43. Parker

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"Cinque, quattro, tre, due, uno, BUON COMPLEANNO CAPITANO!!"

Era appena scoccata la mezza notte ed era ufficialmente il 31 Dicembre, tra 24 ore la festa sarebbe stata ancora attiva e forse ancora più grande. I ragazzi della squadra si gettarono sul loro capitano abbracciandolo mentre gli auguravano un felice compleanno. A quest'evento c'era gran parte della scuola, e io che avrei voluto passare un po' di tempo tranquilla senza nessuno che mi rompesse le scatole. Rivolsi un sorriso al nonno che era divertito nel vedere tutto il casino che stavano creando i ragazzi, a lui sono sempre piaciute le feste caotiche.

Blaire mi passò una birra sorridente e non volle sentire un no come risposta, così l'afferrai senza berla ma la portai più volte sulle labbra facendole credere che stessi bevendo, quando in realtà solo l'odore mi dava la nausea. Lincoln e Andrew avevano sparato decine di quei tubi che esplodono in coriandoli, c'erano alcolici ovunque e festoni decorosi con quelle casse grandissime che aveva portato il dj che avevano chiamato per questa stupida festa.

"Le odi proprio le feste vero?" rise Mose affiancandomi
Ero appoggiata alla porta d'ingresso, la festa Cody l'aveva organizzata nell'atrio, e aveva invitato tutti, aveva annunciato che era una festa 'a porte aperte' così alcuni turisti si erano aggregati, vidi Madison limonarsi con un ragazzo che Mose mi presentò come un Irlandese.
"Non le odio" mentii
In quel momento Cody saltò sul tavolo gridando di dare il via alla vera festa, dopo di che tutti gridarono per poi ballare freneticamente con la musica a tutto volume
"Si le odio" mi corressi facendo ridere Mose
Sentii la pelle bruciarmi sempre di più e la testa prese a girare all'improvviso facendomi perdere il senso dell'orientamento
"Vado un attimo in camera" mentii per allontanarmi da li
Salii le scale e aprii la porta del tetto dove vidi la neve scendere dolcemente, la luna era nascosta dalle nuvole segno che pioverà a breve, ma era tutto così perfetto in quel momento. La musica si sentiva come in un sussurro e non c'era nessuno nei paraggi, finalmente tranquillità.

Il telefono prese a squillare e mi ricordai che mi ero dimenticata di spegnerlo. Sbuffai prima di rispondere a mio padre
"Ancora sveglio?" risi leggermente
"Avevi intenzione di dirmelo o no dei tuoi mancamenti?" Mi sgridò
"Ma ciao anche a te papà, come stai? Io bene mi sto divertendo tantissimo e non voglio tornare a New York fino a nuovo avviso" esclamai
"Hol, so che è difficile per te ma devo saperlo quando non ti senti bene" sussurrò preoccupato
"Lo so, ti giuro che è stata la prima volta" mentii mordendomi la lingua
"Ok, quando tornerai faremo una nuova tac, se non è nulla di grave potrai andare in remissione ma le possibilità sono scarse" esclamò e sentii la voce di Jamiee che rideva dicendo di passarle il telefono
"Hey sorellina, come va? Emozionata per il capodanno?" domandò entusiasta
"Nemmeno un po'" ammisi
"Ho già avvisato la mamma, il tuo aereo atterrerà qui il 2 Gennaio alle 19 più o meno, ti verremo a prendere tutti" era troppo euforica per i miei gusti
"Già, a questo proposito, non so quando tornerò, vi faccio sapere dopo la festa" affermai e si zittì smettendo di ridere all'improvviso
"Che significa?" domandò seria
"Significa che non ho intenzione di tornare a New York per ora, telefonerò papà per dirgli tutto, ciao" spiegai per poi staccare

Non voglio farli stare in pensiero, ma era vero, per il momento non pensavo di tornare a New York, non me la sentivo proprio. Blaire mi aveva detto che anche loro avevano il volo tra 3 giorni, perciò era esaltata dalla notizia che sarei stata dei loro nel viaggio di ritorno ma non credo ci andrò, tornare a New York non mi sembra un opzione, mio padre mi obbligherebbe a fare tante di quelle visite e controlli che finirà con il segregarmi in ospedale per giorni, mamma mi metterebbe sotto pressione in una maniera assurda e Jamiee e Jay saranno preoccupati per me continuamente e non voglio che si preoccupino.

Andai a sedermi sul pavimento osservando il cielo, la neve era diminuita e piccoli fiocchi cadevano qua e la senza lasciare segno.
"Come mai scappi via ad ogni festa?"
Mi voltai di scatto sorridendo non appena riconobbi la voce.
"Non dovresti scappare anche tu dalla tua festa, Cody potrebbe ucciderti" esclamai
"Cody è già mezzo ubriaco e ci sta provando con Margharet" lo guardai sconvolta dalla sua ultima affermazione "Tranquilla lei pensa che sia l'effetto dell'alcool" rise
"Dylan, dico sul serio torna dentro, Madison ti cercava" mentii
"Non attacca piccola, Madison sta ballando con Anita e Bettany e tutte e tre si stanno strusciando sull'irlandese" commentò disgustato facendomi ridere
"È così sono 19 anni" sussurrai guardando il cielo
"Già" sorrise leggermente
"Che effetto fa?" Domandai
"Mi sento diverso" alzò le spalle e lo guardai confusa dato che io stavo scherzando "No, non è vero mi sento sempre lo stesso idiota" rise
"Idiota è dir poco, tu sei un idiota stupido giocatore di basket" risi
"Ma perchè odi così tanto i giocatori di basket?" domandò guardandomi divertito
"Quando passavo i pomeriggi nella palestra con mio nonno vedevo che allenava i ragazzi delle scuole più grandi e si vantavano così tanto delle 'loro doti'" mimai le virgolette "avevo 13 anni quando un ragazzo di 19 si avvicinò a me sfilandomi la palla dalle mani per poi fare canestro e vantarsi con i suoi amici e con me, mi innervosì e così sfidai tutta la squadra" risi ripensando a quel momento
"Sai che figura poi quando hai perso" commentò e lo guardai sorridendo alzando un sopracciglio "Non puoi dirmi che hai vinto contro una squadra di ragazzi molto più grandi di te" esclamò sgranando gli occhi
"Dribblai tutti e feci canestro al primo colpo dopo aver sorpassato il ragazzo di prima e feci una gran uscita di scena dopo" ammisi sorridendo fiera
"Mi domando perchè diavolo tu e tuo padre non giocate più" sussurrò amaro
"Lo scoprirai forse un giorno" gli diedi una pacca sulla spalla per poi alzarmi e andare via lasciandolo li da solo
"Non dimentichi qualcosa?" domandò prima che mi chiudessi la porta alle spalle
"Buon compleanno idiota" gridai ridendo per poi chiudere la porta e lo sentii ridere

In Another LifeWhere stories live. Discover now