Non so cosa mi passi per la testa, vorrei spegnere tutto e andare via. Tutto questo mi sembra un brutto incubo, mi sento strana, come se tutto dentro di me si fosse fermato.
Quella sera a casa Johnson, al piano di sopra, nel corridoio del primo piano, Lucas mi ha raccontato ogni cosa, di come Dylan e Brad hanno investito Areelay, e di come sono andati via senza fare nulla.
Io non ho giudizio a riguardo, ho semplicemente abbracciato Lucas bloccando la mia mente. Cosa dovrei pensare? Io non c'ero non ho il diritto di dire o fare nulla. Ma questa cosa sta sfuggendo loro di mano.Lucas non odia suo fratello, è arrabbiato, ma non lo odia. Continua a giustificarlo, e continua a stargli acanto, e ciò mi porta ad odiare Dylan, anche se non potrei mai del tutto. Vorrei proteggere entrambi, vorrei togliere il dolore dai loro cuori, pulire le loro anime.
E poi c'è Brad. Il ragazzo che ho conosciuto in ospedale e che era con me in quel negozio di tatuaggi, non è lo stesso dei racconti di Lucas o Dylan, e io non so come comportarmi. Siamo amici, e non la sento di giudicarlo per un segreto passato, dopotutto, chi non ha un segreto?Mi stringo nella felpa lasciando che quella brezza mi culli lentamente, io non voglio tutto questo. Lucas ha già perso la sua migliore amica, come reagirà quando andrò via io? Perchè si, io andrò via: basta illudersi, basta reggere il gioco alla mia famiglia, basta continuare a sperarci.
Dal giorno della festa non vedo più nessuno, passo le giornate chiusa in casa, giocando con Jay o guardando film. Passano i giorni e io chiudo i rapporti con il mondo, non ho più sentito Dylan dalla festa, dall'ultimo giorno di scuola. Anche Lucas ho sentito poco, solo un messaggio, poi nulla più. L'unico a cercarmi ogni giorno è Cody, ci credete? Mi chiama e messaggia spesso chiedendomi se sto bene e cosa farò oggi.
La persona che ho visto di più in questi giorni, è Michael.
"Cos'hai? Sono giorni che sei strana, e anche i miei figli sinceramente, credevo fossero giù di corda perchè Edward è tornato in Italia, ma ora capisco che non è così" afferma guardandomi serio
"Mi sento come se stessi affogando, come se stessi per toccare il fondo dell'oceano e nessuno, nessuno può salvarmi, nessuno mi lancia una corda, è in questi momenti che si capisce quanto si è soli al mondo" sussurro stringendo le gambe al petto
"Bisogna ritoccare il fondo per poter risalire" cerca il mio sguardo, ma lo evito avendo paura delle sue parole, della verità
"Sono troppo in fondo per poter risalire in tempo" mormoro torturandomi le mani
"Forse non è tardi, forse sei tu che non vuoi" esclama sicuro delle sue paroleIl natale l'ho passato in famiglia come ogni anno, la solita routine insomma. Jamiee ha invitato Marcus e Jay ci ha presentato Vanessa, la sua 'amica'. Una ragazza dai lunghi capelli neri e la carnagione chiara, mi piace a dire il vero, è molto dolce e simpatica; perfetta per mio fratello.
Oggi è il 26 Dicembre, sono passati 5 giorni dalla festa da Lincoln. È proprio vero che quando smetti di contarli i giorni iniziano a volare. Finalmente oggi si parte, e tornerò a respirare per un po', lontano da questa città e dalla mia famiglia.
Marcus e papà hanno appena posato i miei bagagli per poi venire verso di noi, Jay non mi si scolla di dosso e la mamma, con il suo solito fare drammatico, è emozionata con occhi lucidi.
"Mamma insomma, non sto mica partendo per la guerra" ridacchio alzando gli occhi al cielo
"Almeno avvisa quando arrivi" sorride lei abbracciandomi "metti tutti i cappotti che hai, lì fa freddo e ricorda di prendere le medicine, se hai problemi chiama e di al nonno che devi mangiare vitamine e ferro, è importante che ti nutri anche di grassi, la tua alimentazione è importante data la cura che segui" parla senza sosta facendoci ridere tutti
"Hannah, come sei drammatica" la rimprovera mio padre divertito
Abbraccio forte il mio papà che mi lascia un bacio sulla fronte, poi saluto Marcus e Jamiee.
"Cerca di tornare sana e salva" sorride il ragazzo abbracciandomi
"Ci proverò" annuisco e Jason torna ad abbracciarmi stringendomi forte "Jason, stai diventando come la mamma" scoppio a ridere
"Certo, tanto sono io che resto qui da solo mentre tu vai a divertirti con il nonno" sbuffa
"Hai Vanessa" esclama Marcus e Jay si scosta per colpire il bruno
Quando la voce agli autoparlanti annuncia il mio volo li lascio per andare verso i controlli, e dopo averli superati senza problemi salgo finalmente sull'aereo che decolla dopo poco. Sono seduta accanto ad un ragazzo che indossa una felpa con sopra il logo della squadra dei Boston Celtics e sorrido nel vedere lo stemma che mio padre ha portato sul petto per tanti di quegli anni.
Dormo per tutte le tre ore del volo, quando mi sveglio stiamo per atterrare e noto subito la neve fuori dal finestrino. Qui è sempre tutto bianco.Recuperati i bagagli esco dall'aeroporto e subito un freddo gelido mi avvolge. Le auto hanno un capello di neve bianco, anche le insegne sono coperte e ghiacciate, qui nulla è caldo.
"Eccola la mia nipote preferita" subito mio nonno allarga le braccia appena mi vede e io corro da lui con un gran sorriso sul viso
"Nonno" lo abbraccio forte e lui mi bacia i capelli ricambiando la stretta "Non farti sentire da Jamiee" ridacchio e lui sospira divertito
"Com'è andato il viaggio?"
"Tranquillo" scrollo le spalle e lui recupera le valigie per poi caricarle nella sua autoHo sempre amato questa cittadina, solo una volta mi è capitato di vederla senza neve, e conserva sempre quella magia che la rende accogliente e piacevole.Tante lampadine messe in fila collegate ad ogni lampione ricoprono la città, ad ogni negozio ci sono pupazzi di neve e piccoli babbo natale sui palazzi. Gli alberi sono enormi, alti, e ricoperti di palline colorate e renne di plastica sulle radici. Qui è tutto molto concentrato, senza grandi strade svianti, tutto al centro, vicino la valle. Su per le montagne c'è l'albergo di mio nonno, con tantissime attrazioni turistiche di sua proprietà.
"Allora, cosa mi racconti?" guida con prudenza con una mano mentre con l'altra mi da un pizzico sul fianco
"Mi è mancato stare qui" mi rilasso sul sedile
"Ho un super programma per questi giorni" afferma lui perfidamente
"Sono in vacanza nonno" gli ricordo ghignando "solo relax" puntualizzo
"Ci sono tantissime novità qui, sul ponte nel bosco hanno costruito una postazione per il bunging jumping, ci sono delle piste da scii nuove e hanno costruito un nuovo pub in città e poi abbiamo ristrutturato l'albergo. Ho anche modificato la ricetta dei miei biscotti di natale, scommetto la testa che non hai mai mangiato nulla di più buono" si lecca i baffi sorridendo
"Ma li mangio ogni anno quando vengo qui" mi acciglio
"Quest'anno sono diversi" annuisce ovvio
"Anche quest'anno ci saranno i bambini?"
"Certamente, abbiamo già preparato quasi tutti i cesti dei regali" annuisce fieroArriviamo in albergo e mio nonno lascia l'auto all'ingresso, dove subito un ragazzo con un completo rosso e la camicia bianca ci raggiunge con un sorriso per portarla nel parcheggio sul retro.
Mentre recuperano le valigie seguo il nonno all'ingresso e mi innamoro ancora una volta di questo posto. Fuori è tutto ricoperto di neve, le luci colorate e gli addobbi natalizi sono ad ogni angolo, anche le siepi innevate ne sono piene, così come le piccole renne all'ingresso. L'atrio è sempre maestoso, sui toni di un rosso caldo e l'oro, niente di esagerato, la nonna ci teneva che fosse semplice e accogliente.
"Hol" mio nonno mi affianca e dietro di lui ci sono due dipendenti con le mie valigie che aspettano istruzioni
"Si?"
Si avvicina e mi poggia una mano sulla schiena per poi baciarmi dolcemente la fronte e sorridermi stretto nel suo maglione natalizio verde
"Riposati ora, ti meriti una pausa"
Mi guardo intorno e finalmente mi sento a casa.
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In Another Life
Fanfiction"Moriremo tutti prima o poi, indipendentemente dalla malattia" La mia poteva sembrare una semplice scusa. Ma la verità era che non ero pronta per dirlo al mondo intero, non ero pronta e di sicuro non lo sarei mai stata. Mi piaceva guardarmi allo...
38. Parker
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