo non sei poi tanto bravo come dicono" lo presi in giro
In realtà Michael mi aveva aiutato in un modo incredibile.
"E tu come paziente non sei il massimo" rise reggendomi il gioco

Parlammo ancora un po', fin quando non tornai a casa per ora di cena, vi trovai tutti, compreso Jim che passava la notte da noi. Papà mi aveva detto che avremmo cenato tutti insieme così da poter comunicare loro la notizia dell'inizio della mia chemio. A quanto pare mio padre aspettava solo la mia firma per avviare la cura, da domani sarò seduta su quella cazzo di sedia con un ago nel mio braccio e del liquido a scorrermi nelle vene.
"Eccoti" sorrise mamma abbracciandomi facendomi ridere
"Hey Hol" alzò il bicchiere Marcus che stava scendendo le scale

Salutai e sfilai la felpa che lasciai sul divano, era già tutto pronto a tavola e a quanto pare aspettavano solo me. Ci sedemmo e iniziammo a mangiare.
"Ho una notizia da dare, tra un mese inizio il dottorato ufficiale, così tra qualche anno potrò affiancare il dottor Parker con una divisa diversa da quella di un semplice infermiere" spiegò Marcus felice e tutti noi ne restammo altrettanto contenti
"Che bello, sono così felice" sorrise mia madre incredula e mio padre mi fece segno di dare anche la mia di buona notizia
"In realtà anche io ho una notizia" si alzò Jamiee
"Dicci tesoro" la incitò a parlare mio padre che era confuso e curioso
"Mi sono licenziata" alzò le spalle nervosa da una oro reazione folle

C-cosa??
"Come scusa?" sbottò mia madre incredula
"È uno scherzo spero" esclamai guardandola
"No." sorrise amaramente "Il mio capo voleva mandarmi a Miami per uno stage di 4 anni e ho rifiutato, così mi sono licenziata" spiegò
"Ma tesoro, lavorare nell'ambito della moda è sempre stato il tuo sogno" gli ricordò la mamma ancora incredula
"Credo che Jamiee abbia avuto le sue ragioni Hannah, e poi non è l'unico lavoro che possa fare, ci sono molte aziende di moda che cercano nuovi talenti, e mia figlia ne ha davvero tanto di talento" affermò mio padre facendo sorridere mia sorella
"Non siete felici scusa? Sarebbe dovuta retare via per 4 anni" sussurrò Jay
"Felici? No per niente. Era il suo sogno partecipare ad uno stage di moda da quando aveva 5 anni e non capisco perchè abbia rifiutato" sussurrai incredula
"Troverò un altro lavoro, e anche se non dovesse piacermi come quello di prima non è la fine del mondo" scrollò le spalle calma
"Ma ti senti? Tu ami la moda ed è sempre stato il tuo sogno lavorare per quella agenzia e avere uno stage in un'altra città, lo ripetevi di continuo. Come hai potuto rifiutare? Saresti altrettanto felice se trovassi lavoro in un agenzia che non ti piace?" cercai di farla ragionare
"Come potrei esserlo" gridò fuori di se
Tutti restarono in silenzio, io per prima che non osai più dire una parola
"Il tuo cancro è venuto sempre prima della mia felicità Olivia. La mia carriera mi rendeva felice, ma ho dovuto rinunciare quando ho dovuto rifiutare la borsa di studio alla Pratt Institute of Design a Brooklyn per stare qui e prendermi cura di te" mi indicò con nostalgia

In Another LifeWhere stories live. Discover now