62. Parker

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Mercoledì sera.

"Daisy, ti dico che stai benissimo" sorrise Margharet finendo di applicare il lucidalabbra
Eravamo tutte in camera di Madison intente a prepararci per la festa di Cody. Ero rimasta un po' sorpresa quando Madison mi aveva detto di raggiungerla a casa sua e fui altrettanto sorpresa quando Blaire e Daisy mi saltarono addosso gridando il mio nome. Ora ci stavamo preparando per la festa ed eravamo anche in ritardo dato che l'unica pronta era Daisy e mancava solo mezz'ora all'inizio della serata. Sarebbe dovuto passarmi a prendere Dylan ma Mad aveva preso il mio telefono in modo autonomo e gli aveva scritto che sarei andata con tutte le ragazze.
"Vedrai che lui apprezzerà" rise Anita alla bionda riferendosi a Mose che era in vacanza qui a New York con suo fratello
"Finalmente lo rivedrò" sussurrò Daisy sognante
"Hol, prova questo" Madison mi passò un vestito striminzito rosso che non copriva praticamente nulla
"Puoi scordartelo, è già tanto che io ci venga a questa festa" sbuffai poggiando l'abito o meglio quello che ne restava sul letto
"Dai almeno togli la felpa e metti un giubbotto di pelle" sorrise Blaire
"Hai idea di quanti gradi ci sono fuori? Fa un freddo assurdo"e ricordai 
Alla fine dopo diverse minacce da parte di Madison e le continue lamentele di Daisy sul fatto che avremmo fatto tardi, decisi di indossare quel maledetto giubbotto di pelle da sopra la felpa, ma mi rifiutai vivamente di cambiarmi, così restai con il mio jeans stretto nero e la felpa

"Voi andate, io devo un attimo parlare con Hol" ordinò Madison una volta aver parcheggiato l'auto nel garage di Cody
Le ragazze fecero come da lei detto e ci lasciarono da sole. Restai seduta in auto lasciando la portiera aperta mentre Madison era appoggiata al muro difronte a me che mi guardava con fare serio e braccia incrociate. Sinceramente mi faceva ancora un po' strano il fatto che ora riuscivamo a parlare senza litigare, era strana questa 'amicizia' che si stava creando tra di noi, ma ammetto che mi piaceva. Nel garage c'erano solo l'auto di Foster, le moto di Dylan e Cody e ora l'auto di Madison, credo che Muller non abbia lasciato avvicinare nessun'altro
"Dirai loro la verità? Mi avevi promesso che lo avresti fatto prima della festa eppure loro ancora non sanno nulla" mi ricordò
"Lo farò" annuii indecisa "Prima o poi" aggiunsi poi facendola sbuffare
"Olivia, ti rendi conto che sei su un filo di un rasoio? E se lo scoprissero per caso?" ipotizzò
"Non lo sapranno finche non sarò io a dirglielo" la rassicurai
"Mi preoccupi sinceramente" sussurrò tra se e se ma abbastanza forte che potessi sentire
"Cosa è successo alla Madison di qualche settimana fa? Cosa ne hai fatto" la presi in giro
"Non posso di certo fare ancora la stronza con te dopo l'aiuto che mi stai dando con mio fratello" esclamò "e poi non sei tanto male" sussurrò piano per poi andare verso la porta che portava alla casa
"Guarda che ti ho sentito" gridai divertita raggiungendola

In questi due giorni avevo aiutato Madison in effetti, ma non mi aspettavo e tanto meno volevo nulla in cambio. Mad aveva affrontato una volta per tutte i suoi genitori e aveva detto loro che non voleva separarsi da suo fratello, così i genitori avevano lasciato perdere ma ora si divertivano a rendere la vita del ragazzo un inferno, perciò Jim passava molto tempo a casa nostra. Questa decisione non piaceva ne a lui ne a mio fratello ovviamente, ma era l'unica soluzione. Madison aveva proposto di stare in un albergo ma tutte le loro carte di credito erano state tagliate da suo padre come ripicca e diciamo che senza quelle non potevano far nulla di avventato. Mia madre aveva accettato senza troppi problemi, sembrava piuttosto contenta che Jay avesse una compagnia ora. Mio padre aveva esitato dato il casino che stavo affrontando con la mia malattia ma poi aveva acconsentito, Jamiee non aveva detto nulla mentre Jason, appunto, era del tutto contrario. Spesso li sentivo litigare e mio fratello si lamentava con me di questo, affermando di odiare Jim e che non voleva averlo tra i piedi. Dopo l'incontro avuto mesi fa alla partita dei due, credevo che fosse un pallone gonfiato come la sorella ma ammetto che era simpatico, dato che non stavo frequentando la scuola passavo gran parte delle mie mattinate con lui a giocare a vari giochi da tavolo oppure alla play e ci divertiamo tanto, lo ammetto.

In Another LifeWhere stories live. Discover now