settantanove

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«Secondo me ho portato troppa roba, alla fine stiamo solo 2 giorni» mi lamento con Gaia, mentre scavo nella mia valigia per trovare un maglione più pesante della maglia sottile che ho indosso: ho sottovalutato il freddo del nord, abituata al caldo di Napoli. «Avevo paura di dirtelo, ma si, penso anch'io che tu abbia esagerato» ride lei, stesa sul suo letto a messaggiare con Christian. «Voi due non ve staccate mai, eh?» la provoco, lanciando sul mio letto il nuovo maglione che sto per indossare. «Guarda chi parla! Tu stai iniziando a parlare come Holden». «Ma che dici? Ma quando mai». «Oh si invece, ti stai romanizzando» le lancio appresso la maglia che mi tolgo da dosso. «Non scherzare neanche, non fare battute di questo genere. Il romano ai romani e il napoletano ai napoletani».

Fa per contrattaccare, come al solito, ma ad interromperla è il mio telefono che prende a squillare. Mi avvicino al comodino sul quale sta caricando per poter scorgere il nome di chi mi sta chiamando: Ayle.

«Dimmi baby» scherzo, mettendo il viva voce per indossare il maglione che, seppur con le spalle scoperte, funge sempre da calorifero. «Senti, mi vieni a fa un po' di compagnia all'ingresso? Mi devo fumà una sigaretta prima delle prove, se no non mi concentro» mi fa piacere il fatto che abbia pensato a me. «Certo, dammi un secondo e scendo» stacco il caricatore dal cellulare e mi dirigo in bagno per controllare la situazione dei miei ricci che si rovineranno al 100% con questa umidità. Mi manca Napoli col suo clima perfetto. «Niente secondo, spicciati» scherza e poi mette giù. «Questo se non ci fosse Holden ti salterebbe addosso» commenta a voce alta la mia amica dall'altra stanza. «Non dire cazzate, ci stiamo semplicemente simpatici» lo giustifico mentre recupero il giubbino dall'attaccapanni. «Come preferisci. Io dico che ci proverebbe». «Parla con Christian, va. A dopo». «Torni in camera o ci vediamo direttamente alle prove?» mi domanda mentre esco. «La seconda!» urlo da fuori, a porta già chiusa.

Prendo l'ascensore, data la mia pigrizia, e in poco tempo sono fuori dall'hotel. Scorgo la testa bionda di Elya e mi ci avvicino.

«Ehi biondo, che si dice?» mi stringo ancora di più nel giubbotto. «C'ho un po' d'ansia, ma è normale. Non ho mai cantato su un palco in vita mia». «Non dirlo a me, sono nella stessa situazione. Ora come ora c'ho l'ansia, però è tipo un'ansia bella...non so spiegarti bene. Poi però sul palco st'ansia mi farà palesemente tremare le mani, la voce, dimenticherò tutte le parole della canzone, andrò fuori tempo come Tedua. Una catastrofe insomma» elenco tutto ciò che potrebbe andare (e che andrà) storto. «Quanto sei tragica...mi piace. Sei come me». «Uno dei motivi per cui siamo amici». «Sono molto curioso di sentire gli altri allora» faccio per elencarglieli, ma una terza voce si fa spazio nella conversazione. «'A bastardi, voi qua state. Te so entrato in doccia e sei scomparso, mentre a te te so venuto a cercà in camera, ma Gaia m'ha detto che stavi qua» Holden mi poggia un braccio sulle spalle, mentre dalla tasca estrae con l'altra mano un drummino già preparato, probabilmente in camera prima di scendere. «Si, volevo fumare prima delle prove e volevo compagnia. Te stavi in doccia, quindi ho chiamato Diana». «Ah quindi sono la seconda scelta, complimenti» applaudo ironicamente e il cantante di Anna fa un leggero inchino. «Sapete a che ora iniziano le prove?». «Te sei sempre fuori dal mondo, giovane» mi giro verso di lui alla mia sinistra. «Menomale che ce stai tu infatti» mi lascia un bacio veloce sulle labbra e subito sorrido. «Le prove iniziano tra mezz'ora e dobbiamo dirigerci lì autonomamente» spiego, mentre noto due ragazze non poco distanti da noi. Alternano il loro sguardo tra me e i due ragazzi che sono con me, probabilmente non sapendo se avvicinarsi o far finta di nulla. Notano che le sto guardando, quindi si fanno coraggio e si avvicinano.

«Ciao ragazzi, scusate se vi disturbiamo. Possiamo chiedervi una foto?» domanda la ragazza più bassina, coi capelli biondi e lisci. Tutti e tre rispondiamo positivamente e scattiamo questo selfie di gruppo. «Come vi chiamate?» chiedo io per metterle a proprio agio. «Grazia e Sveva» risponde la bruna per entrambe. «E siete di qui o siete venute apposta per il capodanno?» domando ancora. «Siamo di qui e, quando abbiamo saputo che alloggiavate qui, siamo corse» confessano e tutti e tre ridiamo. «Per chi tifate dai, confessate» dice Ayle, buttando nel posacenere il mozzicone della sigaretta. «Confesso di essere venuta nella speranza di beccare Diana e Kumo» risponde Sveva. "Vabbè dai, a metà sei riuscita. Se vuoi Tiziano te lo chiamo, probabilmente è qui intorno a non fare un cazzo eh» caccio il telefono dalla tasca, ma mi ferma dicendo che non ce n'è bisogno. «Sicura sicura?». «Si si, tanto passiamo anche domani». «Mentre te, Grazia? Chi tifi?» chiede ancora il biondo. «Io ovviamente per te, Ayle, ma soprattutto per Holden, sin dall'inizio. Nulla togliere agli altri eh, ma lui è lui» arrossisce leggermente, mentre Jo le sorride quasi compiaciuto. «Nulla togliere a voi altri eh, ma la qualità è qualità» ci prende in giro il romano.

Dopo qualche altra chiacchiera ci rendiamo conto che è arrivato il momento di raggiungere la piazza per fare le prove sul palco, quindi congediamo le ragazze e raggiungiamo chi è già sul posto.

En e Xanax |Holden Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora