cinquantotto

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«Scusa» soffia Holden sul mio collo, abbracciandomi da dietro, mentre io sono ai fornelli a prepararmi una tisana prima di andare a dormire. Mi lascia qualche bacio, facendo schioccare le sue labbra a contatto con la mia pelle. Poggio una mano sulle sue, mentre con l'altra abbasso leggermente la fiamma sotto il bollitore. «Me perdoni?» sussurra ancora, tra un bacio e l'altro. «Devo parlarti» mi giro per guardarlo negli occhi. «Guarda che mi spiace per oggi pomeriggio, non avrei dovuto risponderti così, bensì chiederti cosa ti stesse succedendo. Sono mortificato» mi stringe i fianchi, attirandomi di più a sé. «Non ha nulla a che fare con quello, Jo. Ha a che fare con me» confesso, sentendo leggermente gli occhi pizzicare. Ringrazio mentalmente la produzione per aver soffuso le luci, almeno così sono meno evidenti questi lacrimoni che vogliono ad ogni costo uscire fuori ultimamente. «Con te? Che succede?» mi accarezza il viso con una dolcezza tale da farmi sentire in colpa per la sua premura paragonata a ciò che sto per dirgli. Non lo merita, ma io non merito lui. «Non credo di essere pronta per tutto questo...» dico sottovoce. «"Tutto questo" cosa? Non ho capito, scusami». «A noi due...non sono pronta a noi due assieme» mi trema la voce. «Non te sto a seguì, che stai a di'?» il suo pollice a contatto con la mia guancia si ferma e poggio una mano sulla sua. «Dico che non credo di essere pronta ad avere una relazione. È una paura che ero convinta di aver superato, ma a quanto pare non è così. Non voglio tirarti in mezzo alle mie pare né voglio farti distrarre dal vero motivo per cui sei qui». «Stai cercando in qualche modo di lasciarmi o cose del genere? No perché non so passati manco 5 giorni, Pippi» alla sua precisazione sento una fitta allo stomaco. Perché mi sto facendo questo? «Jo...». «Ok, me stai a lascià» fa un passo indietro, interrompendo il contatto della sua pelle con la mia, facendomi quasi sentire freddo senza il suo tocco. «No, voglio solo-». «Posso capire che te sta a prende?» mi interrompe, cercando con dolcezza di capire cosa mi passa per la testa.

Scuoto la testa, cercando poi di ricacciare indietro le lacrime chiudendo gli occhi.

«Diddy, non piangere» si riavvicina, stringendomi forte. Al suo "non piangere" inevitabilmente scoppio, lasciando scorrere copiose le lacrime che trattenevo poco prima. «Scusa» gli sussurro, più e più volte. «Non devi chiedermi scusa, devi solo farmi capire cosa non va. Lascia che ti aiuti» torniamo a guardarci e lui col dorso della mano scaccia via dal mio viso qualche lacrima. «Cosa ti spaventa?». «Essermi innamorata di te» confesso finalmente ad alta voce. «E perché ti fa paura? È una cosa bella, anche io sono innamorato perso di te». Sorrido fra le lacrime alle sue parole. «Non lo so, ho sempre avuto paura di questa cosa, probabilmente ho qualcosa che non va qui» indico la mia testa. «O forse sei solo stata ferita qui» indica lui invece il mio cuore. «Io ti aspetterò fino a quando non ti sentirai pronta, non ti libererai di me, perché io ti voglio tantissimo Diana». «Anche io ti voglio tantissimo, ma non voglio farmi male, né fartene. Non lo meriti». «Ti prometto che nessuno dei due si farà male. Ti fidi di me?» annuisco, tirando poi su col naso. «Allora lasciati andare» si china verso il mio orecchio, sussurrandomelo. Avvicina le sue labbra alle mie e, come la prima volta, mi bacia delicatamente, quasi come se avesse paura fossi di cristallo. «Sei speciale, grazie» sussurro, fra un bacio e l'altro. «Tu mi hai fatto innamorare di nuovo dopo tanto, so io che te devo di' "Grazie"». Sorrido. «Non devi fare ciò che non ti senti di fare, ma per favore, damme na sola opportunità per dimostrarti che non hai nulla di cui avere paura» mi rifiondo sulle sue labbra. «Che fortuna averti incontrato, piccoletta».

Che fortuna aver incontrato te, Joseph.

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Mi sono fatta un leggero piantino scrivendo, scusate. ❤️.

En e Xanax |Holden Donde viven las historias. Descúbrelo ahora