Chapter 1 -Rebel-

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Sempre tutto in ordine. Sempre tutto al suo posto. Sempre tutto così dannatamente confusionario, per me. Ogni maglia, ogni jeans, ogni scarpa al suo posto; senza lasciare nulla in giro. Perchè tutti devono sempre impicciarsi nelle mie cose?

"Mamma!"

Urlo, pensando che sia sufficiente per farle salire le scale per raggiungere la mia camera; ma evidentemente non è esattamente come immaginavo.

"Mamma"

Per quale assurdo motivo, quando ho davvero bisogno di una determinata persona, quest'ultima non c'è mai?

"Che c'è? Che è successo?"

Dice entrando di scatto dalla porta, con un leggero fiatone, probabilmente per aver fatto le scale velocemente.

"Mamma mi spieghi perchè la mia camera è in questo stato?"

Lasciarmi fare quello che voglio, almeno in camera mia, è tanto difficile? Capisco che non sono ancora maggiorenne e che vivo sotto il loro tetto; ma a volte è davvero stressante sentirsi dire cosa fare, come farlo e perfino a che ora, ormai.

"Oh, vuoi dire pulita e ordinata? Forse perchè ci ho pensato io?"

Roteo gli occhi al cielo facendo una smorfia di disapprovazione, lasciando cadere il mio zaino rosso sul pavimento per poi buttarmi, letteralmente, sul letto.

"Ma non poteva rimanere come prima?"

Conto mentalmente al contrario fino allo zero per poi sentire dire la tipica frase, che mia mamma è solita a pronunciare ogni singola volta che entra nella mia stanza; e alla quale ricorre davvero troppo spesso per i miei gusti.

"Vuoi dire una discarica?"

"Mamma, questa è la mia camera, quindi perchè non posso lasciarla come voglio?"

Esclamo mantenendo un tono di voce basso e calmo, cercando di non irritarla più del dovuto. La maggior parte dei genitori odiano quando i loro figlio rispondono ai loro rimproveri e penso di saperlo fin troppo bene.

"Vuoi lasciare la tua camera una discarica?"

Probabilmente questa è la milionesima volta che affrontiamo questo discorso, e so già come andrà a finire. Perchè alla fine, indipendentemente se si ha o meno ragione con i propri genitori, ci si ritroverà sempre magicamente nella parte del torto.

"Non era una discarica, c'erano solo qualche vestiti in giro, e forse qualche foglio volante"

Dico senza quasi rendermene conto, come se fosse un riflesso condizionato, rispondendo alla sua provocazione. Ogni volta si ripete la stessa storia, con le stesse dinamiche e quasi con le stesse parole, quindi tutto sembra naturale e abitudinario.

"Qualche? La tua concezione di questa parole deve essere abbastanza diversa dalla mia, signorina. Ho passato mezz'ora qui dentro per mettere a posto tutti quei vestiti"

Sbuffo spazientita, sedendomi a gambe incrociate sul letto, ascoltando ancora una volta come, a volte, una semplice parola possa cambiare la percezione della frase.

"Rikki le scarpe, per piacere"

"Mamma, posso fare quello che voglio una volta tanto? Almeno in camera mia"

Sbotto forse con un tono che non avrei dovuto usare, pensando peró al fatto che, grazie al cielo, esistono le lavatrici e quindi il copriletto può lavarsi con molta facilità.

"Una volta tanto? Rikki, fai sempre di testa tua"

Pensandoci bene non ha tutti i torti, ma non devo per forza darle ragione. Darle ragione significherebbe ammettere le mie colpe e posso anche farne benissimo a meno in questo momento.

Stubborn -Luke Hemmings-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora