52. Parker

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Socchiusi la porta della mia stanza e tornai al piano di sotto, erano le 9 del mattino e avevo decisamente dimenticato la scuola. Ma dopo tutto quello che era successo come potevo pensare di andarci?

"È di sopra?" domandò papà vedendomi entrare in cucina
"Si, è crollata, ha passato la notte in bianco poverina" sussurrai sedendomi sul tavolo
"Cos'è successo?" Chiese curioso e preoccupato
"Ha litigato con la madre ed è scappata" affermai semplificando tutto
"E la figlia di Palmer vero? Forse è meglio se dopo faccio uno squillo a sua madre per dirle che è qui, non vorrei che si preoccupasse" osservò papà sorseggiando il suo caffè
"Conosci sua madre?" Mi accigliai
"Era in terapia da Michael, e poi era in classe con tua madre al liceo" affermò
"In terapia? Cos'è successo?" 
"Il signor Palmer e suo figlio sono rimasti coinvolti in un incendio un giorno e sono morti entrambi" spiegò
"Incendio?" sussurrai incredula
"Quel giorno l'ospedale era pieno, ricordo che morirono circa dieci persone mentre un centinaio erano gravemente ferite. Fu a causa di un incendio in una galleria d'arte, fu una tragedia" esclamò lui con l'amaro in bocca "Il figlio morì tra le fiamme mentre il padre per il troppo fumo, fui io a fare l'autopsia a molte persone dato che ero di turno, ricordo il figlio dei Palmer, era un ragazzo d'oro, e poi aveva solo 17 anni" esclamò

Non ci potevo credere, sapevo del fratello di Mar, ma non immaginavo che anche il padre fosse...morto, e in quel modo poi. Margharet non aveva mai detto nulla al riguardo.
Prima mi aveva detto che era scappata di casa dopo una dura lite con la madre, non hanno un buon rapporto e lei non accetta il fatto che da quando sono sole, la donna vada con tutti. Ha detto che ogni giorno si svegliava per andare a scuola e trovava sempre un uomo diverso, la maggior parte delle volte ragazzi molto più piccoli della madre. Mar è scoppiata dopo che stamattina ha trovato un ragazzo in cucina con indosso l'accappatoio di suo fratello maggiore. È scappata dopo che sua madre le ha detto che se le cose non le stavano bene poteva anche andarsene, ma non capisco perché non abbia detto nulla a Cody, mi ha anche supplicato di non chiamarlo e di non dire nulla a Dylan che di sicuro l'avrebbe detto al suo migliore amico.

"Sono convinto che nella vita, per un figlio perdere un genitore sia una cosa inevitabile e naturale, ma per un genitore perdere un figlio deve essere una cosa assurda" sussurrò mio padre fissando il caffè nella tazza
Lo guardai di scatto amaramente, so bene che non parlava solo di Margharet e della sua famiglia, stava parlando di me, di lui, di noi.
"Credi che dovrei avvisare Cody?" Chiesi con l'intento di cambiare discorso
"Non lo so. Ora lasciala riposare, dopo chiamo la madre dicendo che resterà un po' con noi se non le dispiace" suggerì andando in salotto

Quella mattina avevo deciso di fare un salto in centro, così andai a vestirmi e dopo aver messo un jeans semplice con una felpa e un paio di scarpe da ginnastica, scaricai mio padre con una scusa e uscii
"Dove vai? Hai ancora la febbre?" Si accigliò e fece per avvicinarsi per controllarmi la fronte
"Sto una meraviglia, faccio un salto al supermercato, sono finiti i cereali e sai che senza non vivo la mattina" mentii
"Tu odi i cereali" sussurrò pensandoci su
"Ora non più, ciao" sorrisi nervosa per poi svignarmela 

Non tirava vento, ma l'aria era fredda e le strade erano tutte bagnate a causa della pioggia che ora era terminata. Decisi che era meglio prendere un taxi, così dopo averne chiamato uno raggiunsi il centro in 30 minuti circa.
Le strade come sempre erano affollate, il traffico era assurdo e c'era una scia di ombrelli colorati su tutte le strade
Entrai in farmacia e mi guardai un po' in torno, questo posto era grande.
"Serve aiuto?" Si avvicinò un ragazzo con un camice bianco
"Si, beh io stavo cercando..." guardai i vari scaffali e lui annuì sorridente
Che cazzo mi ridi?
"Ti servono i preservativi?" Chiese e io scossi la testa leggermente incredula "Un test di gravidanza?" Tentò ancora e io scossi nuovamente la testa 
Afferrai la ricetta medica dal retro dei jeans per poi porgergliela, lui la lesse attentamente per poi guardarmi
"Credo che le pillole per la leucemia siano terminate, ne ordiniamo poche perché questo farmaco non è molto usato" esclamò
"Avete la la nuova cura sperimentale contro la leucemia? La 18 di grado C?" domandai
"Posso dartele solo se sei maggiorenne o se hai la card dell'ospedale che ti autorizza a comprare farmaci del genere, ovviamente con una ricetta del tuo medico" spiegò
"La ricetta l'ho dimenticata, ma ho la card" cercai di essere convincente mostrandogli la card
Mi guardò come per decidere se darmi o meno il medicinale, ma alla fine inserì e i dati della card nel computer
"Ok, aspetta che te la prendo" annuì
"Grazie" sorrisi

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