ventisei

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La sera prima della registrazione è quella che passo sincerandomi di aver dato il massimo in settimana. Ripasso le canzoni più ostiche, ma da dopo le undici di sera devo assolutamente terminare, perché continuare oltre mi fa tutt'altro che bene. Stasera però sembra proprio che non voglia riposare, in quanto è l'una di notte passata e i miei occhi non accennano a chiudersi neanche di poco. Mi alzo dal letto e faccio per andare in cucina, ma mi distrae una melodia. Qualcuno sta suonando il pianoforte. Raggiungo silenziosamente la stanza della gradinata camminando in punta di piedi per non svegliare nessuno. Mi fermo poi sulla soglia della stanza. Noto seduto al pianoforte Joseph che, con occhi chiusi, sta ripetendo la melodia della canzone che ha scelto per il compito della Pettinelli: "Iris" dei Goo Goo Dolls. Qualche settimana fa la prof gli aveva assegnato il primo compito, la prima busta blu: un'esibizione solo voce e strumento, niente autotune che lui spesso usa nelle cover. Quando allontana le dita dai tasti gli faccio notare la mia presenza.

<<Jo, è tardi, che ci fai ancora sveglio?>> sussurro poggiandomi con la spalla alla porta e lui alza lo sguardo. <<Che t'ho svegliata io?>> sussurra anche lui. <<No, non riesco a dormire. Stavo andando in cucina e ti ho sentito>> spiego, andandomi poi a sedere accanto a lui. <<Voglio fa bella figura domani>>. <<Ci riuscirai, fai paura...in senso positivo>> poggia la testa alla sua spalla e lui mi bacia fra i capelli. <<Come mai non riesci a dormire?>>. <<Non lo so, non riesco a chiudere occhio neanche per sbaglio. Voglio proprio vedere come farò domani con tre ore di sonno addosso, che palle>>. <<Evitiamolo su, a nanna>> si alza, ma non lo seguo. <<Ao dai, vieni>> mi richiama, ma scuoto la testa. <<Non mi va, tanto non mi addormento>> mi porge comunque la mano e mi aiuta a tirarmi su. Lo abbraccio, affondando il viso nel suo collo per poter sentire il suo profumo. <<Che hai piccoletta? Sei in ansia?>> mi stringe a sé. <<Boh no, o almeno non troppa>>. <<Oggi non ci siamo visti proprio>> poggio il mento sul suo petto per poterlo guardare. Abbassa il viso per ricambiare lo sguardo. <<Sono stato tutto il giorno in sala, scusa>> mi lascia un bacio sulle labbra. <<Non devi scusarti, ci sta, è giusto sia così>> dico, dandogli poi a mia volta un bacio. <<Andiamo sul divano?>> annuisco e facciamo ciò che dice.

Ci stendiamo entrambi uno accanto all'altra. Porto il mio braccio attorno al suo busto, mentre le nostre gambe si intrecciano automaticamente.

<<Che hai fatto oggi? Cosa mi sono perso?>> mi accarezza i capelli. <<Nulla, il solito. Ho provato i brani, scelto cosa mettere domani e avevo il turno per pulire i piatti con Giovanni. Nulla di nuovo>> spiego. <<È simpatico giovanni, eh?>>. Alzo lo sguardo verso di lui, perché il suo tono era diverso dal solito. <<Che intendi?>> rido leggermente. <<Intendo che è simpatico, semplicemente>>. <<No, l'hai detto in modo strano>>. <<Era mera curiosità>> cerca di giustificarsi, ma il sorrisetto sulle sue labbra lo tradisce. <<Che sei geloso, Joseph?>> mi rialzo sul braccio per poterlo guardare meglio. <<Io? Perché dovrei?>>. <<Eh non lo so, dimmelo te>>. <<Non mi serve essere geloso>>. <<Ah no?>>. <<No>>. <<E perché hai questa certezza?>>. <<Perché so che hai occhi solo per me>> rido. <<Ah si?>> gli do un pizzicotto sul fianco. <<Vuoi dirmi che non è così?>> fa lo stesso. Sbuffo alzando gli occhi al cielo. <<Ecco qua, hai visto! Beccata>> mi sovrasta leggermente, iniziando a farmi un leggero solletico sulla pancia. <<Scemo smettila, smettila>> mi divincolo, ma non riesco a sfuggire alla sua presa sui miei fianchi. <<Dammi un bacio e la smetto>> faccio come mi dice, lasciandogli un bacio a schiocco veloce sulle labbra. <<Un vero bacio, che è sta roba? Su>>. <<E te lo meriti un vero bacio?>> alzo le sopracciglia. <<Vuoi la guerra?>> fa per riprendere a solleticarmi il ventre, ma lo bacio fermandolo. Porto le mie braccia dietro al suo collo, avvicinandolo di più a me. Prende leggermente con le dita il mio mento, in modo da farmi schiudere un po' di più le labbra e poter introdurre la lingua. Sorrido nel bacio e lui fa lo stesso. Ci stacchiamo poco dopo per riprendere entrambi fiato.

<<Ecco, questo è un vero bacio>> soffia sulle mie labbra. Non rispondo, semplicemente mi avvicino ancora una volta a lui per potergli mordere il labbro inferiore. <<Addirittura>> commenta. <<Sta zitto>> dico, per tornare poi a baciarlo.

En e Xanax |Holden Where stories live. Discover now