60. Parker

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"Informiamo i signori passeggeri..." la ragazza all'autoparlante parlava con una voce che mi dava davvero i nervi.
"Hey, stai bene?" domandò Lucas al mio fianco
"Si" annuii poco convinta
Avevo chiesto a Lucas di stare accanto a me sperando che Dylan non obbiettasse. Avevo bisogno di starmene un po' tranquilla, e Lucas aveva come questo superpotere di tranquillizzarmi, infondendomi un senso di pace, e adoravo la cosa. Lui era il mio migliore amico e ora come ora avevo bisogno di sentirlo al mio fianco, qui, presente accanto a me.
Dopo 11 ore di volo finalmente arrivammo a New York, ero davvero stufa di stare su quell'aereo e poi mi sentivo così debole. Durante il viaggio mio padre mi aveva fatto ingoiare 4 pillole diverse e mi aveva chiesto se stavo bene almeno dieci volte ogni mezz'ora.

"Stai bene tesoro?" domandò mamma per l'appunto
"La mia risposta non è cambiata da ora a 3 minuti fa mamma, smettila di assillarmi" sbuffai facendo sorridere Jason
"Hannah, ho bisogno di un caffè" esclamò Chloe
Mia madre, Jamiee, Chloe e Marcus andarono al bar dell'aeroporto mente mio padre e Michael aspettavano le valigie. Io, Dylan, Lucas e Jason eravamo sui divanetti aspettando che gli altri finissero di fare le loro cose così da poter tornare a casa. Il piano era che sarei tornata a casa per la notte dato che era abbastanza tardi, e dopo aver preparato una nuova valigia, papà mi avrebbe accompagnato all'ospedale domani mattina dove mi avrebbero ricoverata.
"Jason, dai vieni a fare una partita, qui c'è il biliardo" esclamò Lucas euforico per poi correre via con mio fratello
"Chi mette un biliardo in un aeroporto?" domandò Dylan retorico 
Si spostò e venne a sedersi al mio fianco per poi poggiare un braccio sulle mie spalle.
"Dylan" lo chiamai seria
"Cosa?" Accennò un sorriso 
"Il fatto che tu ora conosca il mio segreto non cambia le cose, perciò togli quel braccio prima che te lo spezzi" sorrisi ampiamente
Scoppiò a ridere per poi ritirare il braccio. Lo guardai e mi ricordai della promessa fatta in Spagna.
"Dylan" sussurrai richiamando la sua attenzione
"Ora cosa c'è?" Mi sorrise nuovamente
"Ricordi cosa mi hai promesso l'altra sera?" domandai esitando
Annuì serio per poi bagnarsi le labbra con la lingua.
"Perchè non andiamo via ora?" proposi 
"Hol..." sussurrò cercando di capire se fossi seria "So che non vuoi fare la chemio ma ti prego non complicare le cose" mi accarezzò i capelli in maniera cauta e vigile
"Io non farò la chemio, possono anche costringermi ma non firmerò quel modulo" affermai convinta "Avevi detto che saresti venuto, me l'avevi promesso" sussurrai poi
"Hol, è stato prima di.." esclamò ma si bloccò capendo forse troppo tardi che non avrebbe dovuto dirlo
"Prima di sapere che ero malata" continuai la frase al suo posto

Lo guardai negli occhi e vidi il suo sguardo, la pietà verso i miei confronti mi faceva letteralmente venir voglia di vomitare. Avrei sopportato questo sguardo su chiunque, ma vederlo sul suo volto faceva ancora più male, mi uccideva.
"Era per questo che non volevo dirtelo" esclamai per poi alzarmi dal divanetto seguita da lui
"Hol ti prego non fare così" mi afferrò per il polso "Non arrabbiarti con me. Tu devi fare la chemio così poi andremo ovunque tu voglia" cercò di farmi sorridere ma mi stavo solo arrabbiando di più
"Smettila di guardarmi così" affermai frettolosamente spiazzandolo
"Come ti starei guardando?"
"Con pietà, come se ti facessi pena. Odio questo sguardo, e odio ancora di più se sei tu a guardarmi in quel modo" affermai liberandomi dalla sua presa

Sapevo che sarebbe finita così, lo sapevo.

******

"Casa dolce casa" mi lasciai cadere sul mio letto. Che cavolo, mi era mancato tantissimo
"Hol, devi riposare" sussurrò mamma
"Prima faccio una doccia e preparo la valigia nuova" sbuffai  alzandomi dal letto per poi andare in bagno
Avevo un solo pensiero che mi frullava nella testa. Volevo fare un uscita effetto film, fare le valigie e scappare lasciando ai miei una lettera strappalacrime, ma funzionerebbe? Non credo proprio, insomma, dove andrei e cosa farei? Sono sola e senza un piano. Mi troverebbero ancor prima di mettere piede fuori casa.

In Another LifeWhere stories live. Discover now