32. Parker

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Vedere Cody in quello stato mi faceva davvero star male. Margharet combatteva tra la vita e la morte a pochi metri di distanza da noi eppure lui non poteva fare nulla per aiutarla, solo starsene seduto ad aspettare di avere sue notizie e sperare che siano positive.

"È tutta colpa mia" esclamò coprendosi il volto con le mani
"Non è colpa di nessuno Cody, nessuno avrebbe potuto prevederlo" affermai accarezzandogli la schiena
"Ma avrei potuto impedirlo" sussurrò
"Smettila di addossarti colpe inutili, non porta a nulla puntare il dito contro. Bisogna solo sperare"
"Dovevi vederla" sorrise amaramente "quando mi ha vista con Bettany era davvero schifata verso i miei confronti, ha iniziato a correre senza più smettere. Quando è tornata a scuola non ero sorpreso, sapevo che sarebbe andata ovunque tranne a casa sua, non ha un buon rapporto con la madre e quindi passa tutte le giornate fuori casa e ci torna solo per dormire" spiegò

"La ami?" Domandai poi
"Cosa?" Mi guardò scioccato "certo che no, cosa potrei mai offrirgli Hol, io non vado bene per lei" affermò indicando la porta della sala operatoria
"Cody" lo richiamai nuovamente e mi guardò fisso negli occhi
"Io-" fece una pausa per poi guardare Dylan e poi di nuovo me "non lo so, non so se sia amore o una semplice 'cotta' come dite voi, so solo che voglio stare sempre con lei e che odio quando piange o quando soffre, vorrei tenerla sempre stretta a me e vorrei che fossi io l'unica persona importante per lei, che la faccia sentire a casa e al sicuro" sussurrò per poi rendersi conto solo in un secondo momento di cosa aveva appena detto
"Ti rifaccio la domanda Cody" sorrisi  debolmente "la ami?"
"Io... si,la amo" esclamò guardandosi i pugni chiusi
"Allora smettila di addossarti colpe inutili e inizia a sperare che si risvegli così queste cose potrai dirle a lei e non a me" affermai sorridendogli come conforto
Annuii ringraziandomi e lo vidi alzarsi per poi incamminarsi verso gli infermieri che erano appena usciti dalla sala operatoria.

"Però, non credevo fossi così esperta in amore" esclamò Dylan seduto, a differenza mia, sulla sedia di fronte a me
"Non lo sono, vedo solo tanti film" alzai le spalle ricambiando il suo sorriso
"Presto, stanza C14" gridò qualcuno proveniente dal gruppo di infermieri che correva su per le scale per poi sparire dalla mia visuale.
C14? Cos'era uno scherzo per caso?
"Rudy" esclamai scioccata per poi alzarmi molto velocemente e correre su per le scale superando le infermiere che correvano da lui
"Hol" mi chiamò confuso Dylan inseguendomi

Corsi fuori la sua stanza e lo vidi sdraiato a terra accanto alla sua sedie a rotelle che provava ad alzarsi respirando a fatica
"Rudy" mi precipitai accanto a lui sorreggendolo per i fianchi
Lo presi in braccio facendolo sedere sul letto e gli presi il viso tra le mani costringendolo a guardarmi
"Che è successo?" Domandai in preda al panico 
"Mamma" sussurrò tra le lacrime
"Rudy che hai?" Stavo per avere un attacco di panico, dovevo sapere che sta bene
"Non riuscivo a respirare e ho suonato il campanello per le emergenze ma nello sporgermi sono caduto dalla sedia a rotelle e non riuscivo a rialzarmi" esclamò continuando a respirare a fatica
Gli infermieri entrarono nella stanza superando Dylan che guardava la scena da sotto l'artico della porta
"Hai saltato la seduta oggi, avresti dovuto fare respirazione con Marcus" esclamò Tiny preoccupata
"Lui ora non è qui e io non la faccio con nessuno se non con lui e Trav" esclamò taciturno
"Travis è in sala operatoria con il dottor Parker mentre Marcus ha terminato il turno due ore fa" spiegò una dottoressa prendendo la mascherina dell'ossigeno dalla macchinetta
"Non si azzardi a toccarmi" gridò lui duro rallentando il respiro
"Okok, Rudy calmati ora" lo tranquillizzai "lo faccio io" esclamai prendendolo la mascherina dalle mani e lui annuii rilassandosi
La dottoressa sospirò per poi uscire mentre Tiny venne a sedersi accanto a me
"Non mi ammazzerai vero?" Domandò il bambino dubitando delle mie doti da dottoressa
"Mi offendi così" mi finsi offesa
"Senza offesa Hol ma te la cavi di più sul campo da basket che vicino l'ariatore" sorrise lui e fui felice di vedere che si sia calmato
"E smettila birbantello che non sei altro" lo stuzzicai facendogli il solletico sui fianchi
Rise pesantemente finchè non smisi. Si mise con le spalle contro la spalliera del letto e io collegai il filo alla mascherina per poi portarglielo sulla bocca allacciando il nastro dietro la sua testa per non far scappare la mascherina.
"Però" esclamò lui respirando normalmente con l'aiuto della mascherina "credevo che mi avresti ucciso sinceramente" rise
"Smettila e stai zitto non devi parlare" gli ricordai  "Che ci fai ancora qui? Hai lasciato solo Cody" esclamai avvicinandomi a Dylan
"Si è addormentato sulla sedia, l'ho appena controllato. Mi hai fatto preoccupare tu piuttosto" affermò indicandomi "sono contento che stia bene" si riferì poi alla piccola peste dietro di noi che guardava e sentiva tutto
"È forte" affermai
"Come te" esclamò Rudy
"Rudy sta zitto" lo guardai seria
"Ho solo detto la verità, tu sopporti di peg-" mi voltai guardandolo negli occhi supplicandolo di tenere la bocca chiusa e di non dire un'altra parola su di me che possa far capire a Dylan qualsiasi cosa

In Another LifeWhere stories live. Discover now