cinquantacinque

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«No, ma io mi chiedevo: ma che cos'è la polvere? Da dove nasce?» mi chiede Mida, mentre sono seduta sul divano e lui passa l' aspirapolvere. A causa del provvedimento di Lorella dovrà pulire la casetta per due ore...poco come provvedimento, ma chi sono io per mettere bocca sulla scelta di una prof?
«Ma sei scemo?» domando sinceramente, ridendo leggermente per il suo dubbio ambiguo. «No oh, seriamente, da dove nasce la polvere?». «Ma che ne so Chri, chiedilo a Siri». «Hai ragione, dopo accendo il telefono e glielo domando. Dov'è il tuo ragazzo?». «Non è il mio ragazzo» preciso. «Come no?». «Non so cosa siamo. Non ho ricevuto nessuna proposta, quindi non so effettivamente cosa siamo». «Due coglioni, ecco che siete. Comunque, dove sta?». «In studio, ieri sera dopo la puntata ha parlato con Rudy, il quale gli ha detto che per una settimana dovrà pulire tutte le sale degli studi come punizione». «Minchia, porello».

Torna a passare l'aspirapolvere in cucina, intrattenendo adesso le sue nuove arrivate. Quando vedo che inizia a passare l'aspirapolvere sul piano cottura (per togliere più facilmente le briciole) sbarro gli occhi.

«Christian!» urlò «Ma cosa cazzo fai?» subito si ferma, riportando l'aspirapolvere a terra. «Pensavo fosse più pratico». «Te lo faccio pulire con la lingua quel bancone, te lo giuro. Lava mo» mi guarda storto, ma non cedo. Alla fine lo costringo a fare quanto detto.

Arrivato il pomeriggio, il cielo si scurisce facendo parere la notte inoltrata. Mi siedo nel giardino sul retro, avvolta da una coperta per tenermi calda. Poggio il computer sulle gambe incrociate ed inizio a produrre uno dei brani che dovrò probabilmente portare in puntata. Il mio lavoro viene però interrotto da Holden, che mi si siede accanto, aspirando già dalla sua sigaretta elettronica.

«Che stai a fa?» si sporge verso lo schermo del pc. «Produzione, avevo tempo libero quindi ho iniziato ad agevolarmi il lavoro». «Ah vabbè, sei impegnata. Fa niente» caccia del fumo dalla bocca. «Perché? Successo qualcosa? Posso anche chiudere qui, tanto buona parte del lavoro l'ho fatta». «Abbiamo un discorso in sospeso, mio malgrado» si riferisce a quello sul cantante della Pettinelli.

Alla fine ieri sera non avevamo più avuto modo di parlarne, o meglio probabilmente nessuno dei due ne aveva una particolare voglia.

«Hai ragione. Dimmi tutto» poso il portatile sul tavolino e mi volto meglio verso di lui, poggiandomi lateralmente alla spalliera del divanetto. «Pe' sta storia de Ayle, mi dispiace tu ti sia sentita magari in difetto nel dover dire o fare qualcosa in sua compagnia per paura di una mia brusca reazione» introduce il discorso ed io lo ascolto curiosa di sentire cosa ha da dirmi. «Mi rendo conto che forse, anzi sicuramente, il mio è stato un comportamento sbagliato. Non avrei dovuto farti scenate di gelosia per un tatuaggio, né tantomeno fare battutine ironiche riguardo quanto fossi interessata a lui e tutte quelle cazzate lì. Semplicemente so mortificato e volevo chiederti scusa» posa l'iqos nella tasca, aspettando una mia risposta. «Mi fa piacere il fatto che te ne sia accorto, anche se un po' in ritardo e dopo una mia brutta sparata qualche sera fa (per la quale mi scuso). Però vorrei capire il perché di questa poca fiducia nei miei confronti, nel senso: ok, ci conosciamo da relativamente poco, quindi non sai come io mi comporti in determinate situazioni, però allo stesso tempo non puoi dare per scontato che passerò da un ragazzo all'altro come se nulla fosse...anche perché non sono proprio il tipo. Mi viene quindi da pensare che ci sia qualcosa di pregresso di cui non so nulla e magari hai riversato tutto su questa situazione qui. Sbaglio?». «No, non sbagli. Anzi, hai centrato il punto. Qualche tempo fa una storia per me davvero importante è finita perché sono stato tradito. Da allora io vivo sempre con addosso la paura che possa accadermi di nuovo, per questo non appena ho visto anche solo il minimo avvicinamento tra te e Ayle nella mia testa è scattato un campanello d'allarme» confessa, guardandomi sporadicamente negli occhi, ma non lo forzo a far nulla. Gli prendo semplicemente la mano, intrecciando le nostre dita ed accarezzandogli la pelle. «Non volevi essere ferito» sussurro e lui finalmente alza lo sguardo, annuendo. «Capisco che sia stata una bruttissima esperienza, suppongo tra l'altro inaspettata, però ti assicuro che non sono il tipo di persona che tradisce. Preferisco venire da te e dirti che non provo più nulla, piuttosto che metterti le corna con qualcun altro. Anche se, ti ripeto, non sono il tipo che tradisce, specie quando qualcuno mi interessa davvero tanto (come in questo caso». Arriccio leggermente il naso per l'imbarazzo. «Grazie». «E di che Jo, grazie a te per esserti aperto con me». «Mi sono davvero innamorato di te». «Anche io. Anzi, anche io mi sono innamorata di te. Fa brutto dire solo "Anche io"» ci sorridiamo entrambi e sono contenta che non sia più sovrappensiero come prima. «Christian mi ha detto che dobbiamo muoverci a definire cosa siamo». «Ah si? L'ha detto anche a me oggi mentre passava l'aspirapolvere» faccio notare. «È proprio il nostro fan numero 1 evidentemente». «Abbiamo tanti fan numero 1 devo dire» alludo a Kumo, Gaia, Chiara e chi più ne ha più ne metta. «E quindi mo cosa siamo?» mi domanda avvicinandosi al mio viso. «Tu cosa vorresti che fossimo?». «Io non voglio metterti pressioni, ho tutto il tempo del mondo a disposizione per poterti aspettare se non ti senti pronta a stare con qualcuno» mi rassicura. «Sono più che sicura di ciò che voglio» mi avvicino ancora di più alle sue labbra, sfiorandole. «Sarai un po' gelosa pure te?». «Il giusto, quando ce ne sarà bisogno». «Va bene, fidanzata» lascia che le nostre labbra continuino a sfiorarsi, senza però darsi un vero e proprio bacio. «Non chiamarmi mai più così, fidanzato» scoppia a ridere ed io faccio lo stesso.

Sembriamo aver raggiunto la pace, e invece...

En e Xanax |Holden Where stories live. Discover now