novanta

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«Ti va se parliamo n'attimo?» mi distrae Holden mentre preparo la cena.

Sorpresa dalla sua richiesta, non me lo faccio ripetere due volte. Registrare la puntata senza potermi girare verso di lui neanche solo per un sorriso non è stato piacevole e molte ragazze del pubblico in realtà hanno notato un po' il mio malessere. Ho sviato dicendo semplicemente che non mi sentivo molto bene, ma si capiva che ci fosse qualcosa sotto.

«Sofi, puoi guardare un attimo tu qui, per favore?» le indico la padella coi pomodorini a cuocere e lei annuisce subito, dolce com'è.

Seguo il cantante e giungiamo poco dopo al giardino sul retro...quante ne ha viste da settembre a mo sto giardino. Mi siedo sul divanetto accanto alla porta, mentre lui resta in piedi davanti a me e inizia a fumare una delle terea che scrocca costantemente a Kumo.

«Dimmi tutto» asserisco, guardandomi le mani mentre gioco con gli anelli che porto alle dita. «Ho reagito in modo spropositato, ma sai che c'è una motivazione dietro questo mio comportamento» inizia ed io annuisco solamente. «Sai bene la situazione similare che mi è successa in passato e vederla ricomparire proprio quando ho ripreso ad amare qualcuno mi ha destabilizzato. Non avrei dovuto urlarti addosso e mi dispiace, così come mi spiace non averti parlato per un po' di giorni, ma c'avevo bisogno di riflettere. Non ho ancora avuto il coraggio di parlare con Elya e attualmente ancora non me la sento, ma non posso continuare a stare senza di te, anche perché non hai fatto nulla di male» riprende ed io rialzo lo sguardo verso di lui, che invece ha sempre avuto gli occhi fissi sulla mia figura. «A me dispiace non avertelo detto sin da subito, è stato un mio errore ingenuo, non fatto in mala fede assolutamente. Sapendo del tuo passato, ho avuto paura potesse ferirti in qualche modo e riportare alla luce cose alle quali non vuoi più pensare. Ci sono stata molto di merda, anche se non ho effettivamente fatto nulla» mi portò le ginocchia al petto, abbracciando poi le gambe. «Il problema è che io ora non so come gestire la situazione, mi sento in difficoltà e anche in colpa, perché comunque incide sulla tua amicizia con Ayle che, nonostante tutto, è una bellissima amicizia. Non so...». «Vabbè è chiaro che non so contente se je stai vicino, ma comunque la convivenza civile mi sembra più che giusta» si siede accanto a me e poggio istintivamente la testa sulla sua spalla. Mi lascia un bacio sulla testa. «Credo che staremo distanti per un po', me l'ha chiesto lui stesso. Te non so come vuoi gestire la cosa, siete anche in stanza assieme. Veramente, anche solo a venire da te mi farebbe sentire altamente a disagio e fuori luogo. Ciò che mi lascia ancora di più il magone è il fatto che lui stia male e che ora le persone con le quali si sfogava solitamente non gli sono accanto». «Me e te intendi?». «Si». «Te je sei stata vicina già abbastanza, non c'allargamo» gli tiro una leggera gomitata e lo sento ridere. «Scemo». «Eh no, scemo fin e mo. Adesso basta, divento geloso pazzo patologico» lo guardo attonita ed entrambi scoppiamo a riderci in faccia. «Non la sai fare proprio la parte» lo prendo in giro. «Me sa de no». «Me lo dai un bacio?» gli chiedo. «Vuoi un bacio». «Si, vorrei tanto un bacio se possibile». «Valuterò se se po fa e te faccio sape» mi parte un'altra gomitata. «Stai a prende il vizio». Lo guardo torva e alla fine riesco ad ottenere il bacio tanto desiderato. «Me sei mancata».

En e Xanax |Holden Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora