23. Parker

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Chiusi la porta di casa alle mie spalle e mu ci appoggiai con la schiena contro sorridendo come un ebete. Mi toccai istintivamente le labbra e sorrisi ancora di più. Che diavolo mi prendeva?

Posai le chiavi sul mobile come il solito e sfilai la felpa, notai l'orologio che segnava le 7 del mattina e per poco non mi venne un infarto quando, entrando in cucina, trovai mia sorella appoggiata al tavolo che sorseggiava la sua camomilla.
Ti prego fa che non inizi con mille domande a causa del mio notevole ritardo.
"Ciao" sussurrai piano restando sotto l'artico della porta
"Ciao" sorrise piano
"Come mai sveglia?" Domandai
"Non riuscivo a dormire, papà è andato a lavoro presto e mi sono svegliata sentendo la porta chiudersi" spiegò posando la tazza nel lavandino
"Non vai a dormire un altro po'?"
"Ora vado" annuì
Mi passò accanto e si fermò ad un passo di distanza sorridendomi, mi poggiò un braccio sulla spalla e sussurrò delle parole che mi fecero sorridere di mia volta
"Sembri felice per la prima volta dopo tanto tempo" sorrise malinconica
Restai in silenzio non sapendo cosa dire, mi rivolse un ultima occhiata per poi tornarsene in camera sua.

Dopo pochi minuti anch'io salii al piano di sopra andando dritta verso il bagno. Mi avvicinai lentamente al rubinetto e mi schizzai dell'acqua gelida sul viso e sui polsi.
Avevo cercato con tutta me stessa di opprimere la nausea, i giramenti di testa e i dolori ai muscoli, ma mi sentivo di esplodere. Il corpo era bollente e iniziai a tremare leggermente scossa da lievi spasmi a causa del freddo. Credetti di impazzire quando le orecchie presero a fischiare e la vista ad annebbiarsi. Alzai con un gesto veloce la testa verso lo specchio e vidi il sangue scivolarmi giù dal naso per poi arrivare al mento e ai vestiti che si sporcarono.

"Mamma

Non capii se gridai o se semplicemente lo sussurrai, trovai le forze per pronunciare quelle cinque lettere e come per miracolo mia madre entrò in bagno gridando il nome di Jamiee e Jason che corsero da noi.

Ero già accasciata a terra quando la mia mamma entrò in bagno terrorizzata, si abbassò facendomi poggiare la testa sulle sue ginocchia mentre un'impaurita Jamiee chiamava i soccorsi.
Non sentivo nulla, solo voci soffuse e soffocate, come la mia vista. Jason venne subito al mio fianco e mi strinse la mano tremando.

Ricordo il suono della sirena dell'ambulanza, un infermiere che entrò in bagno, voci, luci, rumori, il volto di mia madre preoccupato, la voce di Jamiee, la lacrime di Jay, il tremore della strada, ancora quella sirena, le porte dell'ospedale che venivano aperte, infermieri e ancora infermieri, e poi il suo volto, il volto del mio papà che mi gridava di restare sveglia, ma io chiusi gli occhi per poi abbandonare quel momento che sembrava non finire più.

****

La forte puzza di disinfettante mischiata al sapore dei medicinali bastò per farmi aprire gli occhi. Il soffitto era bianco e ciò non aiutò la mia vista che era annebbiata. Strizzai le palpebre molto forte per riacquistare la piena vista, ma non riuscii a muovermi nonostante provai ad alzarmi o a mettermi a sedere.

Il bruciore alle braccia era pesante grazie agli aghi che avevo nelle vene, mossi piano la mano e riuscii a staccare la mascherina che mi aiutava a respirare. Staccandolo era come se avessi imparato nuovamente come si facesse a respirare.
Riuscii ad alzare di poco la testa dopo aver fatto molti tentativi e osservai la mia stanza d'ospedale che usavo esclusivamente io in casi come questi, consideratelo un privilegio per essere la figlia del dottore.
Vidi Jamiee stesa sul divanetto mentre mamma era sulla poltrona, entrambe dormivano e non si accorsero di nulla.

Le vetrate della stanza erano coperte dalle piccole e sottili strisce bianche delle taparelle semi chiuse che mi permettevano di vedere gli infermieri che passavano fuori. La porta era chiusa quindi nessuno notò nulla.
Iniziai a tossire e senza volerlo svegliai Jamiee che si stiracchiò un po' prima di notare che fossi sveglia
"Hol"
Si alzò velocemente e corse accanto al mio letto sorridendomi, aveva il volto stanco e due grosse occhiaie ben visibili sotto gli occhi arrossati
"Hey" mi uscii un suono strozzato e la gola prese a bruciare
Meglio evitare di parlare per ora.
"Mamma" la chiamò Jamiee e la mamma aprii di scatto gli occhi e scoppiò a piangere nel vedermi sveglia
"Amore mio" mi prese la mano e la strinse sorridendomi come da conforto "Jamiee chiama tuo padre" esclamò e mia sorella corse fuori dalla stanza lasciandomi da sola con la mia mamma
"Mamma" sussurrai stringendole la mano
"Va tutto bene tesoro, c'è la mamma qui con te, andrà tutto bene" mi sorrise mentre le lacrime le solcavano il volto stanco
Chiusi gli occhi impedendo cosi alle lacrime di uscire e lasciai che mia madre mi baciasse la fronte.
"Mamma, c'è papà" annunciò Jamiee seguita da papà che entrò in stanza frettolossmente
"Piccola mia" sorrise lui

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