67. Parker

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È molto più dura di quanto immaginassi. Il dolore era atroce, l'ansia era alle stelle, era tutto diverso, le persone, il tempo, lo spazio, la mia malattia. I giorni iniziarono a scorrere in modo molto lento e straziante e io non potevo uscire da quell'ospedale. Erano giorni pesanti da sopportare, ma non solo per me, ma per tutti.

Madison e Lucas passavano tutti i giorni in ospedale, in mattinata per poi ritornare dopo pranzo. Cody ed Eric passavano spesso per qualche ora, avevano un area malinconica e triste e cercai di tranquillizzarli come meglio potevo. Dylan era passato a casa sua dopo la mia prima chemio, aveva fatto scorta di abiti e aveva portato qui con se un borsone con lo stretto necessario chiedendo poi al fratello di portargli giorno per giorno ciò che gli serviva. Avevo imposto che doveva tornare a casa e di smetterla di restare in ospedale giorno e notte al mio fianco, ma non volle sentire ragioni, non mi lasciava mai da sola, neanche per un minuto, e la cosa era estenuante.
Jamiee era tornata a lavorare per l'agenzia del giornale di moda che tanto amava, avrebbe concordato con il suo capo la scelta di partire per lo stage. Mio padre passava poco tempo con noi mentre mia madre veniva ogni pomeriggio dopo aver finito di lavorare, le avevo detto di fare con calma e che stavo bene. Jason e Jim erano sempre insieme in questi giorni, come mio fratello aveva aiutato il fratellino di Maddy quando stava amale per la storia dei genitori, ora Jim supportava Jay come farebbe un vero amico, sapevo che sarebbero andati d'accorso prima o poi.

Oggi era Domenica pomeriggio ed era già passata una settimana dal mio primo giorno di chemio. Ieri avevo fatto l'ultima seduta e non nego che me la sono vista davvero brutta, è stata la cosa più straziante che io abbia mai fatto, il dolore era assurdo, quasi come se mi stesse consumando, ma tutto era più facile da sopportare quando Dylan stringeva la mia mano sorridendomi. Ora ero distesa sul letto nella mia stanza d'ospedale, avevo dormito tutto il giorno ed erano appena le 6 del pomeriggio quando Dylan ricevette la chiamata di Cody che lo informava che erano arrivati e che a breve sarebbero saliti nella mia camera. I due non avevano più parlato di quella storia, quando il giorno dopo la lite si videro in ospedale si abbracciarono come se non fosse successo nulla, come se quella lite non fosse mai esistita, anche se so che infondo, chi ne aveva sofferto molto per tutta questa storia, era Dylan stesso.
Lucas, Madison, Eric e Cody entrarono nella stanza in modo furtivo e silenzioso e chiusero velocemente la porta alle loro spalle mimandoci di fare silenzio. Guardai Dylan in modo interrogativo mentre mi misi a sedere e vidi il ragazzo farmi segno che erano matti.

"Quando ridi il mondo sembra davvero più bello piccola Hol" sorrise Eric venendo a darmi un bacio sulla guancia facendo irrigidire Dylan
"Giù le mani da mia cognata pelato" esclamò Cody dandogli un lieve schiaffo dietro la testa mentre io sbuffai e Dylan rise
"Cody, quante volte devo dirtelo che io e te non siamo cognati?" Lo guardai male
Ultimamente Cody mi chiamava spesso con quel nomignolo, diceva che finalmente io e Dylan avevamo capito e che sarebbe stato lui ad organizzare le nozze. Lo lasciammo fare con le sue fantasie dato che era impossibile da contenere ma le sue parole mi facevano sempre venire mille dubbi, come ad esempio, cos'eravamo io e Dylan con precisione?
"Abbiamo portato una piccola sorpresa" sorrise Madison cacciando dagli zaini di Cody ed Eric due grosse buste di Los Taco's.
Finalmente!! Non ne potevo davvero più della mensa di questo posto, ultimamente non toccavo quasi più cibo.
"Cazzo voi siete i migliori" esclamò Dylan prendendo per primo il tacos dalla busta
"Se l'infermiera ci vede ci caccia a calci in culo" esclamò Eric facendo una smorfia

Passata la prima mezz'ora e una volta finito di mangiare tutti i tacos, Lucas mi fece segno di andare fuori a parlare con calma. Annuii e indossai la felpa da sopra il pigiama e lo seguii fuori dicendo agli atri che andavamo a fare quattro passi
"Vengo con voi" si alzò dal divanetto Dylan
"No, è da tanto che non parlo un po' con Lucas" affermai seria "Torniamo tra un po'" aggiunsi lasciando la camera con il biondo mentre i ragazzi erano impegnati a giocare a monopoli per passare il tempo
Nonostante il tempo non fosse dei migliori, uscimmo in giardino. L'ospedale aveva un'aria all'aperto dove c'era tanto verde e delle panchine con degli alberi, come una specie di parco, e la cosa mi piaceva molto, rendeva più confortante il tutto.

In Another LifeWo Geschichten leben. Entdecke jetzt