57. Parker

23K 682 261
                                    

Consideravo questo viaggio come una pausa, ma anche se ci stavo provando non ci riuscivo, non riuscivo proprio a guardare in faccia mia sorella e a parlare pacificamente con i miei, mancava poco e non sarei riuscita neanche più a guardare Dylan che la falsità e la manipolazione si impossesseranno di me. Ma lui non aveva colpe, lui non sapeva nulla di tutta questa storia anche se mi sentivo tremendamente in colpa nei suoi confronti, sentivo che lo stavo prendendo in giro, ma d'altronde l'avevo sempre fatto.

"Hol, posso entrare?" Sentii qualcuno bussare alla porta e riconobbi la voce di mio fratello
Mi alzai dal letto per aprirgli la porta per poi tornare sul morbido materasso.
"Hai le chiave elettronica, perché non usi quella?" Sbuffai
"Deve essere difettosa dato che non funziona" scrollò le spalle per poi prendere dal suo armadio una felpa "Andiamo tutti insieme in spiaggia per una passeggiata" spiegò poi
"Di che sto dormendo"
"Ma sei sveglia" mi fece notare per poi venire a sedersi accanto a me
"Ti prego Jay" supplicai 
"Va bene" annuì arrenendosi per poi uscire nuovamente dalla camera

Accesi il televisore e passai circa 10 minuti a sfogliare i canali anche se non capivo una parola dato che parlavano tutti in spagnolo e dato che non riuscivo a impostare altri canali di lingua differente. Quando la spensi, ormai annoiata, presi la felpa che avevo in vita e la infilai per poi uscire da quella stanza troppo soffocante per i miei gusti. Quando arrivò l'ascensore entrai per poi ritrovarmi nella hall, ma prima che le porte potessero chiudersi qualcuno entrò correndo e quel qualcuno lo conoscevo molto bene
"Perché non sei con gli altri in spiaggia?" domandai infastidita una volta che le porte si fossero chiuse
"Sono un gentiluomo, non avrei mai potuto lasciare una giovane ragazza tutta sola e depressa" sorrise beffardo
"Io non sono depressa e poi preferisco stare da sola francamente" sbuffai infilando le mani nelle tasche della felpa
"Hol, ti serve distrarti senza doverti preoccupare dei tuoi genitori e dei problemi, quindi oggi penso io a te" esclamò serio cercando il mio sguardo che abbassai
Sentii l'ascensore fermarsi di colpo e notai che aveva premuto il tasto per fermarla. Tutto ciò mi sembra un dejavù assurdo.

"Che fai? Falla ripartire sub-" non mi lasciò il tempo di finire che mi afferrò per il polso scaraventandomi violentemente contro la parete
"Mi fa eccitare così tanto vedere il tuo copro avvolto in una mia felpa" mi sussurrò all'orecchio ed ecco che migliaia di scariche elettriche mi percorsero la spina dorsale
Mi morsi il labbro inferiore come un gesto istintivo che lui imitò accompagnato da un ghigno a me poco sconosciuto
"Ti ecciti davvero con poco Johnson" lo provocai divertita
"È colpa tua Parker, mi mandi letteralmente fuori controllo" sussurrò avvicinandosi alla mia guancia per poi lasciare una scia di baci fino a scendere sempre di più, dalla clavicola al collo dove sentii maggiormente il contatto delle sue labbra morbide e bagnate sulla mia pelle liscia
"Ti piacciono proprio tanto gli ascensori vero?" risi leggermente
Mi guardò per qualche secondo facendo scontrare i suoi occhi con i miei, mi persi e a quel punto non capii più nulla. Poggiai una mano dietro la sua testa fra i suoi capelli mentre lo spinsi in avanti facendo scontrare le nostre labbra. Rimase fermo in un primo momento ma poi ricambiò subito inserendo la sua lingua nella mia bocca che iniziò ad esplorarmi come non faceva da tempo. Dio, mentirei se dicessi che non mi erano mancate le sue labbra, se dicessi che non mi era mancato lui.

"Cristo quando mi sei mancata piccola" sussurrò sulle mie labbra come se mi avesse letto nel pensiero
Sentii il desidero in entrambi, mi voleva esattamente come lo volevo io, ma decisi che era meglio farlo bollire un po'.
Mi scostai dalle sue labbra e misi fine a ogni nostro contatto per poi premere il pulsante per far ripartire l'ascensore
"Ma che-?" Sussurrò confuso mentre si tirava indietro i capelli che ricadevano sulla fronte sudata
Ma era troppo tardi, l'ascensore arrivò e quando si aprirono le porte, mostrandoci varie persone impazienti aspettare l'ascensore, mi voltai verso di lui sorridente
"Io vado, se riesci a risolvere il tuo problemino raggiungimi" lo provocai per poi uscire subito dopo aver sentito una sua imprecazione mentre si portava una mano davanti per coprire l'erezione

In Another LifeWhere stories live. Discover now