42. Johnson

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Vederla soffrire e non poter far niente, ecco cos'era un incubo.
Quando avevo visto il sangue avevo iniziato a sgretolarmi dentro, mi erano venute in mente scene del passato e ho temuto il peggio, per me, per lei, per quel noi che ancora non esiste ma che esisterà, perché questa ragazza era speciale, era diversa.

Mentre la stringevo tra le mie braccia capii quanto dolore aveva dentro. Tremava mentre, nel sonno, si girava affondando la testa nel mio petto. La strinsi forte a me per farla calmare e credo che anche se per poco ci riuscii. Raggiunte le nove del mattino mi alzai lentamente stando molto attento a non svegliarla, mi avvicinai alla finestra per guardare fuori la città piena bianca, vidi all'esterno dell'albergo alcuni turisti giocare con la neve, alcuni bambini che facevano dei pupazzi e alcuni ragazzi della mia scuola che passeggiavano sorridenti, credo che Lucas abbia avuto un ottima idea, questa vacanza ci voleva.

Presi il cellulare e chiamai forse l'ultima persona che dovrei chiamare in questo momento. Rispose dopo tre squilli e sperai di non averlo svegliato
"Dylan?!" Esclamò confuso
"Salve coach" sussurrai "buon natale" aggiunsi
"Buon natale a te. A cosa devo questa chiamata?" Sorrise
"Mi scusi, l'ho svegliata?" Domandai
"Cosa? No, sono in ospedale, ho un turno exstra è ho iniziato alle 4" spiegò
"Mi sono ricordato che lei è un medico e volevo sapere cosa si deve fare quando una persona perde molto sangue dal naso" esitai nel domandarlo
"Beh dipende, ma tu stai bene?" Chiese preoccupato
"Si io sto benissimo, il consiglio è per sua figlia, ha perso molto sangue e mi ha detto di non chiamare il medico ma mi sto preoccupando" sussurrai
"Holly? Scusa ma che ci fai con lei?" Chiese confuso
"Lunga storia" sospirai
"Dylan, Holly sa cosa fare ma promettimi che mi chiamerai se dovesse sentirsi male ancora, l'avrò detto milioni di volte anche a lei ma sai com'è fatta" sospirò
"Si, glielo prometto ma per caso deve prendere qualche medicinale? Non so, cosa si fa in questi casi?" Domandai osservando la ragazza che dormiva beatamente
"Dille di prendere la pillola blu che le ho messo nello zaino per sicurezza, lei sa tutto e dille che mi chiama il prima possibile" ordinò
"Certo, grazie coach"
"Dylan sta tranquillo, Hol sta bene è solo che quella ragazza è troppo frenetica, sarà solo stress" spiegò "Ah, auguri per domani figliolo" aggiunse sorridendo per poi staccare 
Il mio idolo mi aveva fatto gli auguri di compleanno!!
Mi sentivo una maledetta ragazzina.

Mandai un messaggio a Cody chiedendogli di chiedere al nonno di Hol il pranzo in camera per la nipote, e così fece. Dopo circa 15 minuti Cody entrò in stanza con un vassoio con la colazione per Hol che dormiva ancora.
"Che è successo?" Domandò preoccupato chiudendo la porta
"Probabilmente stress, ha perso un sacco di sangue dal naso ed era senza forze, ho avvisato suo padre e ha detto che lei sa già come fare per prendere delle medicine" sussurrai "cristo mi è venuto un colpo vedendola accasciarsi sul pavimento all'improvviso" sospirai provando a calmarmi
Che cazzo mi prendeva? Mi sentivo così in ansia.
"Vedrai che sta bene" si affrettò a rispondere
"Lo spero, comunque Lucas aveva preparato il programna della giornata insieme a Blaire, volevano portarci a sciare e a fare vari giochi prima della festa, digli che passo, non la lascio da sola" indicai Hol
"Se vuoi resto qui con te" sorrise leggermente
"Si e poi chi ci pensa a separare Margharet e Bett in caso di rissa?" Domandai ridendo
"Hai ragione" rise con me
Diede un occhiata a Hol preoccupato per poi andare via.

"Gesù" imprecò Hol alzandosi di scatto
Mi voltai verso di lei e la vidi portarsi le mani sulla fronte mentre si mise a sedere sul letto
"Hey" sorrisi sedendomi al suo fianco
"Quanto ho dormito?" Domandò guardandomi frenetica
"Troppo poco, dormi ancora un po' e sta tranquilla" sorrisi
"No, sto bene e poi devo andare ad aiutare il nonno" affermò provando ad alzarai ma la bloccai
Mi spaventava sinceramente, era molto pallida in viso e gli occhi erano rossi, come se avesse la febbre alta, ma non scottava.
"Dylan sto bene" annuì
"No, non stai bene. Tuo padre ha detto che sai già quale pillola prendere se vuoi te le vado a comprare" esclamai mentre la osservavo seduto sul bordo della finestra
"Cosa? Lo hai detto a mio padre?" Domandò quasi gridando
"Ovvio che si" scrollai le spalle
"Ma sei impazzito?" Gridò a quel punto alzandosi
"Forse non ti rendi conto che hai perso molto sangue e serviva un medico, e tuo padre lo è" gli ricordai
"Non ne avevi il diritto cazzo" continuò a gridare nervosa
"Che ti aspettavi che facessi scusa? Sono andato nel panico cristo" imprecai
Stavo iniziando a perdere le staffe
"Credo che tu abbia già fatto abbastanza" mi indicò la porta con un cenno del capo
"Dici sul serio?" Domandai incredulo
"Si" affermò fredda
"Bene" annuii per poi uscire dalla stanza sbattendo la porta

