39. Parker

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"Olivia" sorrise Mose all'entrata
"Hey" sfilai gli auricolari sfregando poi le mani a causa del freddo 
"Sei andata e tornata dalla città a piedi?" domandò incredulo
"Potrei camminare per ore in questo posto, c'è una tale tranquillità" sorrisi
Mose aveva circa 23 anni, era un bel ragazzo, alto e con un fisico nella norma,un paio d'occhi azzurri come il ghiaccio e dei capelli neri con un filo di barba. Lavorava qui da quando aveva 16 anni, ci conosciamo da tempo e lui sapeva anche della mia malattia.

"Ecco la mia nipotina preferita" sorrise nonno vedendomi entrare
"Puoi ripeterlo? Così lo registro e lo mando a Jamiee" lo canzonai
"Sai che vi voglio bene allo stesso modo, è solo che tu sei uguale a me" rise goffamente
"No, preferisco la versione dove sono la tua preferita" finsi di rifletterci per poi sorridere sedendomi su uno dei divanetti della hall " Ti serve aiuto?" Domandai e lui scosse la testa
"L'albergo deve essere l'ultimo dei tuoi problemi tesoro" sorrise "Piuttosto, mi ha detto tuo padre che sei migliorata"
"Già" sorrisi 
È vero, due giorni fa ho avuto delle visite e mi hanno detto che nelle tac le zone gialle stanno crescendo, ciò significa che i globuli rossi stanno aumentando il che è un bene, ma non so, non avevo detto nulla dei mancamenti e di tutto il sangue che stavo perdendo dal naso, perchè si, eventi come quelli di sabato scorso erano ricapitati in questi giorni, ma avevo mantenuto il segreto, sapevo che se avessi raccontato la verità mia madre non mi avrebbe fatto partire, e io avevo bisogno di questa vacanza.

Passai i giorni a susseguire aiutando il nonno di mattina, Mose mi insegnò come parcheggiare dato che ero una frana con il cambio manuale, Alfred il cuoco mi aveva insegnato a cucinare il casatiello e il polpettone, a quanto pare aveva vissuto in Italia 5 anni e sapeva fare una pizza buonissima anche se insegnarmi come si preparava era impossibile. Il nonno mi teneva sempre sotto osservazione, andammo in giro per la città e mi fece provare tante cose buone da mangiare, e come se non bastasse mi fece un sacco di regali, tanto che non sapevo come avrei fatto a infilare tutto nelle valigie al viaggio di ritorno.

Era la sera del 28 Dicembre, erano le 20:00 ed ero nella mia stanza affacciata alla mia finestra con sguardo fisso fuori mentre tra le mani stringevo il telefono che avevo acceso per vedere se ci fossero messaggi, escludendo quelle di mia madre.
Vidi le chiamate perse da Margharet, Blaire e Lucas e mi ritrovai un messaggio da parte di Cody abbastanza semplice 'Sei viva? Ho una proposta per te ma chiamami appena puoi' il messaggio era stato inviato più di 48 ore fa il che mi fece pensare che l'idea di rispondere era del tutto stupida. Ignorai le chiamate senza richiamare nessuno e spensi nuovamente il telefono senza leggere i messaggi da Blaire che ne erano tipo 50.
"Hol, tuo nonno ti cerca nella hall" mi informò Mose passando davanti la porta della mia camera che avevo lasciato aperta
"Grazie" esclamai andando a chiuderla per cambiarmi

Misi un semplice jeans nero con uno strappo sul ginocchio e un maglione grigio con delle strisce bianche, infilai le Adidas e legai i capelli in una semplice e morbida coda. Scesi al piano di sotto e subito una gran confusione si fece sentire, c'era movimento, di sicuro saranno arrivate molte persone, dubito che il nonno mi cercasse per la cena.
"Hol" mi chiamò quest'ultimo da dietro il bancone
Mi voltai e lo vidi farmi segno di uscire fuori per prendere il pacco del postino che aspettava una firma di un membro della famiglia. Uscii fuori e presi la scatola dopo aver firmato, la diedi al nonno che sorrise prendendo fiato
"Grazie piccola, perchè non vai da Alfred? Ti cucinerà lui, io proprio non posso muovermi da qui" esclamò
"Tranquillo" sorrisi andando verso le cucine
"Eccoti" mi affiancò Mose che indossava un jeans nero con una semplice felpa rossa
"Ceni con me e Alfred?" domandai sorridendo
"Si, il mio turno è terminato finalmente" esclamò e in risposta sorrisi

"Hol" mi sentii chiamare e nel voltarmi mi trovo davanti l'ultima persona che avrei voluto vedere, o meglio le ultime persone
"Che ci fate voi qui?" sussurrai ingoiando il groppo di saliva che stava per farmi affogare
"Hey" mi saltò addosso Blaire abbracciandomi forte
"Cody, Lucas, che ci fate qui con Blaire" Domandai nuovamente incredula
"In verità ci siamo tutti" esclamò Daisy sbucando da dietro la schiena di Andrew che era appena entrato seguito da Lincoln
"Cristo, è un incubo o cosa?" sbraitò Madison stringendosi nel suo cappotto
Anche lei qui? E poi come diavolo si era vestita, cappotto di jeans leggero con un pantalone completamente stappato e tacchi.
"Carino il posto" masticò la sua gomma Bettany
C'erano tutti, i fratelli Foster, Margharet, Lincoln, Cody, Blaire, Lucas, Bettany, Madison, Anita e tanti altri ragazzi della scuola, ma cosa ci facevano qui tutti?

In Another LifeWhere stories live. Discover now