27. Parker

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"Vi conoscete?" Domandò Michael ma la sua voce era strana, il modo in cui l'aveva chiesto non mi piaceva, di sicuro lui e mio padre sapevano tutto, due perfetti stronzi a non dire nulla
"È un mio compagno di scuola" limitai la risposta
"Voi invece? Cos'è, sei una sua paziente?" chiese Dylan guardandomi
"Una specie" rispose il padre al mio posto
Capii dai comportamenti di Dylan che Michael non gli aveva raccontato nulla di me, quindi mi sentii più tranquilla ma la cosa restava comunque complicata
"Non sapevo che fosse lui tuo figlio" esclamai rivolta a Dylan
"Questo è un palazzo di medici, appena mi hai detto il numero civico ho subito capito che avevi qualche problema, così ti ho seguita ma ti ho perso di vista, ne ho approfittato per venire a salutare mio padre" spiegò il ragazzo che non avevo il coraggio di guardare in faccia
"Michael hai due pazienti in sala" esclamò Ashley entrando nuovamente nella stanza, questa volta senza bussare
"Ci vediamo la settimana prossima Michael" affermai uscendo dalla stanza seguita da Dylan

Aspettai l'ascensore e salii con lui, premette il pulsante del piano terra ma appena raggiungemmo il secondo piano la fece bloccare mettendola in pausa
"Che cazzo fai?" sbottai confusa
"Perchè sei in cura da mio padre?" chiese
"Parlo con lui di quello che non va nella mia vita Dylan, è uno psicologo mi aiuta con il mio percorso dove io non riesco"  limitai la risposta
"Cosa nascondi Hol, cosa vi dite alle sedute? Apriti anche con me, fidati per una volta"
"Fai ripartire l'ascensore Dylan, non ti dirò nulla" affermai provando a far ripartire l'ascensore ma lui mi sbarrò la strada
"Riguarda quel Clarke che sei andata a trovare al cimitero?" domandò
"Non nominarlo neanche Dylan, tu non sai niente ed è meglio che le cose restino così" ringhiai
"Sei una fottuta tortura piccola" esclamò "Sei un mistero per tutti cazzo, tutto quello che fai lo è, apriti una buona volta e mostrami il tuo mondo, farò lo stesso con te mostrandoti la mia fottuta vita che nascondo a tutti ogni santo giorno come tu fai con tutti"
"Perchè ti interessa tanto?" chiesi alzando il tono di voce
"Perchè sei un fottuto tormento nella mia testa, credevo l'avessi capito dopo quel bacio" gridò e avanzò verso di me facendomi indietreggiare
"Non tirare in mezzo quel discorso" lo supplicai
"Dopo quel bacio sei sparita Hol, non sei venuta a scuola e mi hai evitato, dopo di che sei tornata sorridendo comportandoti come se nulla fosse successo davvero, ma è successo e ora io e te ne parliamo" mi trovai con la schiena contro il muro dell'ascensore e Dylan mi impedii di scappare poggiando le mani attorno alla mia testa attaccate al muro
"Dylan dimenticati quel bacio, è stato solo un errore" mentii mordendomi la lingua

No, la verità è che io quel bacio lo desideravo con tutta me stessa, ed ero riuscita a capirlo, avevo capito che potevo concedermi una possibilità per essere felice, ma quel cedimento era bastato per farmi perdere le speranze e farmi scontrare con la verità. Io, cazzo io sono malata e non potrò mai avere una vita normale, non mi era concesso.
"Un errore? Non mentire piccola ho sentito come ha reagito il tuo corpo" sussurrò avvicinando le labbra al mio collo per baciarlo e poi salire lentamente "Anche ora, ti sto semplicemente vicino e tu sei arrossita e hai la schiena che trema per i brividi" sentii il suo fiato caldo passarmi per il collo e salire fino all'orecchio
"Sbagli non ho provato assolutamente niente" ribadii mordendomi il labbro inferiore
Vorrei liberarmi e far riavviare l'ascensore, ma non riuscivo a muovermi, ero come ipnotizzata dai suoi occhi senza fondo e il suo tocco che mi piaceva da morire e che mi mandava fuori di testa.
"Lascia che ti rinfreschi la memoria piccola"
Non ebbi il tempo di ribattere che subito le sue labbra calde e bagnate erano sulle mie. Mille scariche mi percorsero la spina dorsale e senti il cuore schiantarsi contro la gabbia toracica forte che quasi temo potesse esplodere. Diedi via libera alla sua lingua che accarezzò la mia esplorandomi la bocca, mi morse più volte il labbro inferiore e mi scappò un gemito di piacere che non riuscii a controllare. Era come se fossi ubriaca, ubriaca di lui, e la cosa mi piaceva da matti. Oh Dylan, sapessi quante volte ti ho baciato con gli occhi, e ora sto finalmente riassaggiando quel tuo sapore dolce che non potrò mai dimenticare, lo stesso che porterò con me per molto tempo, forse per sempre. La verità era che io avevo bisogno di te anche se questo tu non lo saprai mai.
Ci staccammo per riprendere fiato e i nostri occhi si incontrarono per non staccarsi più, giuro, era bellissimo.

In Another LifeWhere stories live. Discover now