10. Parker

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Entrai in casa consapevole di ciò che mi sarebbe successo, non ebbi neanche il tempo di sfilarmi la felpa che mia madre corse di sotto pronta a dirmene quattro

"Hai la minima idea della paura che ci hai fatto prendere? Sei sparita per tutto il giorno senza neanche mandare un messaggio" iniziò a sbraitare
Mio fratello Jay mi affiancò divertito e io gli diedi una spallata.
"Mamma ho mandato un messaggio a papà dicendo che sarei tornata verso ora di cena, ho 17 anni non muore nessuno se torno a quest'ora" sbuffai
"Ma perchè non lo vuoi capire" sospirò "Conta se torni tardi senza avvisare, sei malata potrebbe succederti di tutto lì fuori, è pericoloso quando resti da sola" esclamò gridando
"Non ero da sola, ero con un amico, e poi smettila con questa storia; io faccio quello che cazzo mi pare senza dover dar conto a te" ribadii scocciata salendo le scale per poi andare al piano di sopra
"Scordati quella gita ragazzina, finchè non cambi atteggiamento sei in punizione" annunciò
"Mamma dai, sta calma" Jamiee la raggiunse per cercare di calmarla
"Sono in punizione da due anni mamma, non ti basta?" Gridai arrabbiata e a quel punto papà uscì dal suo studio per affiancare Jay "Mi avete stancato tutti, dimenticatevi della mia malattia e trattatemi come una ragazza normale. Ve lo chiedo per favore" li supplicai un'ultima volta prima di raggiungere camera mia

Mi lasciai cadere sul letto portandomi le mani sugli occhi, passai vari minuti in quella posizione pensando a cosa stessi combinando. Avevo lasciato che Dylan e Lucas si avvicinassero a me quando mi ero ripromessa che avrei dovuto tenere tutti alla larga dalla mia vita. Ammetto che mi ero fatta un'idea totalmente sbagliata sul primo, forse non era tanto cattivo come voleva far credere, certo, con Lucas doveva assolutamente assumere un'atteggiamento del tutto diverso, ma ci si poteva lavorare.

Mi alzai dal letto dirigendomi in bagno per farmi una doccia bella fredda che mi schiarii un po' le idee, quando uscii indossai l'accappatoio per poi scendere giù in cucina per prendere la pillola che prendevo ogni sera a causa dei dolori che mi assalivano durante la notte. Quando risalii in camera indossai il pigiama per poi raggiungere Jay nella sua camera, era steso sul letto con lo sguardo rivolto al soffitto.

"Che ti succede Jay-Jay" Domandai stendendomi accanto a lui
"E se domani perdiamo?" Sbuffò rassegnato
"Sì un po' ottimista" lo ammonii
"Verrai vero?" Disse dolcemente e io annuii sorridendogli
Feci per alzarmi dal letto ma un forte giramento di testa mi fece perdere l'equilibrio così da farmi trovare con il sedere sul pavimento freddo
"Oh cazzo Hol" Jay si precipitò verso di me
"Tranquillo, sto bene" mentii cercando di rassicurarlo

Mi girava tremendamente la testa e mi tremavano le gambe, ora che ci penso oggi pomeriggio con tutto quello che era successo avevo saltato la pillola pomeridiana.
"Aspetta, chiamo Papà" fece per uscire ma lo bloccai
"Ti prego non farlo, si preoccuperebbero inutilmente, sto bene" lo rassicurai prima di andare definitivamente in camera mia

Mi distesi sul letto cercando di non dar peso a quella sensazione di vomito che cresceva ogni secondo di più, provai ad addormentarmi ma non ci riuscii subito. Durante la notte mi svegliai più volte, la mancanza di sonno era ovvia, provai a prendere qualcosa per farmi passare il dolore ai muscoli ma nulla riusciva a placare quelle fitte che mi stavano tormentando e che mi fecero compagnia tutta la notte.

Odiavo il mio cancro. Lo odiavo con tutta me stessa.
Il mio sangue era completamente infette, spesso soffrivo per molti dolori al corpo dato che la circolazione sanguigna mi danneggiava gran parte dei muscoli e degli organi facendomi vivere con continui dolori fisici. Cambiare aria mi avrebbe fatto bene, prima della gita avevo una visita con mio padre, basta che salti quella e potrò partire tranquillamente senza intoppi da parte della mia famiglia. Nessuno doveva sapere che probabilmente la mia cura doveva essere aumentata e non vorrei rimanere a casa saltandomi quella stupida gita.
Qualsiasi cosa pur di avere un po' di tranquillità.

In Another LifeWhere stories live. Discover now