50. Il materasso

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Emma

Quando bussai alla porta del bagno, Ollie mi aprì svestito di un solo asciugamano legato alla vita e i capelli bagnati.

Maledissi il mio pessimo tempismo. Se avessi bussato anche solo due minuti prima, invece di perdermi in inutili paranoie sul pigiama da indossare, forse mi avrebbe aperto totalmente nudo.

«Volevo sapere a che punto fossi. Devo lavarmi i denti». Inventai la prima giustificazione che mi venne in mente.

Eravamo tornati da poco dopo aver giocato per l'intera sera a biliardo, ma io di lui non ne avevo ancora abbastanza.

Ollie spalancò la porta, permettendomi di entrare. Quando la richiuse, fui avvolta dal piacevole tepore del vapore acqueo.

Fissai la doccia, lasciando vagare la mia mente e permettendole di immaginarmi nuda nella doccia insieme a lui. Ma il rumore dello spazzolino elettrico mi riportò alla realtà, una realtà in cui ero chiusa nel bagno con Ollie che si stava lavando i denti.

Non persi tempo e feci anche io altrettanto con il mio spazzolino.

Solo quella mattina mi stava facendo venire con il potere delle sue dita e quindici ore dopo ci stavamo lavando i denti uno di fianco all'altra.

«Non ti asciughi i capelli?». Gli domandai dopo aver sciacquato la bocca e sputato l'acqua nel lavandino.

Ollie fece altrettanto prima di rispondermi. «Di solito no».

«Anche io una volta sono andata a letto con i capelli bagnati. Solo che la mattina dopo mi sono svegliata con la cervicale infiammata. Non lo farò mai più».

Ollie continuava a fissarmi enigmatico mentre io avrei voluto solo sciogliere il nodo dell'asciugamano e fargli cose che neppure nei migliori porno avevo mai visto.

«Possiamo dormire insieme?». Domandai di getto senza neanche tentare di dissimulare il tono supplicante con cui glielo chiesi.

Ollie continuò a fissarmi per un po'. Forse era indeciso o forse stava cercando un modo carino per rifiutare la mia offerta. E un po' lo capivo visto che si era svegliato con i miei occhi puntati addosso che lo fissavano maniacalmente.

«Va' in camera, Emma». Mi ordinò pacatamente alla fine.

Appunto...

Al suono di quelle parole, più rassegnata che mai tornai in camera.

Ci avevo provato. Potevo comunque ritenermi soddisfatta di me stessa.

Finii a sfogare la mia frustrazione guardando storie di persone a caso appollaiata sulla sedia della scrivania, l'unica postazione che mi permettesse di continuare a usare il telefono quando era in carica.

Ero concentrata a guardare gli effetti miracolosi dell'intimo modellante di Kim Kardashian, quando la porta si aprì.

Ollie entrò con una bottiglia di acqua in mano e i capelli asciutti. Sembravano così morbidi e lisci, un invito per le mie dita che non vedevano l'ora di tornarci intrecciate, e profumavano di shampoo.

«Bevo durante la notte». Si giustificò quando si accorse che lo stavo fissando sconvolta.

«Vedi?». Squittii scattando in piedi e abbandonando il telefono sulla superficie della scrivania. «Una cosa che non sapevo di te».

Ollie aggirò il letto per sedersi dal lato dove aveva dormito la scorsa notte. Non persi tempo e salii sul letto anche io, inginocchiandomi accanto a lui che nel frattempo si era sdraiato.

«Dovremmo farci delle domande per conoscerci meglio». Proposi cercando di placare i miei istinti sessuali.

«Mi fai domande da quando ci siamo incontrati e vivi a casa mia».

Come le ali di una farfallaWo Geschichten leben. Entdecke jetzt