quarantasei

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«Bella d'estate, possiamo parlare?»

Alzo lo sguardo dalle parole del libro al ragazzo al centro della stanza, rivolto verso di me.

«Di?» domando con aria non particolarmente entusiasta e lo si percepisce. «Di quello che è successo con Stella». «Perché dovremmo parlarne?» continuo a chiedere, non comprendendo cosa ci sia da dire effettivamente. «Non so, t'ho vista scazzata e pensavo ti andasse di confrontarti con qualcuno». «Ci hanno già pensato gli altri, ma grazie per il pensiero» torno a guardare sul libro.

Lui resta fermo lì dov'è per qualche secondo, poi si avvicina a me sedendosi sul mio letto.

«Hai cambiato libro?» cerca di cambiare argomento, leggendo la copertina. «Si, l'altro l'ho finito» mento.

Come ho mentito sul fatto che non c'è niente di cui parlare. Il modo in cui il suo primo pensiero è stato consolare Stella e non me mi ha ferita, e non poco. Voglio comprendere le lacrime della ragazza, che si è vista contro tutti, voglio capire il suo andarle incontro, ma anche io ho avuto una reazione non da poco. Avrei apprezzato che si interessasse a me come hanno subito fatto Kumo, Gaia, Chiara.

«Ok, sei ancora arrabbiata» comprende dal mio tono svogliato nel rispondere. «Ma va, pensa un po'». «Mi spieghi cosa t'ha dato fastidio?» sospiro, chiudo il libro e accetto il confronto, ormai inevitabile. «Mi hanno dato fastidio le parole di Stella, le sue insinuazioni sulla nostra storia, il suo screditare la mia musica e il fatto che tu abbia pensato prima a lei piuttosto che a me» butto fuori. Resta un attimo spiazzato dinanzi alla mia confessione. «È scoppiata a piangere alle mie parole, me so sentito quasi in colpa. È normale che abbia dovuto calmarla, s'è chiusa nel bagno a piangere». Resto in silenzio. Non so neanche cosa rispondergli, non so come fargli capire come mi sento. A spezzare il silenzio, infatti, è lui. «Anche tu sei stata male e mi rendo conto che forse avrei dovuto tendere una mano prima a te che a lei e ti chiedo scusa. Ma ora sono qui». «Guarda che non è stato sbagliato consolarla, anzi. Non tutti avrebbero fatto ciò che hai fatto tu e questo mi conferma il perché io mi stia innamorando di te. Ma ciò non toglie il fatto che avrei voluto essere io il tuo primo pensiero...». «Allora lo ammetti!» quasi salta. «Cosa?». «Che ti stai innamorando di me». «Non è questo il punto, Jo» sorrido leggermente. Mi è uscito spontaneo ciò che ho detto, non ci ho riflettuto troppo. «Va bene, non è questo il punto, ma ci torneremo. Comunque ci sta, sarei dovuto venire in primis da te, ma non sapendo come gestisci certi attacchi di rabbia ho preferito non rischiare. Tutto qui. Siamo pace adesso?» annuisco, lanciandomi poi fra le sue braccia aperte, pronte ad accogliermi. «Profumi di buono» noto col viso nell'incavo del suo collo. «Ho fumato dall'iqos di Matthew prima, pensavo te desse fastidio la puzza» sorrido al suo pensiero. «Pure quella lascia la puzza addosso come la sigaretta normale?» domando, non sapendolo effettivamente. «Ah non lo so, ma non si sa mai» alzo lo sguardo verso di lui, sguardo che ricambia.
«Non ti merito» sussurro. «Credo che sia più il contrario, Diana.

«Raga, venite di là» in camera entra Giovanni, interrompendo le risate fra me e Holden che stiamo leggendo i commenti sui vari daytime su twitter. «Che succede?» noto l'espressione del ballerino un po' spenta. «Elia. Emanuel Lo l'ha eliminato...è passato a salutare» se ne va, lasciandoci poco tempo per realizzare.

Entrambi ci rialziamo, raggiungendo gli altri in salotto. Sono tutti attorno al "doc", come lo chiamiamo qui. Lui piange, probabilmente insoddisfatto del suo operato o semplicemente comprendendo che la sua arte è difficile da comprendere, non è per tutti.

Lo salutiamo e, dopo aver fatto frettolosamente le valigie, lascia la casetta.

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Capitolo di passaggio e chiarimento, perché sto correggendo la storia dal primo capitolo. Ci sono alcuni errori di battitura che voglio correggere. Che ne pensate nel frattempo della storia? Feedback? Un bacio❤️

En e Xanax |Holden Donde viven las historias. Descúbrelo ahora