settantuno

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«No dai, ma che fai» mi siedo sul letto di Holden, mentre lo vedo cacciare un piccolo pacchetto ben incartato dall'armadio. Sorrido come una scema e sento il viso andare in fiamme. «Te volevo fa' un pensiero prima d'andarcene. Così me pensi un po'» me lo porge ed io lo guardo intenerita. «T'avrei pensato lo stesso» sussurro, strappando poi delicatamente l'involucro del regalo. Noto una piccola busta contenente una lettera. «La leggi tu o la leggo io?» gli domando, estraendone il foglio. «No leggila tu, me vergogno» rido leggermente, mentre lui si siede al mio fianco. Mi circonda la vita con un braccio e mi fa poggiare la schiena al suo petto. «Allora, vediamo un po' qui» mi schiarisco la voce. Nel frattempo lui prende a lasciarmi qualche bacio nell'incavo del mio collo, volendo probabilmente scomparire dall'imbarazzo che provava . «"Cara piccoletta, o meglio En, anche se non ho estratto il tuo nome, ho voluto farti un pensiero. È il tuo primo natale da fidanzata e mi sembrava doveroso fare il bravo fidanzato. Incontrarti è stato una boccata d'aria fresca che mi ha permesso di ricominciare a credere nell'amore, cosa che avevo smesso di fare da tempo. A volte, quando si viene scottati, si inizia a temere il fuoco e ad evitarlo. Io ho fatto esattamente questo, ho evitato l'amore, ma quando ho visto te non sono più riuscito a portare avanti questa farsa. Sei preziosa e sei per pochi, ma soprattutto sei per me. Ultimamente scrivi tantissimo su quel tuo taccuino che proteggi tanto gelosamente, l'altra sera ho notato che sei finita a scrivere addirittura sulla copertina e sui margini. Sappi che se la produzione non te ne ha procurato uno nuovo è solamente colpa mia. I tuoi pensieri devono avere uno spazio tutto loro, i margini non bastano, perché tutto ciò che scrivi è prezioso quanto te. Sono certo che ce ne sono ancora tantissimi di pensieri che devi buttar giù. Ed io, se vorrai, sarò pronto a leggerli tutti. Tanti auguri di Buon Natale. Tuo per sempre, Joseph. "» sento inevitabilmente gli occhi pizzicare. Non mi sarei mai aspettata una lettera del genere. Lo guardo, ma lui continua a nascondersi tra il mio collo e i miei capelli. «Di che ti vergogni?». «Troppo sdolcinato?» chiede alzando leggermente lo sguardo. «No, sei perfetto» ammetto. Noto poi finalmente il vero e proprio regalo, un nuovo taccuino sul quale poter annotare tutto ciò che mi passa per la testa. «Grazie» mi volto verso di lui e lo stringo forte. «Ti piace? Guarda che se non ti convince non mi offendo, credo si possa cambiare e-» inizia a straparlare. «Lo adoro. E adoro te». Sorride e fa per poggiare le sue labbra sulle mie, ma lo fermo. «Aspetta, anche io ho qualcosa per te» senza attendere la sua risposta, mi alzo e corro velocemente in camera per poter recuperare il suo regalo.

Una volta di nuovo in camera blu, decide di far leggere a me la lettera che gli ho scritto.

«"Caro Joseph, poco tempo fa ero convinta che non avrei mai trovato l'amore nel corso della mia vita, figuriamoci se mi aspettavo di trovarlo qui ad 'Amici'. Non so bene cosa dirti, o meglio, so cosa penso di te e di noi, ma dovertelo dire mi fa mancare le parole. Quando abbiamo deciso di provare ad essere qualcosa avevo una paura fottuta, e purtroppo sei stato costretto a vederla e a subirla. Nonostante questo però, a differenza di altri che in passato sono fuggiti, tu sei restato, forse perché costretto ad abitare qui, anche se mi piace pensare che ci tenessi così tanto a me da aspettare i miei tempi. Sei stato comprensivo, premuroso, maturo, al punto che quasi non mi sembravi (e non mi sembri) reale. Sembri creato apposta su misura per me, per rendermi la persona più felice al mondo. Sono dell'idea che ci siano certe persone che sono destinate ad incontrarsi. La leggenda del filo rosso dice che queste persone sono collegate da un filo rosso invisibile legato ai loro mignoli. Questo filo, indipendentemente dalle circostanze, non si spezzerà mai e li condurrà inevitabilmente a incontrarsi e a connettersi nel corso della loro vita, il quando non importa. Mi piace pensare che sia tu la persona legata a me, motivo del regalo. È una sciocchezza, ma spero possa avere per te la stessa importanza che ha per me. Buon Natale. Solamente tua, Diana"» finisco di leggere con le gote rosse e lo sguardo basso. «L'ho già detto prima e lo ripeto ancora, sei tanto tanto preziosa e rara, Diana». «No aspetta, non ho finito. Diciamo che ti ho fatto due regali. Il primo è questo qui» prendo un bracciale fatto proprio di filo rosso dalla propria scatolina. «Io ce l'ho uguale» gli mostro il mio polso e subito se lo fa mettere. «Il secondo regalo è un po' più particolare». «In che senso?». «Nel senso che non è un vero e proprio regalo, ma è qualcosa che volevo avessi tu» prendo alle mie spalle un foglio. «Sai meglio di me che i miei taccuini sono due: uno per i pensieri e uno per le canzoni. In quello dei pensieri ho parlato passo passo della nascita della nostra storia, e volevo darti la pagina in cui parlo di te per la prima volta» non ho il coraggio di guardarlo negli occhi, mi rigiro il foglio fra le mani. Lo sfila delicatamente dalla mia presa e inizia a leggerlo silenziosamente. Resto per tutto il tempo a testa bassa, forse imbarazzandomi ancora di più di quanto pensavo avrei fatto.

«Vie' qua» porta la sua mano sul mio viso e mi avvicina a sé per poi baciarmi. «Poi so io quello smielato» sussurra fra un bacio e l'altro, provocandomi. «Sta zitto». «Ti amo, scema» lo guardo negli occhi dopo la sua affermazione. «Ti amo anch'io».
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Ho pianto, buon Natale a tutti ❤️

En e Xanax |Holden Where stories live. Discover now