sessantotto

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«Ma guarda come è contenta!» faccio notare a Lucia, quando Gaia torna in camera saltellando tutta sorridente. «Ah cosa non fa l'amore!» sospira la ballerina americana, mentre la napoletana si getta sul mio letto. La guardo dalla soglia del bagno, mentre avvolta da un asciugamano mi pettino i capelli bagnati. «Tutto bene, Gaietta?» domando sorridendo. «Tutto bene» risponde, guardando il soffitto senza smettere di essere raggiante. «L'abbiamo persa» commento, rientrando in bagno per asciugarmi e rivestirmi.

«Guarda che ti cerca Holden!» mi urla la ballerina di Todaro dalla camera. «Fallo venire qui» rispondo con lo stesso tono, cambiandomi il più velocemente possibile. Qualche minuto dopo bussa alla porta il cantante. «Entra Jo» fa come gli dico, mentre alllico la crema per i ricci. «Hai visto i due piccioncini? Stanno ad amoreggià da stamattina alle sei. Ma pure noi sèmo così?» si siede sulla tavoletta chiusa per poi osservarmi. «Voglio sperare proprio di no. Ho visto due minuti da Gaia, era praticamente sulle nuvole. È impressionante il bene che le fa Chri, davvero non è abituata ed è carinissimo vedere come reagisce». «Guarda che pure te eri così all'inizio, eh» mi fa notare. «Non lo nego, è verissimo. Le prime esperienze sono così, che vuoi farci». «Sbaglio o questa è la mia felpa?» indica l'indumento che indosso. «L'hai lasciata sul mio letto ieri, quindi direi che adesso è mia». «Non è che ce l'ho lasciata, l'ho dimenticata, che è diverso». «La prossima volta allora starai più attento su, occhi aperti Carta». «"Occhi aperti"perché ci sono le ladre qui in giro». «Le "ladre" adesso, che paroloni. Mi sta così male?» gli chiedo, guardandomi poi allo specchio. «Non ti sta male» mi attira verso di lui prendendomi dalle gambe «però fa freddo e, per quanto sia lunga e larga, non puoi stare a gambe scoperte. Mettiti qualcosa». «Dejavu di ottobre, o sbaglio?» gli accarezzo il viso. «Non sbagli affatto. Te lo dicevo allora, pensa adesso quanto fa più freddo». «Menomale che sei così premurosa mamma!» lo prendo in giro. «Che scema» commenta. Mi abbasso per lasciargli un bacio veloce sulle labbra, tornando poi a preparami.

Oggi ci sono le prove generali per la puntata di domani, ma il mio compito per la Pettinelli non è ancora pronto...o meglio, Ci ho lavorato negli ultimi giorni con l'aiuto delle vocal, ma sinceramente non sono affatto soddisfatta del risultato. Purtroppo è un pezzo che, per quanto apprezzi, non riesco a sentire mio: di base, non sono una provocatrice, non è un "ruolo" che mi appartiene. Raffa mi ha consigliato di "fingere" se non mi riesce in maniera naturale, un po' come mesi fa consigliammo a Gaia: "Se non ti senti sicura di te stessa, fingi di esserlo". Ad oggi capisco come fosse un consiglio veramente di merda.

Una volta pronta, raggiungo gli altri e, quando sono tutti pronti, ci dirigiamo verso gli studi. Indossiamo i microfoni e ognuno di noi prova i pezzi preparati per la puntata. Stavolta nella gara canto avremo la possibilità di cantare i nostri nuovi inediti piuttosto che le cover, mezzo in più per poter sponsorizzare i brani già in voga sulle piattaforme digitali.

Non presto particolare attenzione alle esibizioni degli altri, se non a quelli di pochi. Ho il testo di "Elle" sul banco e lo leggo e rileggo più volte per paura di dimenticare il testo. Il giudizio della Pettinelli mi spaventa, ma l'idea di poter deludere me e il mio prof è ancora più grande. Non capisco come abbia avuto più difficoltà con questo compito piuttosto che con quello che mi assegnò la Cuccarini sulla tecnica vocale.

«Che c'hai?» mi chiede Angela, mentre al centro dello studio Kumo sta ballando. «Il compito di Anna, non mi piace proprio come sta venendo. Non so che c'ho, sono proprio fuori focus» sbuffo, poggiando la testa sul banco. «Che cosa non va?». «L'attitude, è un pezzo che ha bisogno di un attitude che io non possiedo affatto. Questa sicurezza, questa provocazione e questa ostentazione non sono proprio mie». «Amo, secondo me stai solo sopravvalutando il tutto. Guarda che secondo me riesci a farla, non capisco perché ti stai buttando così tanto giù». «Perché non me la sento addosso. Quando faccio qualche cover cerco sempre qualche punto della canzone che possa rappresentarmi o ricordarmi me, ma qui non riesco proprio». «Non ne hai parlato con Rudy?». «No, non ne ho avuto modo. Negli ultimi giorni non è stato qui a Roma, quindi se possibile, se ne parla stasera». «Dai, non ti preoccupare che si risolve» mi fa un occhiolino che ricambio con un sorriso.
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Scusate l'assenza, mi serviva una pausa. Recupererò durante queste vacanze, promesso. Voi come state?❤️

En e Xanax |Holden Where stories live. Discover now