quarantadue

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Il primo pensiero oggi, appena sveglia, è stato quello di chiamare mamma. Parlando con la produzione ho avuto il piacere di anticipare i miei 20 minuti di telefono a questa mattina, perché non avrei potuto aspettare la sera.

Oggi sarebbe stato il compleanno di papà, pensare che lei sia completamente sola proprio durante questa giornata, mi spezza il cuore.
Mi assicuro che nessuno in cucina noti la mia assenza e mi rifugio nel giardino sul retro per poterle parlare in tranquillità.

Il telefono squilla, fino a quando quel rumore fastidioso non viene messo a tacere dalla voce e dal viso di mamma sullo schermo.

<<Buongiorno piccoletta>> mi saluta, con aria un po' sorpresa: non pensava l'avrei chiamata così presto, non lo faccio mai dato gli orari. <<Buongiorno. Sei già a lavoro?>> domando, preoccupata di averla disturbata. <<No tesoro, sto scendendo proprio ora in garage per cacciare la macchina. Come mai mi hai chiamata così presto?>> la vedo recuperare le chiavi dallo svuota tasche e sedersi poi a tavola per poggiare bene il telefono e parlarmi come si deve. Ogni volta che è a telefono con me mi concede sempre il 100% della sua attenzione, non riesce a fare altro contemporaneamente. <<Mami...lo sai>> dico con tono dolce. <<Si che lo so tesoro, ma tu non devi pensare a me. Sai bene come vedo questo giorno, non hai motivo di essere preoccupata>> cerca di rassicurarmi. Mamma non ha mai dato troppo peso a questo giorno (non quanto me almeno), per il semplice motivo che ricorda l'assenza di papà ogni giorno, svegliandosi e trovando sulla sinistra il letto vuoto. Per lei ogni giorno è l'anniversario della morte di papà, quasi tranne i giorni in cui effettivamente più ci si dovrebbe accorgere della sua assenza. <<Lo so, ma è pur sempre una giornata un po' così... Hai già sentito Giovi?>> le chiedo di mio fratello. <<Si, mi ha detto che lì a Dublino si gela, che a lavoro va tutto bene e che verrà qui in Italia nel fine settimana, quindi passerà a trovarmi>> annuisco sorridendo. <<Sono felice che torni per un po', almeno non stai da sola>>. <<Diana, finiscila con questa storia su, io sto bene. Passo le giornate con zia Stefi, zio Enzo, Angela, Michela...non sto mai da sola. Hai capito? Non crearti problemi che non esistono e sta serena. Qua va tutto bene, concentrati solo su di te. Come sta andando lì?>>. <<Sta andando bene>> mi alzo dal divanetto, iniziando a camminare avanti e indietro <<Qualche giorno fa ci hanno fatto fare una verifica di teoria. Non è andata benissimo a tutti eh, però comunque io sono apposto>>. <<E questo è l'importante>> mi risponde, ma io stacco gli occhi dallo schermo e alzo lo sguardo verso la porta, notando Holden che esce. <<Disturbo?>> mima col labiale ed io scuoto la testa. <<Devi andare?>> mi domanda mia madre, notando la mia piccola distrazione. <<No tranquilla. E senti, cosa fai oggi?>>. <<Vado a lavoro, poi devo vedermi con Assunta nel pomeriggio, perché non ci vediamo da tempo. Poi sicuramente andrò al cimitero, visto che quest'anno non puoi venirci>> annuisco. <<Va bene...ci sentiamo domani allora mami>>. <<Senti ma, prima di salutarmi, che dice il tuo lui? Sta andando tutto bene?>> sento la leggera risata di Holden e sorrido come una scema alla domanda di mia madre. <<Si, sta andando bene, ti saluto! Ciao!>>. <<Scema! A domani>> mi saluta a sua volta e attacco la chiamata.
<<Scusala, non pensava fossi qui>> dico a Joseph, mentre cerco in rubrica il numero di mio fratello. <<Tranquilla, non ha detto mica qualcosa di male. Non hai lezione stamattina?>>. <<Si, tra una mezz'oretta, ma prima chiamo mio fratello.

Anche adesso il telefono squilla, meno però rispetto a quello di mamma.

