ottanta

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«Sei agitata?» mi domanda da dietro Holden, stringendomi in un abbraccio. «Si nota tanto?» mi giro verso di lui per guardarlo in viso e lui mi mantiene fra le sue braccia. «Un pochino. Credo di conoscerti abbastanza adesso da sapere che hai una di quelle tue ansie belle che poi tramutano in ansie brutte» sorrido. Mi conosce fin troppo bene. «Già» dico solo. «È la prima volta su un palco?» annuisco. «Ti fa paura il fatto che ci sia così tanta gente?». «Non mi fa paura la gente, mi fa paura la possibilità di sbagliare qualunque cosa. Voglio fare bella figura, i miei amici e la mia famiglia sono a casa a vedermi ed io voglio renderli orgogliosi» spiego a testa bassa, forse un po' imbarazzata. «Loro sono già fieri di te, per quello che ho potuto vedere in meno di ventiquattro ore» mi accarezza il viso cercando di rassicurarmi. «Lo spero». «E lo è anche tuo padre» chiude il discorso, lasciandomi un bacio sulla fronte.

Guardo da dietro le quinte Holden esibirsi, mentre Kumo balla sulle note di "Nuvola". Sono i primi ad esibirsi e, anche se nessuno dei due voleva darlo a vedere, erano entrambi spaventati. Holden forse di meno, ma lo era comunque un po'. Alla fine dell'esibizione tornano da noi altri, frementi di sapere come fosse andata secondo loro. Kumo subito corre dai ballerini per spiegare loro l'esperienza, mentre Holden subito mi si avvicina e sorrido a questo suo gesto.

«Sei stata bravissimo, come al solito» dico, lasciandogli poi un bacio sulle labbra. «Tu lo sarai» ricambia il bacio. «Sai che questo vestito ti sta molto bene?» domanda retoricamente prendendo a baciarmi lentamente il collo e scendendo con le mani verso il mio fondoschiena. «Ah si?» mi morde leggermente un lembo di pelle, soffiandoci poi sopra un flebile «Si».
«Giovane! Lasciamela che dobbiamo andare forza» ci urla Gaia, accompagnata chiaramente da Christian. «Sempre a fa lo zozzone stai, Carta. Se ne parla dopo» si intromette anche l'altro cantante. «Ao "zozzone" a chi, tripla M» risponde Jo. I due prendono a parlare, senza neanche rendersi conto probabilmente di quando io e Gaia veniamo chiamate dalla conduttrice, Federica Panicucci.

Quando metto piede sul palco ho addirittura paura di poter scivolare a causa dei miei stessi tacchi. Mi avvicino all'asta e la base parte. Gaia inizia a ballarmi attorno, proprio come alle prove, mentre io mi concentro sul prendere tutte le note e sull'andare a tempo.

Man mano che il pezzo scorre, mi emoziono sentendo come molte persone nella folla stiano intonando le parole del mio brano. Era capitato in studio, ma sempre in maniera contenuta: lì il pubblico non è pari a quello di un'intera piazza.

«"E gli altri si perdono come niente
E poi si ritrovano in un'altra città
Sembra un'eternità, sembra una vita fa
E tu come stai? Che cosa fai?
Io coi piedi nel mare e soltanto a pensare che sembriamo
Tutti falliti, tutti falliti"» cantano tutti, infatti alterno la mia voce alla loro smettendo a volte di cantare per ascoltarli meglio.

Quando il pezzo finisce in molti continuano ad intonarne le parole ed inevitabilmente gli occhi iniziano a pizzicarmi un po'. Sia io che Gaia ringraziamo tutti e torniamo poi dietro le quinte, leggermente sopraffatte da questa esperienza. Nessuna delle due si aspettava qualcosa del genere.

«Follia, follia, follia pura» ripeto tra le braccia di Holden e Ayle coprendomi il viso con le mani. «Te lo meriti» commenta il biondo, lasciandomi un bacio fra i capelli e poi allontanandosi per lasciare a me e Holden un po' di privacy. Jo lo guarda con uno sguardo indecifrabile, ma fingo di non farci caso e mi stringo di più al suo petto. «Brava» mi bacia tutto il viso e rido leggermente. «Sei proprio brava».

Attendiamo tutto assieme la mezzanotte e, quando scatta, siamo tutti sul palco per brindare con gli ospiti di questa serata. Kumo, Simone e Giovanni festeggiano come i pazzi, mentre altro si abbracciano e Mew e Matthew, Marisol e Petit e Gaia e Mida si baciano allo scoccare dell'anno nuovo.

«Posso dartelo anch'io un bacio o mi dici che ti faccio venire il diabete?» si avvicina Joseph, con un calice di spumante fra le mani. «Permesso accordato» sussurro sulle sue labbra. Azzera la distanza fra di noi, stringendomi forte a sé. Porto le mie braccia sulle sue spalle, mentre anch'io con una mano tengo il calice. Schiudo leggermente la bocca quando mi chiede l'accesso con la lingua. Rispetto alle altre coppie siamo un po' più nascosti, infondo nessuno dei due è particolarmente plateale. «Buon anno» sussurro fra un bacio e l'altro. «Buon anno anche a te, En».

En e Xanax |Holden Where stories live. Discover now