quattordici

4.8K 192 16
                                    

Uscita dalla doccia, mi asciugo i capelli e mi cambio velocemente, per poi recuperare il quadernetto dove scrivo tutti gli inediti ed uscire nel giardino sul retro. Sul divanetto, come mi aveva già anticipato lui stesso, c'è Holden a fumare.

<<Ci ho messo un bel po', quante te ne sei fumate?>> indico la paglia che ha fra le dita. <<Due>> risponde.

Mi siedo accanto a lui e mi attira a se con un braccio attorno alle spalle. Noto nel posacenere solo un mozzicone, segno che mi ha detto la verità.

<<Profumi di cocco>> lo sento inalare il mio profumo. <<È lo shampoo>> spiego. Non riuscendolo a vedere in volto, mi stendo e poggio la testa sulle sue gambe. <<Stai più comoda?>>. <<Mh mh>> lo osservo dal basso. Poggia la sua mano calda sul mio ventre leggermente scoperto e prendo a giocarci. <<Lì hai gli inediti?>> indico col capo il taccuino sul tavolino. <<Si>>. <<Sei riuscita a finirlo quello a cui mancava qualche ritocco?>>. <<No, sono venuta direttamente qui>>. <<Ci tenevi così tanto a farmi compagnia?>>. <<Apprezza su>> lascia la mia mano. Prende ad accarezzarmi la pancia creando dei cerchi immaginari, ed io chiudo gli occhi beandomi del suo tocco. <<Non soffri il solletico?>> chiede di punto in bianco. <<No, sono sempre stata odiata per questa cosa infatti>> riprendo a guardarlo negli occhi. <<Non ti credo signorina>> spegne la sigaretta nel posacenere, stando attento a non farmi alzare. <<Prova allora>> fa come dico, ma non ottiene il risultato sperato. Rimango impassibile. <<Bestia de Satana oh>> rido. <<Vabbè te faccio ride lo stesso ja>>. <<Visto? Non ti servono il solletico o altri escamotage>>. <<Buono a sapersi>>. <<Posso leggere cosa stai scrivendo?>>. Senza rispondere, prendo il quadernetto e lo apro alla pagina in questione. Glielo passo e in silenzio incomincia a leggere. <<Si capisce la scrittura?>>. <<Si tranquilla>> continua a fare su e giù con la mano sul mio ventre, provocandomi un fastidio piacevole all'altezza dello stomaco.

Dopo qualche minuto di silenzio prende parola. <<Scrivi davvero molto bene>>. <<Ti ringrazio>>. <<Ancora senza titolo?>>. <<Tutte le mie canzoni sono senza titolo...li metterò poi a tempo debito>>. <<Quando sarà necessario insomma>>. <<Esattto>>. <<Io un titolo per sta canzone ce l'avrei >>. <<Vediamo se mi ispira>>. <<Chiamala "Tutti">> propone. <<Non mi dispiace, sai?>>. <<Perfetto allora>> lascia il taccuino sul tavolino davanti a noi. <<Me la canti?>> lo guardo stranita. <<Così? A cappella?>> annuisce. <<No ja mi imbarazzo>> mi copro il viso con la mano destra, ma mi toglie la mano dal volto. <<Dai solo qualche verso>> chiede dolcemente. <<"Ho messo le scarpe nuove per i giorni di fango
Forse i leghisti lì in riva al Po non hanno più un capobranco
Fuori la rivoluzione ed io mi vesto di bianco
Vorrei tenerti la mano un po', 'scusa, ma sono stanco' "">> mi interrompo, ma mi fa cenno di continuare. <<No dai, stop>>. <<Dai solo n'altro po', mi piace ascoltarti>> altra fitta allo stomaco. <<Solo un altro poco>> acconsento e lui sorride. <<"Tanto lo so che lo sai che non so
Che cosa ne pensa la gente
Per una volta che non
Non ce ne fregava niente
Dormire nudi sui tetti
L'eclissi su Roma e la tua Coca Light
Non ti ho detto mai quello che mi fai

E gli altri si perdono come niente
E poi si ritrovano in un'altra città
Sembra un'eternità, sembra una vita fa
E tu come stai? Che cosa fai?
Io coi piedi nel mare e soltanto a pensare
Che sembriamo tutti falliti, tutti falliti>> una volta finito il ritornello ritengo sia abbastanza e ritorno in silenzio.

<<Sei davvero brava: a cantare, a scrivere, a suonare...sai fare tutto>> con la mano libera mi accarezza i capelli. <<Così mi vizi, la vuoi finire>> scherzo, ma in realtà mi sento molto in imbarazzo. Non sono abituata a situazioni del genere. <<Stasera devo cucinare, ho il turno con Salvatore>> sbuffo un po'. La voglia non è di certo alle stelle. Mi rialzo col busto e poi mi giro verso di lui. <<M'abbandoni?>> domanda rassegnato, conoscendo già la risposta. <<Devo>> mi alzo sconsolata. Lui fa lo stesso e, presa da un momento di grande coraggio, mi stringo a lui. Poggio la testa sul suo petto e sento il battito del suo cuore andare un po' più veloce del normale. Sorrido.

<<Hai un buon profumo>>> noto. <<Puzzo di fumo scema>>. <<Mi piace>> poggio il mento sul suo petto per guardare in su verso di lui. Il suo sguardo va su e giù, alternandosi tra i miei occhi e le mie labbra. Io mi ritrovo a fare lo stesso.

Sentiamo qualcuno bussare al vetro della portafinestra. Ci voltiamo entrambi e notiamo Petit che mi fa segno d'entrare. <<Vai chef>> mi lascia un bacio sul capo e poi rientro lasciandolo fuori da solo.

En e Xanax |Holden Where stories live. Discover now