<<Eccola la mia piccoletta, aspettavo la tua chiamata>> compare con volto sorridente sullo schermo, tutto in ghingheri per via del lavoro. <<Mi conosci troppo bene. Come stai?>>. <<Di', qua va tutto bene. Diluvia (come al solito), fa freddo (come al solito) e sono a lavoro (come al solito). Tu piuttosto? Chiami così presto per quello che penso?>>. <<Si, credo proprio di sì. Volevo sincerarmi che mamma stesse bene e sapere se a te ha detto qualcosa di più. Cerca sempre di tranquillizzarmi, ma lo so che è un po' giù>> mentre parlo mi siedo accanto ad Holden, poggiando le mie gambe sulle sue. <<Non credo mi abbia detto più di quanto ha detto a te. Andrà a lavoro, al cimitero, uscirà con Assunta e sta bene, perché tanto per lei è un giorno come un altro>>. <<Perfetto, stesso copione>>. <<Perché sei così preoccupata? La conosci infondo>>. <<Proprio perché la conosco Gio, sai quante cose che si tiene per sé pur di non affliggerci. Averla vicino mi aiutava a capirla di più, adesso che è lontana non capisco cosa prova o cosa pensa e non mi fa stare quieta>> muovo continuamente la gamba, ma il romano mi accarezza per tranquillizzarmi. Lo guardo e lo ringrazio sorridendo. <<Stai tranquilla, tanto io tra poco scendo, quindi posso darle un'occhiata. Ti riporterò tutto ciò che mi dice e che vedo e potrai fare sonni tranquilli, va bene? Non metterti a pensare a me e a lei, sei ad Amici!>> cerca di risollevarmi il morale ed effettivamente ci riesce. <<Ok capo, va bene!>> rido, e con me anche Jo. <<Senti, io l'ho capito che accanto a te ci sta quell'Holden, ma farò finta di niente per non farti fare brutte figure. Gli dico solo che già sa bene cosa gli faccio se ti fa star male>>. <<Non iniziamo Gio, non diventare quel tipo di fratello proprio adesso su>> mi copro il viso con la mano. <<Non me ne hai mai dato l'occasione...comunque sta avvisato. Andiamo avanti. Stasera che fai? Ciò che penso?>>. <<Si, "Una notte da leoni" come da tradizione>> abbasso un po' lo sguardo>>. <<Pensa a divertirti e a studiare. Ora ti lascio, altrimenti Mr. Doyle mi fa fuori. Ci sentiamo piccoletta>>. <<Si Gio, un bacio>> attacco la chiamata e spengo il telefono, senza neanche controllare i messaggi.

<<Sono un uomo avvisato adesso>> commenta Jo. <<Esatto, non ti conviene farti pestare perché fa molta palestra. Dai andiamo, se no si fa tardi>> faccio per rialzarmi, ma me lo impedisce. <<Abbiamo ancora tempo, stamo n'altro po'>> mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, prendendo poi ad accarezzarmi il viso. <<Sei molto bello oggi, più del solito>> confesso, cercando in qualche modo di distogliere la sua attenzione dalle chiamate che ho appena fatto. So bene che non ha capito perché le abbia fatte di mattina, mi ha guardato leggermente confuso tutto il tempo mentre ero al telefono. <<Si?>> annuisco. <<Pure tu sei bella. Anzi, bellissima direi>>. <<Smielato>> lo prendo in giro. <<Hai incominciato tu>>. <<Touchée>>. <<Come mai hai chiamato così presto?Di solito sei sempre l'ultima>> ecco. A lui non ho mai detto nulla di papà, lo sanno solamente Ezio, Gaia e Chiara. <<Oggi sarebbe stato il compleanno di babbo, quindi volevo vedere mamma e Giovi come stavano>>. <<Tuo padre non c'è più?>> scuoto la testa. <<Non sapevo avessi perso tuo padre>> continua ad accarezzarmi il viso. <<Non lo sa quasi nessuno qui, in realtà>>. <<Scusami, non volevo essere invadente>>. <<Non lo sei stato, tranquillo>> mi avvicino di più a lui, abbracciandolo. <<Suppongo che "Una notte da leoni" abbia un significato allora>> mi accarezza i capelli. <<È una tradizione>> sorrido ripensandoci. <<Film particolare>> ride ed io lo seguo. <<Molto>>.

Dopo qualche altra coccola, notiamo l'ora e ci dirigiamo entrambi a lezione.
La sera mantengo la promessa che mi sono fatta da sola e, seduta sul divano con la tisana fra le mani, premo "Play" e "Una notte da leoni" parte.
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Capitolo un po' triste, ma ci tenevo a farlo. Riprende il capitolo 8 della storia. Spero vi piaccia❤️

En e Xanax |Holden Where stories live. Discover now