sessantasette

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«C'è una busta blu fuori!» urla Simone, portando questa busta all'interno della casetta e lasciandola sul tavolo della cucina. «Ehilà» la voce metallica di Maria fa saltare, come al solito, tutti. «Maria prima o poi mi farai affogare» commenta Giovanni, col boccone di pasta ancora in bocca. La conduttrice ride di gusto. «Scusa Giovanni. Tutti i cantanti in gradinata, compito per Diana». «Eccallà» sussurro, recuperando la busta.

Ci sediamo tutti in gradinata e sfilo dalla busta blu il foglio con su scritte le parole di Anna Pettinelli. «È il tuo primo compito?» mi domanda qualcuno che non riesco ad identificare. «No, è il secondo. Il primo compito me lo diede Lorella poco dopo il mio ingresso e riguardava la tecnica» spiego riguardandomi la busta tra le mani. In seguito, spronata da Mew, inizio a leggere la lettera.

«"Cara Diana"» comincio a leggere. «"È Pettiposta, come dice il tuo prof, che ti scrive. Mai ho negato e mai negherò il tuo talento, ma ahimè, ho sentito la necessità di assegnarti un compito. Come mi capitò anche con Matthew all'inizio, stai pian piano ai miei occhi perdendo la scintilla che ti contraddistingueva. In poche parole, anche se brutte, stai iniziando ad annoiarmi. Prima che Zerbi mi venga contro, non sto dicendo che tu non sia brava, lo ribadisco! Sto solo dicendo che a volte quasi già mi aspetto cosa farai sul palco e credo non sia una cosa particolarmente bella. Ho deciso di assegnarti un compito che ti faccia cacciare un po' di carattere, ti voglio vedere sfacciata. È un testo di dichiarazione di potere e sfida contro il giudizio e le aspettative della società. Fai questo: distruggi le mie aspettative, fammi vedere che dietro il bel canto e qualche pezzo malinconico c'è della sostanza. Sono molto fiduciosa, spero tu riesca a lavorare bene. Un saluto, Anna Pettinelli"» finisco di leggere con qualche perplessità. «Non so... Sono un attimo stranita devo dire. Nell'ultimo periodo non mi sembra di aver portato solo roba triste i malinconica, me lo disse anche Lorella, ma da allora ho iniziato a spaziare tra i vari generi. Però sono contenta di avere un compito su cui lavorare onestamente, sentivo la necessità ultimamente di mettermi alla prova. Nonostante i buoni risultati delle scorse settimane, mi sembra di non essere più molto a fuoco, quindi magari questo nuovo brano potrebbe smuovere in me qualcosa...almeno spero. Possiamo vedere che canzone è, Maria?». «Certo» sullo schermo viene proiettato il titolo.

"Elle" -Elodie

«Che bomba, mamma mia, che pezzo» commenta Valentina per tutta la durata dell'ascolto. «Che ne pensi?» mi domanda Lil. «Penso che sia molto bello, ma devo iniziare a cucirmelo addosso e a sentirlo mio. Posso iniziare a lavorarci già da subito?». Dopo la risposta affermativa di Maria, decido di raggiungere gli studi e di mettermi già all'opera, anche senza vocal coach.

Stampo il testo (non conoscendolo) ed ascolto il pezzo più volte per poter riuscire a memorizzare il ritmo, le parole, il messaggio che Elodie vuole mandare.

«Posso disturbarti un attimo?» alzo il viso dallo schermo del laptop, vedendo Mida sulla soglia della porta. «Certo Chri, vieni pure. Che succede?» gli faccio cenno di sedersi accanto a me. «Sono in crisi» prende lo sgabello e mi affianca. «Come mai?». «Il nuovo compito della Pettinelli. Prima mi vuole far cantare "Grande Amore" del Volo, poi mo devo fare il crooner. Continuo a non capire perché ce l'abbia con me, "Home" non mi esce, sono tremendo» sbuffa, inserendo nel pc la pen drive con tutte le basi dei brani fatti fino ad oggi. «Qual è la difficoltà più grande?» domando. «Tutto! Qualunque cosa! Niente autotune, niente barre, devo sta cionco vicino al microfono perché è una ballade bella intensa, canto una merda. Lei sa bene come togliermi tutto ciò che va a mio favore». «Però non prenderla così, dai. Se non ti senti motivato fai solo peggio. Fammela sentire e vediamo se è così tragica come dici» lo incito. Fa partire la base ed inizia a cantare, ma arrivato ad un certo punto perde completamente l'intonazione e inizia una sfuriata bestiale contro tutto: la pettinelli, il compito, la sua voce. Lo guardo, inizialmente senza sapere bene effettivamente cosa dirgli. «Chri, guarda che non ti viene affatto male. Secondo me sei solamente entrato nella convinzione che questo pezzo non sia per te. Quella nota secondo me riesci a prenderla, devi semplicemente buttarla di più. Come devo spiegarti... Non importa se urli, ok? Prova a lanciarla il più lontano possibile, non importa la stonatura. Stai rilassato e prova» cerco di fargli applicare lo stesso metodo che mi era stato insegnato per cantare "Think". Prova una volta, ritenta una seconda, una terza e finalmente poi riesce a prendere la nota e a cantarla divinamente. «Lo vedi che sei capace?» gli sorrido e spontaneamente si sporge ad abbracciarmi. «Che dici? La riproviamo tutta?» annuisce e riprende a cantare.

En e Xanax |Holden Where stories live. Discover now