ottantotto

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«Per le lezioni è tardi, hai provato ogni brano più di venti volte e il tuo turno delle pulizie lo fa Marisol perché tu hai fatto il suo stamattina presto. Non c'hai scuse per non dedicarmi un po' di tempo» Holden fa il suo ingresso nella mia camera, stendendosi sul mio letto mentre semplicemente riposavo.

È stata una brutta giornata e non mi andava di rimanere di là con gli altri a parlare o a divertirmi. Quando sto giù sono così purtroppo, mi chiudo nel mio piccolo angolino senza dare problemi a nessuno se non a me medesima.

Senza dir nulla cingo i fianchi di Jo con un braccio per abbracciarlo e poggiare la testa sul suo braccio.

«Che c'hai piccoletta? Di solito fai luce, oggi invece sei una luce un po' fioca» dice dolcemente, mentre con la mano mi accarezza i capelli. «Giornata no» sussurro solamente. «Non ti credo»
risponde schietto. Alzo il viso per poterlo guardare. «In che senso?». «Sei strana Dia', lo sei da ieri sera. Non mi hai dato la buonanotte né il buongiorno e sono piccolezze alle quali tieni, a pranzo accanto a me sembrava volessi quasi evitare il mio sguardo, ho cercato vari modi per stare con te e sei letteralmente fuggita, entro qua dentro e non mi salti addosso come fai di solito. Me sorge spontaneo chiede "Che t'ho fatto?"» si poggia sui gomiti, costringendomi a mettermi seduta. Sospiro chiudendo gli occhi.

Non mi piace il fatto che ormai non possa nascondergli nulla, riesce a cogliere qualunque sfumatura del mio carattere e del mio comportamento. O meglio, mi piace, ma non quando non mi conviene.

Si mette seduto anche lui, poggiando la schiena allo specchio posto accanto al letto.

«Parlami, Diana...» mi accarezza la mano e, ancora una volta, non riesco a reggere il suo sguardo.

Li sento, i suoi occhi su di me, che cercano in ogni modo di scrutarmi e di captare qualcosa. Io mi limito invece ad osservare la sua mano che accarezza la mia pelle chiara.

L'unica cosa che mi viene da fare è abbracciarlo e semplicemente lo faccio. Mi sporgo per portare le mie braccia attorno al suo collo e poi lo sento stringermi subito a se. Col viso nell'incavo del suo collo inspiro il suo profumo e penso a chissà quanto tempo dovrò stare senza sentirlo.

«Sfogati con me...per favore» mi sussurra, baciandomi poi il tatuaggio nascosto dietro l'orecchio.

«Ieri sera è successo qualcosa che non doveva succedere ed io sento di averti fatto del male» confesso, o quantomeno accenno a quando accaduto. «Non potresti mai ferirmi, te conosco, non faresti male a na mosca. A na zanzara si, ma a na mosca mai». «Quindi tu sei una mosca?» scherzo leggermente guardandolo in volto. «Se vuoi metterla su sto piano, si». «Sei una bella mosca allora» sussurro sulle sue labbra. Mi godo l'ultimo bacio e poi sento il bisogno di vuotare il sacco.

«Cos'è successo ieri sera?» chiede ancora, mentre strofina il mio naso col suo. «Ayle...». «Si, lo so che non sta molto bene ultimamente e che ce volevi parlà» mi accarezza il viso. «Joseph, Ayle mi ha baciata ieri sera» dico di botto e subito lo sento irrigidirsi. «O almeno c'ha provato, ma mi sono scansata prima che potesse farlo» metto subito le mani avanti. Infondo è la verità. «T'ha baciata o non t'ha baciata, Diana?» chiede freddo e abbastanza adirato. Chiudo gli occhi, accompagnati da una smorfia. Non so come uscirne. «Dio sarà stato un secondo, non è stato neanche un bacio a stampo» vado nel pallone. «Cristo santo» si alza di scatto, avvicinandosi alla porta della stanza per successivamente uscire.
«Jo, dove vai?» lo seguo, ma a poco serve. «Voglio stare solo Diana, per piacere» mi intima di smettere di seguirlo, ma io insisto. Arrivati nel giardino sul retro non si gira neanche a guardarmi, ma sa che ci sono. «Diana, cazzo, me devi lascia' stare ora. Fallo per entrambi, non te voglio risponde di merda» riprova, ma ancora una volta non demordo. «Guarda che-» provo a riprendere parola, ma subito mi interrompe. «Diana devi tornartene dentro! Voglio sta da solo, non ti voglio attorno!».

Quando lo sento urlarmi contro capisco del macello che si è appena credo. E torno dentro, col cuore a pezzi.

Non poteva essere tutto rose e fiori, no?

En e Xanax |Holden Where stories live. Discover now