31. Johnson

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La guardai, giuro avevo gli occhi fissi su di lei, era semplicemente bellissima. Olivia Parker era nel mio salotto di casa bella come non mai e con un aria disorientata che mi faceva impazzire. Era così diversa con quei capelli perfettamente in ordine e quel trucco impeccabile , quasi non sembrava lei. Cazzo questa ragazza era in grado di mandarmi fuori di testa con un semplice sguardo, quanto avrei voluto assaporare tutto di lei.

Fanculo le promesse fatte a me stesso di tenerla lontano, io non ci riesco, ogni volta che ci provavo o ci provavano finivano insieme ancora, nella stessa scuola, nello stesso ufficio, e ora nella stessa casa, faceva parte della mia vita costantemente e allontanarla o escluderla sarebbe impossibile, e poi non volevo.

Feci caso a lui solo dopo aver scrutato lei, Jonathan Parker, numero 14 della maglia bianco-verde dei Boston Celtics, promessa alla squadra di New York, gli azionisti dei Lakers e dai Miami Heat gli avevano proposto dei contratti per più di tre anni che lui aveva rifiutato, amico e avversario dell'ex cestista Michael Jordan, insieme erano considerati due leggende, Parker avrebbe potuto battere tutto e segnare la storia del basket ma aveva mollato senza dare una spiegazione valida, nessuno si bevve la storia della famiglia, almeno io non ci avevo mai creduto.

Ammetto che mi stavo letteralmente sentendo male, insomma, mettetevi nei miei panni, cosa fareste se il vostro più grande idolo che ammirate da quando avevate 5 anni apparisse nel vostro salotto? Non so voi, ma a me manca l'aria.
Ebbi l'onore di parlare con Jonathan Parker, cenai accanto a lui e parlai più volte esponendogli alcune mie domande.
Ma avevo lo sguardo su di lei, solo che non se ne accorse, lo distoglievo prima che potesse voltarsi verso di me, sapevo che aveva la testa piena di domande, di sicuro Brad non gli aveva detto nulla.
Jonathan iniziò a riempirmi di domande appena Olivia andò al piano di sopra con Lucas.

"Lunedì iniziano le regionali, come ti senti?" Chiese
"Dubito vinceremo quest'anno" sussurrai "non abbiamo un allenatore e gli allenamenti sono stati annullati da quando l'armonia del gruppo si è spezzata, alcuni ragazzi litigano spesso e non riescono a condividere lo stesso campo neanche per un secondo, sarebbe più facile andare sulla luna che vincere la prima partita" esclamai
"Sembri me alla tua età" sorrise e il mio cuore si riempì d'orgoglio
"Dylan ti svelo un segreto, questo stronzo che tu veneri tanto, da ragazzo prima di scendere in campo per le regionali, se la faceva addosso" rise mio padre
"Ti ricordi la partita contro i Bruins? Dio era talmente teso che mollò tutto e tornò a casa, lo cercammo tutto il pomeriggio per tutto il campus, e alla fine fu Hannah a trovarlo e a riportarlo in tempo per la partita" rise mia madre
"Non ero nervoso, avevo solo dimenticato di prendere una cosa" si giustificò lui 
Ridemmo e scherzammo tutta la serata, il gioco di sguardi tra me e quella ragazzina continuò a lungo, mi fù abbastanza chiaro che Lucas gli aveva detto qualcosa, erano entrambi strani quando tornarono in salotto. Una volta finito il dolce Hannah chiese a Jonathan dove fosse Olivia e Jason aveva riposto che era andata alla piscina per prendere un po' d'aria
"Jason porta questa a tua sorella, non vorrei che si prendesse un raffreddore" esclamò Hannah premurosa mentre gli passava il cappotto di Jonathan "è molto freddolosa eppure non ha voluto portare con se il suo cappotto" scosse la testa contrariata
"Tranquilla posso portarle io una delle mie felpe" mi intromisi per poi correre al piano di sopra, afferrare una felpa a caso dall'armadio grigia e tornare di sotto per poi uscire

La vidi stesa sul lettino che osservava le stelle pensierosa. Cazzo era così bella. Aveva il potere di mandarmi il cervello a puttane
"Tua madre lo aveva detto che avresti sentito freddo" le lanciai la felpa vedendola tremare leggermente
Si mise a sedere per infilarlo, mi lanciò un'occhiata veloce e tornò a stendersi dopo avermi mimato un grazie

"Senti, mi dispiace per la mia reazione di oggi, ho esagerato è solo che la vista di Brad mi causa problemi" spiegai
"Sembra che ultimamente non fai altro che scusarti" sorrise continuando a guardare il cielo
"Ritieniti fortunata, non mi scuso mai con nessuno" scrollai le spalle sincero
"Allora ne sono onorata" rise divertita guardandomi
"Quindi? Pace fatta?" domandai
"Non mi pare che avessimo litigato" affermò
"Tu mi farai impazzire un giorno di questi Parker" esclamai sedendomi accanto a lei
"Allora? Cosa ne pensi di mio padre?" chiese sorridendo sedendosi a gambe incrociate per poi guardarmi dritto negli occhi
"Tuo padre è la persona più perfetta di questo mondo, vorrei solo sapere perchè ha mollato. Non penserete che io mi beva la storia della famiglia vero?"
"L'ha fatto per me" sussurrò a disagio 
"Che significa?" domandai confuso
"Mia madre passava le giornate in centri commerciali con mia sorella maggiore mentre io preferivo starmene chiusa in una palestra con mio nonno e mio padre. Giocavo sempre con lui e sono diventata anche più brava" sorrise ironica ma le uscì con amarezza più che altro "Crescendo hanno scoperto che soffro d'asma e ho dovuto rinunciare al basket, è stato come se mi avessero strappato la vita dalle mani, chi non ha ambizioni e sogni non può capire, non potrà mai comprendere cosa si prova a vedere il proprio sogno rompersi così. Mio padre non mente quando dice di aver mollato per la famiglia, lo ha fatto per me. Ha visto come soffrivo e ha rinunciato per opera mia. Quando ho saputo la notizia gli ho gridato contro delle cose orribili e gli ho detto che non doveva farlo a causa mia, non volevo essere di certo la causa della rottura della sua carriera ma lui ovviamente ha fatto finta di nulla e non ha più toccato palla per sfruttare la sua laurea in medicina" spiegò
"Hai una brutta asma vero? In montagna hai preso varie medicine, sia in autogrill che una volta scesi dal pullman. Non riesci a respirare bene e così hai rinunciato al tuo sogno" pensai a quanto debba essere stato difficile
"Già" limitò ma si capí chiaramente che era un sorriso forzato "Ora basta parlare di questo, torniamo dentro e godiamoci la serata tranquillamente, dopotutto c'è uno dei tuoi maggiori idoli in casa tua" mi ricordò sorridendo alzandosi dalla sdraio
"Hol" la bloccai per un polso prima che potesse superarmi definitivamente "Sei bellissima" esclamai sincero e la vidi arrossire per poi sorridermi
"Grazie Johnson" esclamò per poi entrare

In Another LifeWhere stories live. Discover now