Quella ragazza era troppo complicata per i miei gusti, insomma stava male cosa dovevo fare? Giuro mi manda in bestia.
Andai nella mia stanza dove trovai Lincoln che stava per uscire
"Come sta Hol?" Domandò e lo guardai confuso "me l'ha detto Cody" aggiunse
"Non credo bene" sussurrai sedendomi sul letto
Annuì per poi sfilarsi la felpa e fare una chiamata
"Hey Blaire, andate voi alla pista da scii io vi raggiungo oggi pomeriggio" esclamò per poi sorridere e staccare
"Che devi fare?" Domandai
"Non ti lascio da solo, lascia che Hol dorma e si rilassi un po'" esclamò togliendomi il pallone dalle mani "ti sfido" iniziò a palleggiare
"Qui?" Indicai la stanza
"No, all'entrata c'è abbastanza spazio e non credo che al capo dia fastidio, è un ex allenatore di basket" esclamò
Giusto, il nonno di Holly era l'allenatore di Jonathan Parker!!
"E va bene" sussurrai seguendo il ragazzo fuori dall'albergo

Iniziammo a palleggiare rubandoci la palla per poi far finta di segnare. È assurdo di come il basket possa cambiare il mio umore in un secondo.
È una sensazione fantastica, ma anche mentre giocavo avevo la mente altrove. Volevo sapere come stava, se stava bene o se si sentisse sola.

"Prova a prenderla capitano" rise Lin superandomi
Lo bloccai con uno scatto all'indietro e gli rubai la palla segnando poi.
Sentimmo applaudire e ci voltammo sorpresi di vedere il nonno di Olivia sorridere.
"Bravi" commentò
"Grazie" affermai riprendendo fiato
"Hai usato una mossa che usò Parker in una partita con Michael Jordan" rise
"L'amichevole contro i Miami Heat" aggiunsi sorridente
"Già" sussurrò sbalordito "Come vi chiamate?" Domandò poi
"Io sono Lincoln e questo saputello è Dylan" sorrise il mio amico
"Hai un viso familiare" esclamò guardandomi
"È il figlio dei Johnson" esclamò Hol che era appena uscita dall'hotel raggiungendoci

Era sempre bellissima cazzo, con quei suoi semplici pantaloni della tuta, le scarpe da ginnastica e una felpa che andrebbe grande perfino a me, i capelli fuori posto e zero trucco, era la cosa più bella che avessi mai visto in vita mia.
"Michael e Chloe?" Balbettò il signore sbalordito
"Conosce i miei?" Domandai confuso mentre passavo la palla da una mano all'altra
"Ero l'allenatore di tuo padre, tua madre invece era la migliore amica di mia figlia" sorrise
"Jerarde Emilton?" Si finse stupito Lincoln dato che già sapeva che fosse lui ma aveva troppa vergogna di chiedergli un autografo
"In bocca al lupo nonno, ora ti tempesterà di domande" annuì Hol affiancando il nonno
"Io la amo signore" ammise Lincoln sognante
"Che buffo" rise Jerarde "ti va di vedere una cosa ragazzo?" Domandò e Lincoln annuì velocemente
Entrambi entrarono nell'hotel lasciando da soli me e Hol che mi fissò

"Che c'è?" Domandai in modo freddo anche se averla qui davanti a me mi tranquilluzzò
"Scusa" sussurrò guardandomi dritta negli occhi
"Wow, tu che ti scusi, questo è un giorno da ricordare" risi prendendola in giro
"Scemo" mi urtò leggermente
"Hol" sussurrai mettendomi davanti a lei per guardarla in volto
"Che vuoi?" Domandò fingendosi annoiata
"Sei bellissima" esclamai lasciandola senza parole
Mi guardò seria per poi arrossire e spostare lo sguardo altrove. Sorrisi a quella reazione da bambina e lei mi guardò male
"Sei uno stupido giocatore di basket" rise leggermente
Afferrai la palla e gliela lanciai contro, la bloccò prima che potesse colpirle lo stomaco e mi guardò sorridente per poi rilanciarmi la palla.
"Una sola partita" la supplicai
"No" rise e fece per tornare nell'hotel ma dopo aver fatto due passi si fermò e si girò "Grazie per prima" sussurrò per poi andar via definitivamente

Avete mai desiderato così tanto una persona? Beh io no, almeno questo era prima che incontrassi lei. Ho intenzione di prendermela, di farla mia, e subito anche, sono stanco di aspettare, la voglio, e la avrò.

In Another LifeWhere stories live. Discover now